Domenica 2 Giugno 2024

21.01.06 Hedwig Melcher e Hubert Stotter

Stenta a partire in Austria il tanto atteso piano di vaccinazione. Forse perché un piano vero e proprio non esiste, come lamentano molti medici, tra essi il vicepresidente dell’ordine nazionale della categoria, Harald Mayer. C’è uno schema del Ministero della Salute che indica le priorità – prima gli ospiti delle case di riposo e di cura, poi i medici e il personale sanitario, poi gli anziani e le persone con determinate patologie, infine tutti gli altri – ma lascia nel vago il come e il dove.

E così, dopo la “cerimonia” del 27 dicembre, che ha portato in tv in tutta Europa i primi vaccinati, fino a ieri in Austria soltanto 6.000 persone hanno ricevuto l’iniezione con il prezioso liquido uscito dai laboratori di Biontech-Pfizer. Meno del 10 per cento delle 63.000 dosi che l’Austria ha ricevuto la settimana scorsa. Altre 63.000 arriveranno entro la fine della settimana in corso, con il rischio che presto non potrebbe esserci più spazio nei congelatori dove vengono conservate.

Il commissario Clemens Martin Auer, che potremmo considerare il “Domenico Arcuri” dell’Austria, assicura che dalla prossima settimana la vaccinazione sarà accelerata e raggiungerà sistematicamente tutte le 900 case di riposo e i reparti Covid presenti nel Paese. In ogni caso, si parla soltanto di 200.000 persone entro febbraio. Finora le vaccinazioni sono state soltanto 6.000, perché nei giorni di festa il servizio è stato sospeso. Lo ha dichiarato Auer lunedì mattina, in un’intervista radiofonica, e sembrava di ascoltare le giustificazioni dell’assessore lombardo Giulio Gallera, che aveva spiegato il record negativo della Lombardia, con il fatto che non si era voluto richiamare i medici dalle ferie.

Ora le ferie sono finite, in Austria come in Italia, e si dovrebbe procedere con maggiore speditezza. Per il momento la situazione è quella illustrata ieri mattina dall’agenzia di stampa Apa: delle prime 63.000 dosi, ne sono state distribuite finora 8.360, di cui 2.800 a Vienna, 2.690 in Bassa Austria, 890 nel Salisburghese, 525 nel minuscolo Vorarlberg, 485 in Tirolo, 460 nell’Alta Austria, 300 in Carinzia, 170 nel Burgenland e soltanto 40 in Stiria. Stiamo parlando di dosi “distribuite”, mentre la “somministrazione” vera e propria avverrà entro la settimana.

La macchina si è appena messa in moto e forse ha bisogno di qualche giorno o di qualche settimana di rodaggio. Non è d’accordo con questa giustificazione Petra Preiss, presidente della Camera dei medici della Carinzia. “Non abbiamo alcun adeguato piano pandemico, nessun piano per vaccinazioni di massa. È stato tutto improvvisato nelle ultime settimane e questo è davvero penoso”. Il già menzionato Harald Mayer si è detto stupito che non esista ancora alcun concreto piano di vaccinazioni. “Discutere adesso su chi debba essere vaccinato – ha dichiarato – e come vadano definiti i gruppi a rischio è davvero tardi”.

In Carinzia, il Land più vicino a noi, i primi vaccini sono stati recapitati a una casa di riposo di Maria Gail, alla periferia sud-orientale di Villaco. La prima dose è stata iniettata all’ospite Edwig Melcher, di 75 anni. Con lei sono stati vaccinati altri 114 ospiti dell’istituto, che rappresentano il 90% del totale (non è chiaro se il restante 10% abbia rifiutato il vaccino per contrarietà o se non l’abbia ricevuto per insufficienza delle dosi a disposizione). Altre 166 persone sono state vaccinate in case di riposo di Klagenfurt, Gmünd, Spittal, Frantschach. Entro il 14 gennaio sarà completato il giro in tutte le residenze per anziani. La dose di richiamo sarà somministrata a metà febbraio.

 

NELLA FOTO, Edwig Melcher, ospite della casa di riposo di Maria Gail, subito dopo la vaccinazione, e il rettore dell’istituzione Hubert Stotter.

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