Sabato 18 Maggio 2024

12.11.23 Ivo Salemme, prefetto di UdineIl tempo stringe. Hypo Bank ha avviato la procedura di licenziamento per 118 dei suoi 408 dipendenti e i sindacati si stanno muovendo su più fronti per evitare l’irreparabile. L’azienda si dice disposta a prendere in esame proposte per rendere “meno impattanti” (sic) i licenziamenti, ma sul numero è irremovibile.

 

Una volta ricevuta la comunicazione della procedura di licenziamento, lunedì scorso, le organizzazioni sindacali hanno chiesto l’incontro con l’azienda, un passo formale che allunga automaticamente i tempi di 40 giorni. Ieri pomeriggio, intanto, si è tenuto un incontro “intersindacale” per fare il punto della situazione. È in programma un’assemblea di tutto il personale, per informare i dipendenti, sentire le loro reazioni e in base a quelle decidere sul da farsi. La data dell’assemblea non è stata ancora fissata, perché prima si attende di vedere come andrà a finire il nuovo tentativo di conciliazione con l’azienda, che si terrà il 27 novembre, questa volta non a Tavagnacco, ma nella sede dell’Abi a Milano. Dall’esito di quel confronto dipenderà l’eventuale proclamazione di una o più giornate di sciopero.

 

Ieri mattina, intanto, i sindacati sono stati ricevuti del prefetto di Udine, Ivo Salemme. Nella visita sono stati accompagnati dal sindaco di Udine Furio Honsell e da quello di Pagnacco Gianni Ciani. “La loro presenza – ha dichiarato Marcello Giambruno, della Fabi – ci ha fatto molto piacere. Ci ha fatto capire che in questa vertenza non eravamo soli. Anche il sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta, che non era potuto essere presente, ci ha inviato un messaggio di solidarietà”.

 

Nell’incontro i sindacalisti hanno illustrato al prefetto la situazione venutasi a creare in Hypo Bank, fino alla decisione di tagliare 118 dipendenti. Hanno accusato l’azienda di “comportamento vetero-padronale”, con rifiuto di negoziare una soluzione e rigetto di ogni proposta alternativa ai licenziamenti. Alla “casa madre” carinziana hanno rimproverato di “aver fatto in passato tanti proclami di sviluppo, ma di aver solo attinto risorse dal territorio, per poi andarsene lasciando i cocci”.

 

Salemme ha ascoltato con attenzione, assicurando al termine del colloquio che avrebbe informato della vicenda il Ministero del lavoro, affinché intervenga in qualche modo per trovare una soluzione al caso e per evitare le ricadute negative dei licenziamenti sul territorio.

 

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Mentre a Udine si discute di licenziamenti, a Klagenfurt i vertici di Hypo Group – holding che controlla l’intero capitale di Hypo Italia – sono in fibrillazione alla ricerca di soldi. La banca deve essere ricapitalizzata per 1,5 miliardi. Lo Stato, unico azionista, è pronto a mettere 500 milioni, mentre il restante miliardo dovrebbe essere raccolto attraverso obbligazioni garantite dallo stesso Stato. Lo scopo di questa complessa operazione è di evitare un eccessivo esborso di denaro pubblico, che manderebbe in tilt il bilancio dello Stato, aumentandone il deficit e costringendo il governo ad aumenti fiscali.

 

Per trovare sottoscrittori delle nuove obbligazioni la direzione di Hypo Group aveva affidato l’incarico a Citigroup, Deutsche Bank, Commerzbank e Morgan Stanley. Sembra che le ricerche finora siano state senza esito, tanto che l’assemblea generale di Hypo Group che avrebbe dovuto deliberare l’aumento di capitale e l’emissione delle obbligazioni, già convocata per il 7 dicembre, è stata rinviata al 13. La motivazione ufficiale è che non tutti i membri del consiglio di sorveglianza dell’istituto erano disponibili per la prima data.

 

Il tempo stringe, perché, una volta trovati gli acquirenti, sarà necessaria l’approvazione dello Stato (che, lo ricordiamo ancora, è il proprietario di Hypo Group) e poi quella della commissione europea. La quale in tutta l’operazione potrebbe sentire puzza di aiuti pubblici a Hypo Bank (per le obbligazioni con garanzia dello Stato) e quindi una violazione delle regole europee sulla concorrenza.

 

Ma alle eventuali, o probabili, contestazioni europee si penserà dopo. Ora urge assolutamente trovare il denaro prima del 13 dicembre, perché l’assemblea straordinaria possa deliberare e la delibera riceva poi l’ok dal governo entro la fine dell’anno. Alle super-banche citate sopra è stato dato mandato di cercare investitori ovunque si trovino, a Londra, a Francoforte e persino in Svizzera. L’emissione di obbligazioni è stata allestita così in fretta che non si conosce ancora la loro pezzatura, la data di emissione e neppure il loro rendimento.

 

Nella foto, il prefetto di Udine Ivo Salemme.

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