Sabato 18 Maggio 2024

18.04.26 Bleiburg, commemorazione caduti ustascia - CopiaSarà probabilmente il più grande raduno fascista d’Europa quello che si terrà il 12 maggio sui prati di Loibach, ai margini di Bleiburg. Siamo nella Carinzia orientale, al confine con la Slovenia. Qui nel maggio 1945, a guerra finita, furono trucidati dai partigiani titini migliaia di soldati ustascia e con essi anche cetnici e domobranci, cioè croati, serbi e sloveni che nella guerra avevano combattuto a fianco della Germania, macchiandosi degli stessi crimini commessi dalla Wehrmacht del Reich nazista. Si erano arresi senza condizioni agli inglesi, che già avevano occupato la Carinzia, sperando di cavarsela, ma furono consegnati all’esercito jugoslavo, benché fosse chiara quale sarebbe stata la loro sorte.

Le esecuzioni di massa ebbero inizio subito, già in territorio austriaco, e proseguirono nei giorni successivi anche in territorio jugoslavo. I boschi, gli anfratti rocciosi, i pozzi di miniere dismesse al di qua e al di là del confine sono disseminati di fosse comuni, dove sono sepolti a centinaia non solo ex collaborazionisti, ma anche civili innocenti. Nella storia della Repubblica di Tito quelle vicende furono celebrate come tappe conclusive di una gloriosa marcia contro il nazismo. Per gli sconfitti e soprattutto per i croati della diaspora anticomunista, che dopo la guerra trovarono rifugio altrove in Europa o in America, quei crimini sono ricordati come “il massacro di Bleiburg”, benché a Bleiburg avessero avuto luogo soltanto i primi di una lunga serie.

Già nel 1951 si tenne qui, nel “Loibacher Feld”, la campagna di Loibach, una cerimonia in suffragio delle vittime. Furono i croati in esilio a promuoverla. Nel tempo fu costruito un monumento dedicato a quei morti, su cui fu incisa la scritta “A onore e gloria dei caduti dell’esercito croato”, sostituita in anni recenti con una nuova formula meno nazionalista: “In memoria delle vittime innocenti della tragedia di Bleiburg”.

Davanti a quel monumento il rito di suffragio si ripete ogni anno e, da quando la Croazia è indipendente, vi partecipano le massime autorità della nuova repubblica, che concorre anche al sostegno finanziario. Ma nel tempo l’appuntamento commemorativo è diventato anche occasione di incontro dei neofascisti croati e non solo croati. Al “Loibacher Feld”, attorno all’altare su cui la Chiesa croata celebra la messa di suffragio per i morti del “massacro di Bleiburg” si vedono sempre più numerosi uomini con uniformi militari o paramilitari, su cui spiccano le insegne dell’esercito ustascia, vengono sventolate bandiere di quel movimento, se ne cantano gli inni.

L’evento è degenerato nel corso degli anni al punto che in questi giorni tre eurodeputati austriaci – Othmar Karas (Övp), Josef Weidenholzer (Spö), Angelika Mlinar (Neos) – sono intervenuti per chiedere congiuntamente un intervento dello Stato che ponga fine a questa esibizione sfrontata di fascismo. Non sono i soli ad averlo fatto. Hanno preso posizione anche il Comitato di Mauthausen, la Comunità israelitica e l’Archivio per la documentazione della resistenza, il cui presidente Rudolf Edlinger ha parlato del “più grande incontro fascista d’Europa”.

Anche la Chiesa cattolica della Carinzia ha espresso il suo dissenso. Non contro “la celebrazione della santa messa su un’area privata, nell’ambito di una commemorazione funebre”, ma contro la trasformazione in manifestazione fascista che ne fa da contorno. Per impedire che ciò si ripeta e per evitare che la celebrazione della messa, la preghiera per i defunti e la processione che segue diano adito a critiche, la Chiesa carinziana ha inviato le seguenti esortazioni scritte alla Chiesa di Zagabria: vietare discorsi politici durante la messa, vale a dire dal suo inizio fino alla benedizione conclusiva; eliminare simboli, manifesti, striscioni, uniformi o abiti simili a uniformi, come pure magliette o altro abbigliamento con scritte o simboli incriminabili; vietare l’allestimento di gazebi per la vendita di souvenir o alcolici.

Il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, ha inviato una lettera al cancelliere, alla ministra degli Esteri, a quello della Giustizia e al ministro degli Interni, segnalando il problema e sollecitando un’adeguata presenza di poliziotti sul campo di Loibach, in grado di intervenire, qualora risultassero violazioni alla legge che vieta in Austria manifestazioni di stampo nazista. Finora non ha avuto risposta.

 

NELLA FOTO, sventolio di bandiere all’annuale incontro sul “Loibacher Feld”, per commemorare il “massacro di Bleiburg”.

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