Sabato 18 Maggio 2024

12.10.25 Helmut BrandstCi avete fatto caso? In ogni incontro bilaterale tra Italia e Austria salta sempre fuori il tema del Sud Tirolo, o dell’Alto Adige, per dirla alla Tolomei. Se i leader politici italiani incontrano Obama, Merkel, Holland, Putin, discutono con questi della crisi economica internazionale, dei massacri in Siria, dell’Unione Europea e dell’euro e via elencando. Se invece incontrano il cancelliere austriaco, il tema immancabile è sempre quello: l’autonomia del Sud Tirolo.

 

Lo è stato, ovviamente, anche nell’incontro di Monti con il cancelliere in carica Werner Faymann, avvenuto un paio di giorni fa. Per i governanti austriaci è un obbligo a cui non possono sottrarsi, pressati come sono dai sudtirolesi, che periodicamente fanno visita a Vienna per rassicurarsi che la loro madrepatria non li abbandonerà mai. E quando poi incontrano i colleghi del governo italiano è giocoforza che ne riparlino, se non altro per dire a Bolzano: vedete? gliele abbiamo dette! gliel’abbiamo fatto capire a questi romani che siamo al vostro fianco, come se l’autonomia del Sudtirolo e la tutela della maggioranza linguistica tedesca fossero in discussione.

 

Com’è consuetudine in questi incontri internazionali, il primo ministro italiano ha concesso un’intervista a un quotidiano di Vienna. In questo caso si è trattato del “Kurier” e a intervistare Monti è sceso a Roma lo stesso direttore Helmut Brandstätter, giornalista tra i più autorevoli nell’area tedesca (è stato, tra l’altro, corrispondente dell’Orf da Bonn e da Bruxelles, responsabile della redazione esteri dell’Orf, direttore della tv tedesca “all news” Ntv). E anche in questa sede il tema “Südtirol” si è riaffacciato. Non è stato, naturalmente, il solo tema, ma sicuramente il più importante.

 

Brandstätter ha preso lo spunto dall’incontro che il cancelliere Faymann aveva avuto a Roma con i senatori di lingua tedesca del Sud Tirolo, i quali si erano detti molto preoccupati per le “mire centralizzatrici” del governo Monti, che limiterebbero l’autonomia della provincia. Riportiamo le testuali parole del nostro presidente: “In Italia abbiamo bisogno di un sistema meglio organizzato nell’amministrazione pubblica. In questo senso io mi sento vicino a lei, alla mentalità austriaca”.

 

Brandstätter: “Non mi sorprende, lei è un italiano del nord”.

Monti: “Certo, sono un po’ un tardo suddito di Maria Teresa. Ma torniamo al Sud Tirolo. Noi non pensiamo di limitarne l’autonomia. La tutela delle minoranze etniche e linguistiche è un fondamento della nostra Costituzione. Ma ora dobbiamo risanare insieme le finanze pubbliche. L’autonomia del Sud Tirolo è un sistema davvero ben collaudato. Entrambi i nostri presidenti Napolitano e Fischer soltanto pochi giorni fa hanno celebrato il 20. anniversario dell’accordo davanti all’Onu per il Sud Tirolo”.

 

Brandstätter: “L’Austria è la cosiddetta potenza tutrice dei sudtirolesi nei confronti dell’Italia. Secondo lei è ancora di attualità nella cornice dell’Unione Europea?”.

Monti: “Poiché nel 1992 il conflitto è stato risolto davanti all’Onu, credo che non vi sia alcuna necessità per un tale ruolo dell’Austria. Noi qui parliamo di problemi interni dell’Italia, per i quali Vienna non ha alcuna competenza. La Provincia di Bolzano ha tutte le possibilità di far valere le sue posizioni nell’ambito della Costituzione italiana”.

 

Fin qui la parte dell’intervista dedicata al Sud Tirolo. Intervista che, ovviamente, non poteva passare inosservata e non suscitare le reazioni della Südtiroler Volkspartei, il partito popolare altoatesino che raccoglie i voti della maggioranza tedescofona. Vivaci rimostranze sono state espresse dal senatore Oskar Peterlini, secondo cui non è Monti a dover decidere sul ruolo di Vienna come tutrice della comunità austriaca presente in Alto Adige.

 

“Sul Sud Tirolo – ha dichiarato – soffia un vento gelido e centralistico proveniente da Roma. Finora non avevamo mai avuto un governo più ostile di questo”. Certo, i parlamentari della Svp avevano sostenuto con il loro voto il governo Monti, al suo nascere, ma le previste modifiche della Costituzione ricaccerebbero il Paese al tempo antecedente alla riforma federalista del 2001. E, per quanto riguarda l’impegno di Monti di prelevare soldi dalle Regioni e dai Comuni, ciò avverrebbe in violazione delle norme costituzionali. I tagli voluti da Monti “costano al Sud Tirolo tra i 500 e i 600 milioni di euro”. Certo, anche il Tirolo deve “dare il suo obolo” per il risanamento dello Stato, ma “a condizione che ne sia preservata l’autonomia”.

 

Nella foto, il presidente del consiglio Mario Monti intervistato da Helmut Brandstätter, direttore del “Kurier”.

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