Sabato 18 Maggio 2024

Che cosa ci si porta a casa da un soggiorno a Vienna? Un vaso in porcellana dell’Augarten Manufaktur? Una lampada delle Wiener Werkstätte? Una boccia di cristallo con dentro la testa di Sissi ricoperta di finta neve? O, per non sembrare troppo sofisticati, una preziosa (non solo in senso figurato) fetta di torta Sacher?

Quando andremo la prossima volta a Vienna avremo la possibilità di fare una scelta diversa, molto più economica: l’acquisto di una copia della “Wiener Zeitung”. Stiamo parlando del quotidiano più antico del mondo, che tuttora è presente ogni giorno in edicola. Il primo numero apparve l’8 agosto 1703, quando in Austria regnava l’imperatore Leopoldo I, quello che fece erigere l’ala più occidentale della Hofburg (oggi sede del Capo dello Stato) e consentì agli ebrei di risiedere nell’attuale secondo distretto (che prese il nome appunto di Leopoldstadt).

Da allora sono passati oltre tre secoli. Nel mondo sono nati e morti centinaia di giornali. Solo la “Wiener Zeitung” ha saputo resistere, affrontando le guerre napoleoniche, la Restaurazione, la censura di Metternich, il ribollire delle nazionalità nell’impero multietnico degli Asburgo, fino alla sua caduta, due guerre mondiali, fascismo e nazismo, occupazione alleata, per approdare infine alla Seconda Repubblica.

Ed è proprio adesso, quando meno te l’aspetti, che la storia secolare del quotidiano viennese rischia di concludersi. Il giornale è di proprietà dello Stato e lo Stato – o, per meglio dire, il governo in carica formato da una coalizione di Övp (popolari) e Verdi – ha deciso di disfarsene. Nelle scorse settimane ha approvato un disegno di legge che fissa al 1. luglio 2023 la cessazione delle pubblicazioni. 1703-2023: una storia durata 320 anni!

La testata non scomparirà del tutto: continuerà a esistere on line e l’edizione stampata apparirà con periodicità mensile. Quale senso abbia sul piano editoriale un nuovo mensile non si sa. I più ritengono che sia soltanto uno stratagemma del governo per rendere meno traumatica la chiusura di una testata che appartiene alla storia dell’Austria. Passato qualche anno o qualche mese anche la “Wiener Zeitung” mensile seguirà la sorte del quotidiano, ma la sua scomparsa susciterà meno clamore.

Sicuramente meno clamore di quello suscitato in questi giorni. Voci in difesa del quotidiano viennese si sono levate da tutto il mondo politico. O, per meglio dire, da tutto il mondo politico, escluso quello dei due partiti di governo. Ma anche i giornali “concorrenti” hanno fatto sentire la loro voce in difesa della Wiener Zeitung. Praticamente i direttori di tutte le testate quotidiane presenti in Austria (ma anche di alcuni settimanali) hanno sottoscritto un appello al governo, perché riveda la propria decisione e consenta alla “Wiener Zeitung” di continuare ad essere il più antico giornale del mondo.

Il cancelliere Karl Nehammer e la ministra per i media Susanne Raab, però, sono fermi nella loro decisione. Le ragioni sono di natura economica. Dai tempi di Giuseppe II (figlio di Maria Teresa e nipote di quel Leopoldo I da cui tutto era cominciato) la “Wiener Zeitung” svolgeva anche le funzioni di Gazzetta Ufficiale: in un dorso a parte vi comparivano tutti i documenti ufficiali dello Stato e gli atti delle società private di cui fosse richiesta la pubblicazione.

Su sollecitazione dell’Unione Europea questi documenti, da qualche tempo, devono essere resi pubblici anche digitalmente e, su sollecitazione del mondo imprenditoriale, è venuto meno l’obbligo di pubblicazione sulla “Wiener Zeitung”, che per le aziende rappresentava un costo. Di conseguenza alla testata è venuta a mancare una importante fonte di entrata: 20 milioni di euro all’anno. Con la pubblicità “normale” e con il solo ricavato delle vendite (6.000 copie, secondo la ministra, tra le 20.000 e le 40.000, secondo il comitato di redazione) il giornale non sta in piedi.

Sono le leggi dell’economia, bellezza! Ma si potrebbe fare uno strappo a quelle leggi, per consentire la sopravvivenza del più antico giornale del mondo, che andrebbe protetto e custodito come si fa con i panda e con le balene? L’ultima parola spetta al governo. Se non cambierà idea, la “Wiener Zeitung” scomparirà dalle edicole alla vigilia del suo 320.mo compleanno.

Per questo a chi prossimamente andrà a Vienna raccomandiamo di acquistare e mettere da parte una copia della “Wiener Zeitung”. Sarà un “souvenir” dell’Austria di ieri e di oggi, più prezioso di una porcellana di Augarten, più durevole di una Sachertorte, più autentico di una Sissi prigioniera di una boccia di cristallo.

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