Domenica 2 Giugno 2024

Marco Gariglio, direttore di Hypo Bank Italia da due anni e mezzo, ha rassegnato ieri le dimissioni dall’incarico. Ospitiamo qui di seguito l’articolo uscito oggi sul “Messaggero Veneto” di Udine, a firma di Maurizio Cescon, in cui il manager spiega le ragioni della sua sofferta decisione. Ricordiamo che dallo scoro anno la holding bancaria carinziana, a cui facevano capo tutte le Hypo Bank nazionali, non esiste più. Al suo posto è subentrata una bad bank, la Heta Asset Resolution. È rimasta in vita soltanto Hypo Bank Italia, che ora fa capo direttamente al Ministero delle finanze austriaco, tramite una holding federale.

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14.05.05 Marco Gariglio, direttore generale Hypo Bank - CopiaNuova grana per Hypo Bank Italia: il direttore generale Marco Gariglio, in carica dal settembre 2013, si è dimesso. Lo ha comunicato il manager stesso ieri mattina ai capi area e la notizia si è subito diffusa negli ambienti finanziari ed economici della regione. Visione strategica differente rispetto all’azionista austriaco (lo Stato austriaco, ndr): questa la motivazione ufficiale dell’addio del direttore, originario del Piemonte, che ha avuto esperienze in Santander e in altri istituti di credito.

Il consiglio di amministrazione, che dovrà prendere atto delle dimissioni e nominare un sostituto, non si è ancora riunito, quindi Gariglio resterà in carica per le prossime settimane, finché una decisione non sarà stata assunta. Il banchiere è sereno e accetta di commentare la sua scelta. «Le strade mia e della proprietà della banca si separano – osserva – è consensuale. C’erano alcune divergenze sulla mission: io ho provato a tenere in vita l’istituto, a facilitare molte soluzioni come la vendita a un altro gruppo o il conferimento d’azienda, con l’aiuto delle istituzioni e dell’ente di vigilanza, ma non siamo riusciti a convincere l’azionista che questa era la via da percorrere”.

“I principi, per me, sono qualcosa di inderogabile: ho proposto per mesi, durante riunioni e vertici, soluzioni e idee e ho combattuto per queste. Per fortuna posso permettermi di lasciare: il mio futuro professionale resterà qui nel Nordest, dove mi sono trovato davvero bene. Tengo a precisare che al momento non ho alternative lavorative. Certo, c’è un po’ di rammarico, ma altrettanto sollievo a lasciare”.

“Non ho rimorsi, né rimpianti, ho fatto tutto quello che potevo in questi due anni e mezzo. Abbiamo vissuto momenti difficili, come nella primavera scorsa, quando c’è stata una grave crisi di liquidità per Hypo. Eppure siamo riusciti a tenere la barra dritta, a uscirne, tanto che oggi questa banca è tra le più solide del settore, ha un Tier 1 superiore al 20 per cento, cosa eccezionale nel panorama italiano, e coperture elevate sui crediti deteriorati”.

Secondo Gariglio però il futuro dell’istituto è un’incognita. «Il momento per Hypo è complesso – ammette – c’è un forte impegno del sistema Italia, delle istituzioni di questa Regione a trovare una soluzione alternativa rispetto alla liquidazione. C’è una direttiva dell’Unione Europea che, dopo lo scandalo dei leasing dopati, decretò che dal luglio 2013 Hypo fosse impossibilitata a operare con nuovi clienti. Attualmente siamo ancora in questa condizione, mentre la liquidazione della banca è prevista entro il 2018, se non si trovano alternative. Ma ora sarà un problema di qualcun altro. Io ho fatto un passo indietro».

Gariglio, 55 anni, è piemontese. Dopo la laurea in Economia e commercio all’Università di Torino, città dov’è nato, ha iniziato la carriera nel settore finanziario alla Arthur Andersen, dove ha assunto ruoli di crescente responsabilità nei differenti settori del banking. Dopo l’approdo in Banca Brignone, nel 1997 entra in Santander Consumer Bank spa, come direttore amministrazione e controllo, ruolo che ricopre fino al 2002, anno in cui è nominato vicedirettore generale e direttore pianificazione e controlli. Nel 2002 entra anche a far parte del comitato di direzione della banca e ricopre il ruolo di ad della controllata Santander Consumer Finance Media srl.

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