Sono passati quasi due mesi dall’introduzione del divieto di fumo nei pubblici esercizi in Austria e c’è ancora fermento nella categoria dei ristoratori, pizzaioli e caffettieri. Si recrimina molto sul danno economico subito, con un drastico calo del fatturato. A nessuno viene in mente di chiedersi come mai negli altri Paesi dove le sigarette sono al bando da tempo (l’Austria è circondata su ogni lato da Paesi in cui vige un simile divieto) bar e ristoranti non siano falliti e continuino a lavorare come prima e forse meglio di prima. Tirolesi e carinziani, per esempio, potrebbero fare un salto nelle contigue province di Bolzano o di Udine per vedere con i propri occhi, e annusare con il proprio naso, come vanno le cose.
Nonostante le resistenze degli esercenti, il divieto è stato applicato quasi ovunque e le sanzioni si contano sulle dita di una mano. L’Austria, in fin dei conti, era e resta un Paese ordinato, rispettoso delle leggi.
D’altronde i ristoratori dovrebbero essere incoraggiati dall’applicare la nuova normativa dal gradimento crescente che si manifesta nella clientela. Secondo un sondaggio di fine novembre il 60% degli austriaci si era dichiarato contento del divieto di fumo. Il 55% degli intervistati era favorevole al bando delle sigarette già prima che il divieto entrasse in vigore. Il 5% si è aggiunto strada facendo: sono quegli austriaci che prima tolleravano il fumo nei locali pubblici e forse erano essi stessi fumatori, ma dopo le prime settimane di “aria pulita” si sono resi conto che così era meglio e che si poteva sopravvivere anche rinunciando alle sigarette.
Nel frattempo è stata fatta chiarezza su alcuni dubbi interpretativi della legge. In particolare per quanto concerne il fumo all’aperto, in spazi protetti da tende predisposti dai ristoratori. La legge, infatti, impone il divieto nelle cosiddette “Bierzelte”, ovvero quei grandi tendoni che vengono montati in occasione di sagre o feste della birra, per accogliere folle di frequentatori che non troverebbero spazio sufficiente in normali locali. Ma tale divieto vale anche per le tende montate davanti ai bar, perché i clienti possano fumare anche se piove?
La risposta è venuta ieri dal Ministero della Sanità, che ha diramato una circolare in cui spiega che cosa si intende per “superfici aperte” (dove quindi è consentito fumare), ma in qualche modo protette dalle intemperie. Il riferimento è alle tende allestite in Austria in questa stagione, in cui le condizioni climatiche sono un po’ più severe di quelle italiane. In questi allestimenti si può fumare se c’è una copertura, purché le pareti laterali siano aperte per oltre il 50% della superficie.
Sarà interessante conoscere l’esito del prossimo sondaggio, che sicuramente verrà prima o poi.
NELLA FOTO, la tenda montata da un ristoratore di Freistadt (Alta Austria) per i suoi clienti che desiderano fumare. Il Ministero della Salute ha ieri chiarito che in una tenda del genere permane il divieto, a meno che non siano aperte almeno per il 50% le superfici laterali.
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