Sabato 18 Maggio 2024

15.05.22 Hoetzendorf_Franz_Graf_conradFranz  Conrad von Hötzendorf, un eroe della patria, un grande stratega militare o piuttosto un criminale di guerra? Fino a non molti anni fa un simile interrogativo era improponibile in Austria. Per la casta degli ufficiali – che ancor oggi, come cento o duecento anni fa, escono dall’Accademia militare teresiana di Wiener Neustadt – il prestigio dell’esercito imperiale era un dato scontato e il feldmaresciallo Conrad era la personificazione di quel mito. Sulle sue gesta non erano ammesse obiezioni.

Erano gli anni ’60 e la Prima guerra mondiale era terminata meno di 50 anni prima. In quella guerra il generale Franz Conrad von Hötzendorf aveva avuto il ruolo di capo di stato maggiore, quindi di comandante supremo sul campo. Sopra di lui solo Dio e l’imperatore (sarà rimosso alla fine del 1916 da Carlo I, subentrato alla morte di Francesco Giuseppe). Ora dalla prima guerra mondiale sono passati cent’anni, un arco di tempo sufficiente per una valutazione meno passionale di quel tragico conflitto e dei suoi protagonisti. In primo luogo dell’uomo che ne aveva avuto la massima responsabilità sul piano militare.

Il giudizio che ne viene fuori rovescia completamente l’immagine eroica con cui fino a pochi decenni fa il generale era stato immortalato nei libri di storia. Il suo talento di stratega viene fortemente ridimensionato, vengono alla luce errori catastrofici (per gli imperi centrali) nella conduzione della guerra, appare in tutta evidenza il suo isterismo bellicista, che lo aveva indotto fin dal 1907 a sollecitare una guerra preventiva contro l’Italia e contro la Serbia e che nel biennio 1913-1914 aveva raggiunto il parossismo, con la richiesta di un attacco preventivo alla Serbia ribadita all’imperatore ben venticinque volte.

Ma le valutazioni “tecniche” sul Conrad condottiero le possiamo lasciare agli studiosi. Per esempio allo storico Wolfram Dornik, autore di un’importante biografia del generale dal titolo emblematico “Il falco dell’imperatore”. Qui ci pare interessante mettere in luce alcuni comportamenti del generale, per cui oggi in Austria se ne sta parlando come di un criminale di guerra. Riguardano la sua strategia sui campi di battaglia, del tutto indifferente all’olocausto di vittime umane. Una strategia ispirata – secondo alcuni studiosi – a una sorta di “darwinismo sociale”: la lotta per la sopravvivenza è tutto, gli individui non contano nulla.

I soldati, per Conrad, sono carne da macello, come lo erano stati per Cadorna. E così come Udine e altre città italiane hanno deliberato di cancellare il nome del generale dalle loro strade e piazze, la stessa cosa sta avvenendo in Austria con Franz Conrad von Hötzendorf. A Graz, per esempio, i Verdi hanno richiesto da tempo di rinominare l’arteria principale di ingresso in città da sud (quella che passa davanti alla fiera), che porta il nome del feldmaresciallo. Per ora il nome è rimasto, perché è un’arteria molto lunga e la ridenominazione comporterebbe costi notevoli per aziende e privati, costretti ad aggiornare documenti, carte intestate, dati informatici e altro ancora. Ma nel settembre 2014 il consiglio comunale ha deliberato di cambiare nome almeno alla nuova piazza sorta lungo l’arteria, dove è stata costruita la nuova sede centrale del quotidiano “Kleine Zeitung”.

La novità della scorsa settimana è che anche la caserma “Conrad von Hötzendorf” di Innsbruck cambierà nome. La proposta non è venuta da un comitato di pacifisti, ma dalla Commissione per i monumenti del Ministero della difesa. Il ministro Gerald Klug ha già dato il suo placet. In futuro la caserma prenderà il nome del generale Emil Spannocchi, deceduto nel 1992, per molti anni nel secondo dopoguerra capo di stato maggiore dell’Esercito austriaco, “padre” della cosiddetta “difesa territoriale”, che l’Austria si era dovuta inventare, da Stato neutrale schiacciato in mezzo ai due blocchi in cui l’Europa allora era divisa.

 

NELLA FOTO, il generale Franz Conrad von Hötzendorf, capo di stato maggiore dell’esercito austro-ungarico nella Prima guerra mondiale, fino alla rimozione decretata dall’imperatore Carlo I.

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Il feldmaresciallo criminale di guerra, nome indegno per vie e caserme

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