Forse è l’arroganza del potere o forse è soltanto la stanchezza. Può spiegarsi in uno di questi due modi l’irrispettosa reazione del cancelliere Sebastian Kurz alle domande insistenti di una giovane giornalista dell’emittente televisiva privata Puls 24, Alexandra Wachter, che lo intervistava su come erano state condotte a Bruxelles le trattative per il Recovery Fund. Ricordate? La Commissione Ue proponeva aiuti anche a fondo perduto ai Paesi più colpiti dalla pandemia, tra cui l’Italia, mentre Kurz e i suoi compari “frugali” vi si opponevano.
La resistenza del cancelliere austriaco, che aveva rischiato di mandare all’aria l’accordo, aveva suscitato critiche non soltanto nei Paesi direttamente interessati, come il nostro, ma anche in Austria e in Germania. Citando il settimanale tedesco “Die Zeit”, Wachter aveva posto la domanda: “Perché si parla così male di lei?”. Risposta di Kurz: “Evidentemente perché abbiamo condotto bene le trattative. Ma se lei dice che la disturba la retorica…”. Interloquisce l’intervistatrice: “Non mi disturba nulla, ho semplicemente fatto una citazione. Si trova in ‘Die Zeit’”. A questo punto “Basti” perde le staffe e apostrofa la giovane interlocutrice con un “Ma lei ha un suo cervello?”.
Sono situazioni spiacevoli e imbarazzanti, che si presentano talvolta quando uomini politici, specie se molto potenti, si infastidiscono per domande sgradevoli che vengono loro poste. Ma è proprio questo il compito dei giornalisti, perché alle domande “gradevoli” ci pensano già gli “uffici stampa e propaganda” con i loro comunicati.
La cosa sarebbe finita lì, se non fosse che l’intervista, registrata al pomeriggio, è stata mandata in onda alla sera purgata del passaggio in cui il cancelliere chiede alla giornalista se sia capace di ragionare con la sua testa. I tagli nelle interviste non sono inusuali, perché la loro durata deve essere riportata ai tempi inderogabili fissati dal palinsesto. Ma anche chi non è del mestiere sa che, quando si deve tagliare, vengono eliminate le parti più banali o ripetitive. Un passaggio in cui un cancelliere aggredisce chi lo intervista sicuramente va salvato.
E invece accade proprio questo e tutti subito si chiedono perché. Secondo l’Apa (l’Agenzia di stampa austriaca) vi sarebbero stati interventi della Cancelleria federale nei confronti di Puls 24. All’Apa risponde con una nota scritta un portavoce della Cancelleria, per dire che all’emittente televisiva erano stati segnalati alcuni dati sbagliati menzionati nell’intervista (relativi alla quota di contribuzione dell’Austria al bilancio Ue), ma nessun intervento censorio. “Compete soltanto alla redazione – si legge in quella nota – stabilire quali parti dell’intervista e in quale lunghezza mandare in onda”.
Anche la direzione di Puls 24 nega che vi siano state interferenze della squadra di Kurz. Si sarebbe trattato di “un normale taglio della registrazione, come accade anche in interviste di Zib2 (il telegiornale della sera dell’Orf, la tv pubblica, nda)”. Immediata la replica su Twitter di Armin Wolf, anchorman dell’Orf: “No, cari colleghi. In tutta amicizia, una cosa del genere in Zib2 non sarebbe mai accaduta, né per desiderio di un ospite, né per scelta della redazione. Per favore non fate un uso strumentale di noi in questa storia”.
Censura o no, si sa che la decisione di eliminare quel passaggio cruciale dell’intervista ha suscitato molto malumore nella redazione della tv privata e nella giornalista Alexandra Wachter, a cui è andata la “piena solidarietà” di Wolf, per “l’alta professionalità del suo lavoro. Il colpo basso del cancelliere è veramente una cosa dell’altro mondo”.
Prevedibili le reazioni critiche dei partiti di opposizione. Ma anche dei Verdi, che sono al governo con Kurz. Meri Discosi, portavoce delle donne verdi, definisce “del tutto inaccettabile e irrispettoso” che “il cancelliere presuma che una giornalista non abbia cervello, solo perché fa una citazione di ‘Die Zeit’”.
Christian Deutsch, segretario federale dei socialdemocratici, osserva che “Kurz evidentemente non sopporta domande critiche”. Il sospetto poi di un intervento censorio nei confronti dell’emittente, dovrebbe “far suonare i campanelli di allarme”. Deutsch avverte una “deriva dell’Austria verso una democrazia illiberale di stampo ungherese”.
Fortemente critica anche l’organizzazione Reporter senza frontiere: “I media – scrive – non sono un veicolo di trasporto della politica, ma devono agire indipendenti. Questo non è soltanto parte della libertà di stampa dei giornalisti, ma un diritto fondamentale dei cittadini di poter accedere a una libera informazione”.
La vicenda ha avuto un’eco anche in Germania, dove a occuparsene è stata l’altro ieri la “Süddeutsche Zeitung”, autorevole giornale di Monaco di Baviera. La redazione ha chiesto a Puls 24 se da parte di Kurz vi sia stata la richiesta di tagliare la frase “incriminata” dell’intervista. Risposta: no. Analoga domanda al portavoce del cancelliere Johannes Frischmann. Nessuna risposta.
Commento del quotidiano tedesco: “Solo pochi giornali in Austria sono consapevoli di dover opporsi alle pressioni dello staff del cancelliere”. Con un appendice: “Una buona parte della verità si trova negli aiuti di Stato alla stampa. Secondo il principio dell’annaffiatoio, anche emittenti radio e televisive vengono assistite con contributi. Così Puls 24 riceve più di 1,4 milioni nell’anno in corso, cui si aggiungono 1,2 milioni di aiuti dovuti al Covid-19. Uno stimolo in più per non alienarsi i favori del governo”.
NELLA FOTO, il cancelliere Sebastian Kurz intervistato dalla giornalista di Puls 24 Alexandra Wachter, quella a cui ha rinfacciato di non usare il proprio cervello.
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