Sabato 18 Maggio 2024

13.06.11 Schloss Wolfpassing, Bassa Austria; Führerglocke, la campana del FührerDi solito sulle campane delle chiese è inciso il nome della Madonna o di qualche santo. Oppure quelli di munifici donatori, che hanno sostenuto i costi della fusione. Sulla campana di Schloss Wolfpassing, un castelletto barocco nei dintorni di Wieselburg  (Bassa Austria), sta scritto invece quanto segue: “Il 13.3.1938 l’unico Führer di tutti i tedeschi, Adolf  Hitler, liberò l’Ostmark dal giogo dei nemici del popolo e lo riportò nell’alveo del grande Reich tedesco”. Il messaggio è abbastanza chiaro, ma, a scanso di equivoci, precisiamo che l’Ostmark è il nome che la Germania diede all’Austria dopo l’Anschluss avvenuto il 13 marzo del 1938, perché non restasse traccia del suo passato imperiale, e che i “nemici del popolo” sono ovviamente gli ebrei, che Hitler fece sterminare.

 

La campana fu collocata in una delle quattro torri del castello nel 1939, un anno dopo l’annessione, e da allora suona ogni giorno, senza che nessuno abbia alcunché da ridire, probabilmente perché i vecchi non hanno voglia di ricordare quella dedica imbarazzante e i giovani non ne sono neppure a conoscenza. Del resto, nella cella campanaria di Schloss Wolfpassing non ci è mai salito nessuno.

 

Fa eccezione alla regola Johannes Kammerstätter, maestro in pensione del paese, con il pallino della storia locale, in particolare della storia degli ebrei nel Mostviertel, la regione della Bassa Austria dove si trova lo Schloss Wolfpassing. Sono state le sue ricerche a riscoprire la “campana del Führer”. Che peraltro, in origine, era stata dedicata “all’indimenticabile eroico cancelliere Engelbert Dolfuss”, assassinato dai nazisti nel 1934. Già un anno dopo l’Anschluss “l’eroico cancelliere” era stato dimenticato, il sacro bronzo fuso e la campana rifatta con una nuova dedica, più adeguata ai nuovi tempi.

 

La circostanza, resa di dominio pubblico da Kammerstätter, ha suscitato clamore, perché proprio ora il castello di Wolfpassing è stato venduto e non si sa chi sia il compratore. Finora era di proprietà della Bundesimmobiliengesellschaft (Big), società dello Stato che amministra le proprietà immobiliari. Aveva ospitato per decenni prima un istituto di economia casearia, poi era diventato internato per gli allievi di una vicina scuola superiore, poi ancora era stato usato per manifestazioni pubbliche.

 

Infine la decisione di venderlo. Ma a chi? Perché tanto mistero sull’acquirente? La Big sostiene di essere vincolata al riserbo, altrimenti il contratto potrebbe essere rescisso. Ma proprio questo riserbo dà la stura alle congetture più varie. Chi parla di investitori russi, chi di gestori di un nuovo, grande bordello.

 

Johannes Kammerstätter non si preoccupa tanto del castello, quanto della campana, che potrebbe finire in mano a fanatici neonazisti. Preoccupazione condivisa da Willy Mernyi, presidente del “Comitato Mauthausen”, che chiede perciò “una decisione politica” sulla vendita. La circostanza è stata presa in seria considerazione dalla stessa Big, che sta valutando se dal punto di vista legale sia possibile scorporare la campana dal patrimonio del castello.

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