Sabato 18 Maggio 2024

18.04.24 Christof Zernatto“Non è giusto, non è normale, non è rispettoso”. Abbiamo sentito alla radio e in tv la rabbia di Matteo Salvini, tagliato fuori dai giochi, dopo che il capo dello Stato Mattarella aveva conferito a Roberto Fico, presidente della Camera, l’incarico di verificare la possibilità di un governo M5s + Pd. Non è giusto, secondo Salvini, perché in democrazia devono andare al governo le forze politiche che hanno vinto le elezioni, non quelle che hanno perso. Non può andarci il Pd, sconfitto dagli elettori.

È lo stesso discorso che abbiamo sentito pronunciare, con altre parole, da Luigi Di Maio, aspirante primo ministro dei grillini. Di Maio è convinto che tocchi a lui presiedere il consiglio dei ministri, in quanto esponente del movimento politico più votato. Salvini, a sua volta, rivendica per sé o per altra persona designata dalla Lega il ruolo di  presidente del consiglio, in quanto esponente del partito più votato della coalizione di centrodestra, che sua volta ha ricevuto più voti dello stesso M5s.

Esponenti delle due parti hanno parlato di scandalo, di violazione dei principi democratici, di comportamenti politici che non si vedono in nessuna altra parte del mondo. Non sappiamo come si vedano i governi in “altre parti del mondo”, ma sappiamo come “si vedono” in Austria, sia a livello federale (noi diremmo “statale”), sia a livello regionale.

Il sistema elettorale è simile al nostro: proporzionale. Anche qui il capo dello Stato conferisce l’incarico di formare il governo alla lista più votata, ma non sempre con successo. Talvolta capita che il partito più votato resti in panchina e che il governo lo facciano altri.

Potremmo citare molti esempi, ma ci limitiamo a quelli più clamorosi di cui si è avuta un’eco anche in Italia. Il primo che ci viene in mente è il primo governo di centrodestra, nato nel febbraio 2000. Il capo dello Stato aveva conferito l’incarico all’Spö (Partito socialdemocratico), che aveva vinto le elezioni. Le cose invece andarono diversamente: Fpö (partito dell’estrema destra nazionalista e populista), secondo per voti, ed Övp (Partito popolare), al terzo posto, si accordarono tra loro e si presentarono al capo dello Stato, dichiarandosi pronti a formare un governo. Il capo dello Stato era contrario, ma dovette arrendersi davanti alla forza dei voti: Fpö e Övp insieme avevano la maggioranza e potevano quindi governare.

Di quella vicenda si ricorda in particolare il ruolo giocato dall’Övp. In campagna elettorale il suo leader Wolfgang Schüssel aveva dichiarato che, se il suo partito fosse arrivato terzo (fosse stato scavalcato, cioè, dall’Fpö), sarebbe andato di filato all’opposizione. In effetti, l’Övp arrivò terzo, ma non andò all’opposizione, al contrario fece eleggere cancelliere Schüssel, proprio l’uomo sconfitto dagli elettori.

Storia analoga in Carinzia, dieci anni prima. Elezioni del Land: vince come sempre l’Spö, ma non ha più la maggioranza assoluta che gli aveva consentito di dominare il Land in tutto il dopoguerra. Pur di scalzare il leader socialdemocratico, Övp e Fpö si mettono d’accordo tra loro ed eleggono governatore Jörg Haider. Tutti ricordano il leader dell’estrema destra alla guida del Land dal 1999 in poi, ma sfugge ai più che lo era già stato dieci anni prima, sia pur per breve tempo. Quella volta la sua presidenza si era bruscamente interrotta, perché nel corso di una seduta del consiglio regionale aveva elogiato “la politica dell’occupazione del Terzo Reich” (parole testuali). Per l’Övp era stato superato il limite e Haider fu costretto a dimettersi. Era il 1991.

Alla coalizione Övp-Fpö, cioè alla coalizione tra due perdenti, subentrò una coalizione Spö-Övp, ma governatore non fu eletto un esponente socialdemocratico (benché l’Spö avesse quasi il 50% dei voti). L’Övp, per entrare in giunta, pretese che Landeshauptmann fosse uno dei suoi. L’Spö, pur di non tornare all’opposizione, chinò la testa e accettò il ricatto dei popolari. Governatore divenne così Christof Zernatto. Pur essendo esponente del partito che in Carinzia aveva meno voti, rimase in carica nei successivi 8 anni.

 

NELLA FOTO, Christof Zernatto, governatore della Carinzia dal 1991 al 1999.

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