Sabato 18 Maggio 2024

21.12.21 Sede Övp Viena, nei cassonetti materiale KurzDalla polvere all’altare e viceversa. Di questi tempi basta poco perché il vento della politica cambi direzione. Lo vediamo in Italia e lo vediamo anche in Austria. Ricordate l’enfant prodige Sebastian Kurz? È scomparso dalla circolazione. Perché dopo essere diventato papà si era accorto che la famiglia era più importante della politica, dice lui. Perché indagato per corruzione e falso, dicono i suoi avversari. Probabilmente hanno ragione i secondi, dato che il giovane “Basti” ora non si sta dedicando alla famiglia, ma ha trovato lavoro in California e, come se non gli bastasse, ha messo su anche una società di consulenza in Bassa Austria.

Ma il dato politico interessante è il crollo di consensi del suo partito, l’Övp, a cui lui aveva cambiato nome e colore. Un anno fa era in testa ai sondaggi, superando di gran lunga tutti i partiti concorrenti. Ora è secondo, superato dall’Spö, come rivela un sondaggio svolto dell’istituto Unique Research per conto del settimanale “Profil”.

Era toccato lo stesso destino anche a Karl-Heinz Strache, ex leader dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista. Cinque anni fa era al primo posto nei sondaggi e si dava ormai per certo che avrebbe vinto le elezioni successive e sarebbe diventato cancelliere. Ma già pochi mesi dopo aveva capito di non avere più il vento in poppa, perché erano venuti meno i due principali cavalli di battaglia di un partito populista come il suo: l’ondata immigratoria si era arrestata e la Brexit stava incominciando a rivelare i suoi effetti nefasti e l’euroscetticismo non faceva più tanta presa. Sappiamo come poi sono andate le cose, in conseguenza della video-trappola di Ibiza, ma la caduta dell’astro dell’estrema destra austriaca era incominciata ben prima.

Ora il nuovo sondaggio di Unique Research ci segnala un nuovo rimescolamento delle carte, che può essere riconducibile fondamentalmente a due fattori: l’epidemia da Coronavirus con tutte le sue conseguenze (lockdown, restrizioni, obbligo vaccinale) e la pubblicazione di una valanga di messaggi scambiati tra personaggi del “cerchio magico” di Kurz, che hanno rivelato episodi di corruzione e di sperpero di risorse pubbliche per la conquista e la conservazione del potere, fine a se stesso.

Si possono leggere in questa chiave i risultati del sondaggio, che è stato condotto ponendo la classica domanda agli intervistati: se domenica ci fossero le elezioni, lei a chi darebbe il voto? Il 25% ha risposto Spö (Partito socialdemocratico), il 24% Övp (Partito popolare, quello dell’ex cancelliere Kurz), il 18% Fpö (il partito dell’estrema destra sovranista), il 13% Verdi, il 10% Neos (liberali di centro), il 7% Mfg (il movimento dei no-vax).

L’Spö è in testa, ma non per merito suo. Il partito della sinistra austriaca soffre di una grave crisi di identità, dovuta all’assenza di un chiaro indirizzo politico e alla mancanza di una leadership. La sua segretaria Pamela Rendi-Wagner non possiede il carisma che sarebbe necessario in una situazione del genere. Tant’è vero che alla seconda domanda del sondaggio (chi vorreste per cancelliere?), soltanto il 15% ha indicato il suo nome, mentre il 21% ha indicato il cancelliere in carica Karl Nehammer, segretario dell’Övp.

Se l’Spö, come partito, è primo nel sondaggio, ciò è dovuto soltanto all’indebolimento progressivo dell’Övp, che alle ultime elezioni, va ricordato, aveva ottenuto il 37,5% e che da allora ha perso oltre il 12% dei consensi per strada.

Anche l’Fpö non è in buona salute e ha perso due punti rispetto a un precedente sondaggio. Il colpo di grazia lo aveva ricevuto tre anni fa, a causa del video di Ibiza, che aveva rivelato la disponibilità del suo leader a incassare tangenti russe in cambio di appalti pubblici. Ma nei mesi successivi aveva svolto un faticoso lavoro di recupero, cogliendo anche l’occasione dell’epidemia da Coronavirus, nella quale si era schierato apertamente al fianco dei no-vax.

Per sua sfortuna ha dovuto ben presto fare i conti con un concorrente inaspettato: il movimento Mfg (“Menschen, Freiheit, Grundrechte”, “Uomini, libertà, diritti fondamentali”), più no-vax di lui. Attualmente l’Mfg è già riuscito a eleggere i propri rappresentanti nel Landtag (consiglio regionale) dell’Alta Austria, dove ha ottenuto il 17%, e al consiglio comunale di Waidhofen an der Ybbs. Se domenica si votasse per il Parlamento, il sondaggio di Unique Research gli attribuirebbe un 7%, che sono tutti voti presi in prestito dall’Fpö. Significa che l’Mfg in un solo anno di vita ha creato un solido zoccolo di potenziali elettori in tutto il Paese, 23.000 dei quali hanno addirittura dato la loro formale adesione, versando una quota di iscrizione di 35 euro.

Se si votasse domenica l’ingresso dell’Mfg sarebbe più che certo. Ma domenica non si vota. Le elezioni politiche sono ancora lontane e quando arriveranno il Covid-19 sarà scomparso. L’Mfg scomparirà, perché verrà meno così l’unica ragione per cui era nato, e i suoi voti ritorneranno a casa.

 

NELLA FOTO, il cassonetto dei rifiuti di fronte alla sede centrale dell’Övp, in Lichtenfelsgasse, a Vienna. Niente poteva rappresentare più plasticamente la fine di un’epoca come lo smaltimento del pannello elettorale con la foto di Sebastian Kurz che arringa il suo popolo.

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