Sabato 18 Maggio 2024

15.11.24 Profughi in Slovenia diretti al confine austriacoOccorre fare chiarezza una volta per tutte sulla questione dei confini nazionali – non solo del confine esterno all’Unione Europea – che, secondo alcune fonti giornalistiche, sarebbero stati chiusi al transito dei migranti provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq, attraverso la cosiddetta rotta dei Balcani.

Scrive, per esempio, Giovanni Masini, su “Il Giornale”, che la Germania “nemmeno due settimane dopo” aver “spalancato le porte con una boutade dal sapore teatrale ‘accogliamoli tutti’”, le aveva subito richiuse e “altrettanto facevano gli austriaci e gli svedesi”, per cui “già a metà ottobre i migranti respinti  dalla Germania venivano rispediti in Italia senza tante cerimonie”. Notizie analoghe sono apparse su altre testate di destra, ma anche di sinistra (cito, tra le altre, il “Manifesto”).

Sono notizie prive di fondamento e stupisce che a questa campagna di disinformazione, ma probabilmente motivata politicamente, si sia unita anche una persona come l’ex ministro Claudio Martelli, che, per aver firmato nel 1990 l’adesione dell’Italia agli accordi di Schengen, dovrebbe essere informato meglio degli altri. Nel sito web di “QN” ricorda come l’Ungheria abbia eretto un muro con la Serbia e aggiunge: “Lo stesso hanno fatto l’Austria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia verso l’Ungheria, infine la Germania di Angela Merkel pochi giorni dopo avere promesso di accogliere tutti i rifugiati siriani ha chiuso le frontiere con l’Austria”.

Orbene, al momento attuale né la Germania, né l’Austria, né la Slovenia hanno posto alcuna barriera all’ingresso e all’attraversamento del loro territorio nazionale da parte dei profughi in arrivo. Ne transitano dai 4.000 ai 6.000 al giorno. Quasi tutti puntano alla Germania (dove finora hanno chiesto asilo oltre 800.000 persone) e alla Svezia, ma alcuni hanno scelto di fermarsi già in Austria (oltre 60.000 e alla fine dell’anno saranno 95.000).

Le recinzioni che l’Austria intende allestire al valico sloveno di Spielfeld non vogliono fermare nessuno. Hanno il solo scopo di consentire un ordinato afflusso dei migranti, senza che nessuno nella ressa si faccia male. La prova di ciò è data dal fatto che negli altri valichi (Rosenbach e Bad Radkersburg), dove non c’è tanta ressa, non è parsa necessaria alcuna recinzione. Anzi, per favorire l’afflusso (e non per impedirlo) l’Austria ha chiesto e ottenuto dalla Slovenia che sia aperto un quarto valico a Jesenice, al confine con la Carinzia.

Certo, come scrive “Il Giornale”, alcuni profughi diretti inizialmente in Germania vengono “rispediti in Italia senza tante cerimonie” (in realtà si tratta di migranti “economici” che non sono rispediti, ma, probabilmente, prevedendo che la loro richiesta di asilo non sarà accolta, fanno spontaneamente marcia indietro, puntando su un Paese come il nostro, dove sperano di sistemarsi più facilmente). Vale la pena notare che, come apprendiamo dalle cronache locali, si tratta di poche decine di persone al giorno, che comportano pur sempre un problema logistico per la Regione Friuli Venezia Giulia e per i Comuni che devono farsene carico, ma sono un nulla, rispetto alle decine e centinaia di migliaia di migranti di cui si stanno facendo carico Germania e Austria, tra l’altro senza piagnistei con l’Europa, perché nessuno le aiuta.

Questa, come scrivevamo all’inizio, è la situazione di oggi. Sarà così anche domani o dopodomani? Chi lo sa! Può darsi che un bel giorno la Germania dichiari di non poterne più ricevere altri e chiuda le frontiere, il che probabilmente avrebbe un effetto a catena su tutti i Paesi a valle, dall’Austria in giù, fino alla Grecia. Ma oggi non è così.

Oggi la Germania è quella dell’accoglienza, è la Germania di Angela Merkel, che forse non sarà più rieletta alle prossime elezioni, ma che certo passerà alla storia per aver creduto e dimostrato che in un’Europa che fonda le sue radici nel Cristianesimo e nell’Illuminismo la solidarietà è ancora un valore. E l’Austria ne segue l’esempio, tanto da far dire al suo cancelliere, Werner Faymann, che “non un solo rifugiato” sarà lasciato fuori della porta.

Se domani la situazione dovesse cambiare, saremo i primi a riferirne. Ma non intendiamo unirci al coro di quanti vorrebbero anticipare i tempi, inventando barriere ai confini tedesco e austriaco che non esistono, soltanto perché non appaia così evidentemente la nostra ignavia e la nostra incapacità di gestire il modesto flusso migratorio sul nostro territorio nazionale.

 

NELLA FOTO, profughi in Slovenia in marcia verso il confine austriaco di Spielfeld.

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