Sabato 18 Maggio 2024

21.01.29 Fall Tina 3Da ieri l’Austria si sente più sicura. Si è liberata di una ragazza che vi soggiornava illegalmente. La sua richiesta d’asilo era stata respinta dal Tar e confermata in tutti i successivi ricorsi. Così ieri finalmente è stata caricata su un aereo e rispedita al suo paese di origine, la Georgia, a riprova del fatto che il governo del cancelliere Sebastian Kurz in materia di immigrazione fa sul serio.

Paese di origine la Georgia? Qui le cose non tornano. Perché la ragazza di cui parliamo – conosciamo il nome, Tina, non il cognome – è nata 12 anni fa a Vienna, è sempre vissuta qui, qui ha frequentato le scuole, da ultimo il Bundesrealgymnasium della Bundesbastei (nel primo distretto di Vienna) e in Austria è perfettamente integrata.

21.01.29 Fall Tina 5Lunedì era stata prelevata dalla sua abitazione con la mamma e la sorella di 4 anni e rinchiuse nel Centro per l’espulsione che si trova in Zinnergasse, nel quartiere di Simmering. La polizia – che in queste operazioni manifesta a volte un certo sadismo – ha suonato alla porta di casa alle 3 di notte (perché mai alle 3 di notte e proprio in tempi di Covid, in cui c’è il coprifuoco tra le 22 e le 6?), ordinando a Tina e ai suoi familiari di fare subito le valigie e di prepararsi alla partenza.

Nel Centro in Zinnergasse vi è rimasta fino a mercoledì (casualmente il giorno della Memoria, in cui si ricordano 21.01.29 Fall Tina 2deportazioni di altro genere), per essere poi caricata su un bus, anche stavolta nel cuor della notte, con destinazione l’aeroporto di Schwechat e quindi in aereo la Georgia, Paese di cui non sa nulla e di cui non conosce nemmeno la lingua.

Naturalmente tutto è avvenuto nel rispetto delle regole, come ha spiegato un portavoce del Ministero degli Interni. La responsabilità è della madre, giunta in Austria nel 2012, dove ha chiesto asilo, senza averne i requisiti. Anziché prenderne atto, ha presentato ricorsi su ricorsi, seguendo una tattica collaudata da molti immigrati per guadagnare tempo. Nel frattempo ha messo 21.01.29 Bundegymnasium Stubenbasteial mondo due bambine, Tina e la sorella minore, sperando almeno per esse un futuro migliore in Austria.

Invece così non è stato. Ma se la madre, per ragioni che si possono comprendere, ha fatto la scelta temeraria di tirare per le lunghe, appare crudele che a pagarne le conseguenze siano oggi le sue figlie per le quali l’Austria è l’unica patria che conoscono, mentre la Georgia è una terra lontana e straniera. È apparso crudele ai compagni di scuola di Tina, che in 120 l’altra notte hanno presidiato i cancelli del Centro di espulsione in Zinnergasse, cercando poi con cassonetti dei rifiuti e carrelli della spesa di bloccare l’uscita del pullman. Tra essi anche alcuni deputati dei Verdi, dell’Spö (Partito socialdemocratico) e della Neos, nonché Florian Klenk, direttore del settimanale viennese Falter. È stato necessario l’intervento della polizia, presente con un centinaio di uomini, un’unità del reparto Wega e cani poliziotto.

Tra i presenti anche Johann Philipp, rappresentante dei genitori del ginnasio: “Per la ragazza – ha detto – crolla un mondo, così come crolla per i suoi compagni di scuola. Non lo capisce nessuno che questa è una famiglia perfettamente integrata”. C’era anche il legale della famiglia, Wilfried Embacher, il quale ha sottolineato come “la situazione dei bambini non sia tenuta sufficientemente in considerazione dalla legge. Dal punto di vista legale i minori seguono il destino dei genitori, anche se il loro benessere dovrebbe venire prima di ogni cosa”.

L’operazione ha suscitato indignazione in molta parte dell’opinione pubblica. Una petizione degli studenti al cancelliere Kurz, perché bloccasse l’espulsione per ragioni umanitarie, ha raccolto in poche ore 29.000 firme. Molte voci favorevoli a “una soluzione umanitaria” si sono levate in esponenti del governo, come quelle del vicecancelliere Werner Kogler e del ministro della Salute Rudolf Anschober, entrambi dei Verdi ed entrambi fautori di una diversa politica dell’immigrazione, che però sembra un’esclusiva dell’Övp, partito che un tempo si ispirava alla dottrina sociale della Chiesa.

L’Övp, il partito del cancelliere, non vuole sentirne parlare. Tanto da far dire ieri a Christoph Wiederkehr (Neos), vicesindaco di Vienna: “L’Övp non ha bisogno di un Kickl (il riferimento è al precedente ministro degli Interni, Herbert Kickl, esponente dell’estrema destra sovranista e xenofoba, nda) per fare una politica disumana”. D’accordo con lui il sindaco di Vienna, Michael Ludwig (Spö): “Questo modo di agire è inaccettabile, lo si può soltanto condannare”.

Nel tardo pomeriggio è intervenuto anche il Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, con un videomessaggio di cui riferiamo sotto.

Abbiamo segnalato la dolorosa vicenda di Tina, perché è quella che ha suscitato in queste ore più emozione e perché ha visto emergere la solidarietà di tanti compagni e insegnanti della sua scuola. Ma il suo non è un episodio isolato. Con lei, come abbiamo detto, sono state espulse ieri notte la madre e la sorellina, nonché un’altra giovane di 20 anni.

Qualcuno avrà notato che finora non abbiamo fatto alcun cenno al padre. Colmiamo ora la lacuna. Il padre c’è, anche lui ha passato la notte davanti ai cancelli del Centro di espulsione in Zinnergasse, per poter salutare i suoi familiari almeno con la mano, quando ha visto uscire il pullman. A lui non è toccata la stessa sorte, perché le circostanze del lavoro hanno fatto sì che disponesse di un permesso di soggiorno in Slovacchia, da dove fa il pendolare in Austria con un visto turistico. Tutto in regola, dunque, per la burocrazia austriaca, la cui efficienza è leggendaria. Leggendaria e anche un po’ surreale, se ritiene che sia in regola cacciare dall’Austria una ragazza nata e vissuta a Vienna, integrata in questo Paese e per la quale lo Stato ha investito offrendole otto anni di scuola.

 

NELLA FOTO, dall’alto, Tina mentre sta per essere portata in aeroporto, lo schieramento di polizia davanti al Centro di espulsione in Zinnergasse, i compagni di scuola radunatisi già nel pomeriggio con cartelli (su uno si legge: “Dov’è il vostro cuore?”), il Bundesrealgymnasium di Vienna frequentato dalla ragazza espulsa fino alla scorsa settimana.

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21.01.29 Videomessaggio di Van der Bellen su caso TinaIl Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, è rimasto “profondamente colpito” dalla notizia dell’espulsione avvenuta nella notte delle tre ragazze (e della madre di due di esse), due delle quali nate e cresciute a Vienna. “Io non posso e non voglio credere – ha dichiarato in un videomessaggio su Facebook – di vivere in un Paese in cui sia necessario agire davvero in questo modo. Dobbiamo trovare insieme una via perché vi siano rapporti umanamente rispettosi. Questo soprattutto quando i bambini ne sono le vittime principali”.

Pur non volendo entrare nel merito del provvedimento, non avendone alcuna competenza formale, ha detto di avere “una chiara idea in proposito”. E ha proseguito: “Per dirlo molto chiaramente: ogni organo dello Stato deve agire ovviamente sulla base delle leggi vigenti. Ma non ci sarebbe un margine legale di discrezionalità? Che ne è dei diritti dei minori, che vanno tutelati? Sono stati sufficientemente ascoltati?”.

Van der Bellen si è quindi appellato a tutti “quelli che sono investiti di responsabilità”, perché sia data “priorità al bene dei bambini e dei giovani”. Nel pronunciare queste parole il Capo dello Stato si è detto convinto che il suo punto di vista sia condiviso da molti, “da sindaci e sindache, esponenti dell’economia, del sindacato, politici locali, vescovi e parroci, persino dal Papa. E soprattutto dai compagni di scuola, dai loro insegnanti, dai genitori e naturalmente da molti cittadini”.

L’Austria è sempre stata forte, “quando noi abbiamo posto in primo piano ciò che unisce. Quando abbiamo trovato soluzioni umane. Quando la ragione, il buon senso, l’umanità sono state a fondamento del nostro agire”. Questo vale per tutti coloro che in tempo di pandemia sono stati colpiti in modo grave o molto grave, “ma vale anche per giovani bene integrati”. A tutti quelli che hanno visto il video ha rivolto l’appello a conservare anche in futuro questo atteggiamento: “Guardiamo per prima cosa l’aspetto umano. Non smettiamo mai di impegnarci per questi valori”.

Il video è stato pubblicato alle 17 e in serata aveva già avuto quasi 10.000 visualizzazioni e oltre 2.200 commenti, quasi tutti favorevoli.

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