Sabato 18 Maggio 2024

15.04.23 Peter Kaiser 1Un mese, al massimo un mese e mezzo. Il Land Carinzia non può sopravvivere più a lungo di così con le sole proprie risorse. Già dal primo di questo mese ha bloccato tutte le uscite facoltative. Si paga solo ciò che è necessario: stipendi, luce elettrica, soccorso stradale… Tutto il resto è fermo o rinviato a tempo indeterminato.

Quanto la situazione sia drammatica lo si deduce dalla decisione presa l’altro ieri dalla giunta regionale di annullare, a partire dal mese prossimo, il cosiddetto “Babygeld”. Si tratta di un’eredità dell’era Haider, quando si spargeva a piene mani denaro pubblico a destra e a manca, per creare consenso. Il “Babygeld” era un contributo corrisposto una tantum alle mamme, purché cittadine austriache o dell’Ue. Già quattro anni fa era stato dimezzato, date le ristrettezze di bilancio, riducendolo a 500 euro. Dal mese prossimo scomparirà del tutto.

Ma dopo il “Babygeld” potrebbero essere cancellati anche altri cardini del welfare carinziano, tanto seducenti da aver indotto molti italiani a prendere la residenza oltreconfine. Tutto dipenderà dall’incontro in programma oggi a Vienna con il cancelliere Werner Faymann (Spö), il vicecancelliere Reinhold Mitterlehner (Övp) e il ministro delle finanze Hans Jörg Schelling (Övp). Un “viaggio a Canossa” della giunta al completo, per chiedere l’aiuto del governo federale nel rifinanziamento delle vuote casse carinziane.

Per capire le ragioni di questa emergenza, per certi versi improvvisa, bisogna fare un passo indietro, almeno fino al marzo scorso, quando il ministro Schelling, alle prese con i costi del salvataggio di Hypo Bank che avevano superato ormai i 5 miliardi, e di fronte all’emergere di nuove falle, aveva dichiarato che lo Stato austriaco non avrebbe più pagato un centesimo ai creditori dell’ex banca carinziana. Una nuova direttiva dell’Ue, infatti, consente che i costi di banche in dissesto siano fatti carico ai creditori. Ma, siccome la direttiva entrerà in vigore nel 2016, Schelling aveva disposto una moratoria di un anno: rimborso dei crediti sospesi fino a quando scatterà la nuova disciplina europea.

Il passo indietro dello Stato austriaco ha avuto come immediata conseguenza la chiamata in causa del Land Carinzia, che in passato si era fatto garante delle obbligazioni assunte da Hypo Bank e lo è ancor oggi per 10,2 miliardi. Una somma che il Land ovviamente non ha, mentre invece ha già di suo debiti per 3,2 miliardi. La conseguenza successiva è stata che le società di rating hanno declassato in un sol colpo di 4 punti l’affidabilità finanziaria della Carinzia, che ora non può più accedere al credito, mentre invece stanno giungendo a scadenza i debiti contratti in passato (340 milioni solo quest’anno).

Ecco dunque la ragione dell’odierno vertice a Vienna, dove gli amministratori della Carinzia si presenteranno in ginocchio. Il paradosso della situazione è che il disastro non è stato causato dagli amministratori attuali che, detto per inciso, sono socialdemocratici e popolari come i loro interlocutori viennesi (più un assessore dei Verdi), bensì dai loro predecessori del clan Haider. La nuova giunta carinziana, in carica da due anni, ha fatto salti mortali per colmare i buchi lasciati dai suoi predecessori, riducendo di 125 milioni il debito del Land.

Difficile prevedere che cosa uscirà dall’incontro di oggi. Dai contatti già avvenuti a livello di funzionari sarebbe emersa l’intenzione di Vienna di procurare il finanziamento richiesto, ma mettendo il Land sotto tutela. Si parla addirittura di una sorta di commissariamento, analogo alla troika per la Grecia. Il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, confida in una soluzione politica, che preservi l’autonomia e la dignità della sua regione, ma pare che i margini di trattativa siano inesistenti. 

 

NELLA FOTO, Peter Kaiser, che avrà il difficile compito di guidare la delegazione carinziana all’incontro di oggi a Vienna con i rappresentanti del governo federale.

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