Sabato 18 Maggio 2024

14.08.26 Michael SpindeleggerMichael Spindelegger, 54 anni, non è più vicecancelliere austriaco e ministro delle finanze. Non è più nemmeno segretario politico dell’Övp (Partito popolare). Ieri mattina ha rassegnato le dimissioni dal governo e dalla guida del partito, che reggeva da tre anni. Non è stata una sorpresa. Che stesse per farsi da parte era soltanto questione di tempo. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo che potesse rimanere in carica e guidare il suo turbolento partito alle prossime elezioni politiche.

L’Övp divora i suoi segretari con la stessa voracità con cui Saturno divorava i suoi figli. Era capitata la stessa sorte a gran parte dei suoi predecessori, impallinati da rivali e oppositori, compreso l’ultimo della serie, Joseph Pröll, costretto a dimettersi perché le trame interne lo avevano minato nel fisico, tanto da mandarlo quasi all’altro mondo.

Spindelegger ha fatto un passo indietro prima di mettere a rischio la salute. Il colpo di grazia gli era stato inferto tre giorni fa dal presidente della Camera del lavoro del Tirolo, Erwing Zangerl (le Camere del lavoro austriche non sono organizzazioni sindacali e nei Länder a maggioranza Övp, come il Tirolo, sono presiedute da esponenti di questo partito). In un’intervista al quotidiano di Vienna “Österreich”, aveva chiesto senza tanti giri di parole le dimissioni di Spindelegger, perché “ha dimostrato a sufficienza di non capire più la gente ed è sordo da entrambe le orecchie”.

Nelle parole di Zangerl l’ormai ex vicecancelliere aveva intravisto il pensiero di Günther Platter, governatore del Tirolo, da tempo fortemente critico nei confronti della gestione Spindelegger dell’Övp. L’accusa di “non capire più la gente”, alla luce del dibattito politico in corso, va interpretata così: Spindelegger, da ministro delle finanze, non accettava le richieste che gli venivano da più parti di varare una riforma fiscale che riducesse le tasse, tra le più alte in Europa, sul livello di quelle italiane.

E al dibattito sulla riforma fiscale ha fatto riferimento ieri Spindelegger al momento di andarsene. Su questo fronte delicato e controverso, per un Paese che ha visto crescere velocemente il debito pubblico (attualmente all’80% del Pil), Spindelegger ha sentito mancare “la lealtà e la fedeltà ai patti del suo partito”. Sgravi fisali sarebbero necessari – ha ammesso l’ex vicecancelliere – ma “al momento giusto”, perché altrimenti significherebbero nuovi debiti. Tutti i membri del governo – ha soggiunto – e tutti i governatori dei Länder e i parlamentari conoscono l’ammontare dell’indebitamento.

L’uscita di scena di Michael Spindelegger ha aperto il dibattito nell’Övp e nei commentatori politici sul nome del successore, ma non c’è stato molto tempo per il toto-segretario. Già ieri sera il consiglio di presidenza dell’Övp ha designato all’unanimità l’attuale ministro dell’economia e della ricerca scientifica Reinhold Mitterlehner. È una persona che gode di un certo prestigio dentro e fuori il partito, ma, come del resto Spindelegger, non è un leader carismatico. L’Övp, al momento, manca di autentici leader, se si eccettua forse Sebastian Kurz, ministro degli esteri, che ieri pomeriggio, in un sondaggio on line della “Kleine Zeitung” risultava il più votato. Ma Kurz, come è noto, ha solo 27 anni, troppo pochi per gestire un partito popolato da vecchi volponi.

Sul piano governativo non dovrebbero esserci problemi. Il cancelliere Werner Faymann ha dichiarato che le dimissioni di Spindelegger non mettono in pericolo la coalizione e il governo. Non si andrà dunque a elezioni anticipate, da cui uscirebbero perdenti sia l’Övp che l’Spö, ma basterà un semplice rimpasto. Serve soprattutto individuare urgentemente un nuovo ministro delle finanze. Non soltanto per gestire i conti dello Stato, ma anche per affrontare il problema ancora irrisolto di Hypo Bank. L’Övp ha annunciato farà le sue scelte entro lunedì.

NELLA FOTO, il vicecancelliere dimissionario Michael Spindelegger.

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