Sabato 18 Maggio 2024

15.11.19 Berlino; Werner Faymann e Angela MerkelQuando si discute di immigrazione, la madre di tutte le domande è una sola: fino a quando la Germania continuerà ad accogliere i profughi in arrivo dai Balcani? Perché, a ben vedere, la questione è tutta lì, nella Germania della cancelliera Merkel, che a fine estate aveva deciso di aprire le porte del suo Paese alla massa dei disperati in arrivo dalla Siria e da altre aree di guerra. “Se devo scusarmi – aveva detto allora Angela Merkel – per aver mostrato un volto di amico nei confronti di questa gente in fuga, allora questo non è più il mio Paese”. Parole forti, specie nel momento in cui, anche in seguito agli attentati di Parigi, viene messa in discussione la stessa area Schengen, con il rischio del ripristino almeno temporaneo dei controlli di polizia ai confini di una parte dei Paesi dell’Ue.

Da allora sono giunti in Germania quasi 800.000 profughi, un numero che ha messo a dura prova la leadership della cancelliera, contestata da più parti, anche all’interno dal suo stesso partito. Ma Angela Merkel sembra voler resistere nella sua posizione di apertura, certamente molto rischiosa per il suo futuro politico. Un atteggiamento, il suo, che ha trovato il pieno appoggio del cancelliere austriaco Werner Faymann. Questi, parlando alla tv tedesca Ard, ha dichiarato che una chiusura dei confini «sarebbe la fine di Schengen e dell’idea europea», aggiungendo che «non possiamo risolvere il problema né alla frontiera austriaca, né a quella tedesca». Le soluzioni sono invece da cercare nel superamento delle violenze in Siria, nel miglioramento della situazione di profughi in Turchia e in misure in Grecia.

L’occasione dell’intervista televisiva era stata data dal viaggio che Faymann ha fatto a Berlino, per incontrare la cancelliera Merkel e per pronunciare il discorso di apertura di un vertice economico promosso dall’autorevole quotidiano “Süddeutsche Zeitung”. L’Europa – ha detto in quella circostanza il leader austriaco – non può costruire 20.000 chilometri di filo spinato lungo i suoi confini. Non può esserci una gara a chi è più lesto nel costruire i migliori e più alti steccati e difende nel modo migliore e più sicuro le sue mura, anche con la forza militare.

Faymann si è detto convinto che l’Europa, comunque la si consideri – sotto l’aspetto della politica economica e sociale o del tema dei rifugiati e della politica della sicurezza – non giustificherebbe in alcun modo quanti auspicano l’erezione di alti muri e l’isolamento. Il cancelliere austriaco ha definito particolarmente incomprensibile il fatto che la discussione politica metta nello stesso calderone il tema dei rifugiati e quello del terrorismo. “I profughi – ha affermato – sono le vittime e non i complici del terrorismo”.

Non si possono fermare uomini che, dopo aver attraversato il confine greco, hanno percorso 2.000 chilometri per giungere fino a noi. Secondo il cancelliere, non ci sono ragioni che tengano, sarebbe necessario l’uso della forza militare. “Ma una società che tiene in gran conto i valori della libertà, del diritto all’asilo, dei diritti umani – ha dichiarato Faymann, tra l’applauso dei presenti – una società che addita agli altri Paesi del mondo, come questi valori vadano perseguiti, una tale società non può essere causa di una catastrofe umanitaria”.

La situazione di crisi dovuta ai rifugiati non va affrontata, secondo il cancelliere, con misure di controllo o zone di transito, che comunque non ridurrebbero il flusso dei migranti. I controlli non sarebbero alcun deterrente, da questo punto di vista, ma vanno attuati dichiarando guerra ai criminali e ai trafficanti di uomini. “A questo genere di controlli – ha dichiarato Faymann, quasi anticipando  la posizione dell’Austria al vertice europeo dei ministri degli Interni dell’altro ieri, al summit Ue-Turchia di fine mese e a quello dei 28 di metà dicembre – noi dobbiamo riconoscerci, come Unione Europea. Ma questo significa non un solo rifugiato in meno!”

Il vertice economico a cui Faymann ha parlato era ospitato nell’hotel Adlon, a due passi dalla porta di Brandeburgo, e, nonostante la presenza di molte personalità della politica e dell’economia, si è svolto in assoluta assenza di controlli di polizia.

 

NELLA FOTO, il cancelliere austriaco Werner Faymann durante l’incontro con Angela Merkel a Berlino.

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