Sabato 18 Maggio 2024

11.05.25 031 Belgrado, via Kneza Mihaila; sede Hypo GroupHypo Group ha da tempo in programma la cessione delle controllate in Italia e in Austria. Ha dato incarico a due banche d’investimento di trovare compratori, finora peraltro senza molto successo. La novità di ieri è che, prima ancora di vendere le banche italiana e austriaca, la holding carinziana riuscirà a disfarsi di tutte le controllate nei Balcani: sei banche e tre società di leasing, operanti in cinque Paesi dell’ex Jugoslavia.

 

L’annuncio è stato dato ieri da Gottwald Kranebitter, amministratore delegato del gruppo. Si tratta delle filiali presenti in Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia ed Herzegovina e in Montenegro, istituti già sottoposti a ristrutturazione e quindi pronti per la vendita. Ma la cessione non avverrà a spizzichi. Le sei banche e le tre società di leasing, a quanto è parso di capire, saranno vendute in blocco, compresa la società che in Austria svolge opera di coordinamento e controllo. Insomma, non verrà venduta una banca, ma una holding bancaria, il cui valore d’inventario è ora di 1,5 miliardi.

 

Hypo Group non si attende, di questi tempi, un affarone, ma conta almeno di recuperare quel miliardo e mezzo che è il valore stimato delle 9 società messe insieme e che corrisponde a quanto lo Stato austriaco ha sborsato dal 2009 in qua per il salvataggio della holding. Una lista di interessati acquirenti dovrebbe essere disponibile già prima della fine dell’anno.

 

Il network di banche di cui stiamo parlando ha lavorato bene già nel 2011, raggiungendo un volume di bilancio di 12,5 miliardi, con 1,1 milione di clienti e 4.600 dipendenti impiegati in 255 filiali. Soprattutto le Hypo Bank in Croazia e in Serbia hanno fatto da traino, consentendo un utile di 20 milioni. Male invece Hypo Bank in Slovenia e una delle due banche di Hypo in Bosnia. L’obiettivo nel 2012 è che tutte le banche dell’ex Jugoslavia riescano a chiudere il bilancio in attivo (ma del primo trimestre non sono stati resi noti i risultati).

 

Quanto alla vendita di Hypo Italia (con direzione generale a Tavagnacco, Udine) e Hypo Austria, Kranebitter ha riferito vagamente di “primi colloqui” con potenziali investitori. Ma l’impressione è che il cammino sia ancora lungo prima di giungere a una vendita, perché si attenderebbe “una necessaria normalizzazione del mercato” in Italia, per evitare di svendere. In vista della cessione, Hypo Austria nella seconda metà dell’anno sarà scissa in due: da una parte una piccola e redditizia banca regionale (si torna alle origini, quando Hypo era la banca del Land), con 400 dipendenti; il resto verrà trasferito nella Hypo Bank International.

 

L’obiettivo finale, naturalmente, è la riprivatizzazione dell’intero gruppo. L’ideale, secondo Kranebitter, sarebbe un nuovo proprietario a lungo termine, che forse potrebbe perfino mantenere la denominazione “Hypo”. L’amministratore delegato non ha voluto fare nomi, ma ha lasciato capire che potrebbero essere europei, ma anche russi, turchi o sudasiatici. Non necessariamente banche o gruppi di banche: anche investitori finanziari.

 

Nella foto, la sede di Hypo Bank a Belgrado, in via Kneza Mihaila.

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