Domenica 2 Giugno 2024

16.06.16 Corte costituzionale (Verfassungsgerichtshof) - CopiaUna cosa del genere non era mai accaduta in Austria, ma forse nemmeno in Europa: le elezioni presidenziali con molta probabilità dovranno essere ripetute. Non perché ci siano stati brogli nel conteggio dei voti, ma per irregolarità compiute in alcune circoscrizioni nello spoglio delle schede giunte per posta, che rendono dubbio il risultato finale. E poiché, trattandosi di voti per corrispondenza, non è più possibile ricontare soltanto quelli, ecco la necessità di richiamare alle urne l’intero elettorato austriaco.

Non è ancora scontato che ciò avvenga: del caso si sta occupando la Corte costituzionale, chiamata a decidere su un ricorso di 152 pagine presentato dall’Fpö, il partito della destra liberalnazionale, il cui candidato Norbert Hofer era stato sconfitto per soli 30.000 voti circa (su quattro milioni e mezzo) al ballottaggio. Il supremo organo giurisdizionale si è messo subito al lavoro, cancellando tutti gli altri procedimenti in corso, per dare priorità assoluta a questo caso, che riguarda la massima carica dello Stato.

Da lunedì incomincerà a sentire i protagonisti del disastro elettorale: dal direttore dell’ufficio elettorale del Ministero degli interni ai dirigenti delle circoscrizioni in cui si è votato (sono istituzioni amministrative che corrispondono grosso modo ai nostri mandamenti), ai presidenti dei seggi, agli scrutatori, fino ai delegati dei due candidati giunti al ballottaggio, l’indipendente (ex verde) Alexander Van der Bellen e il già menzionato Norbert Hofer. Per quanto vada di fretta, la decisione non potrà giungere prima del 6 luglio, vale a dire l’antivigilia del giorno in cui per legge dovrebbe tenersi il giuramento solenne del nuovo presidente.

La sentenza potrebbe essere di rigetto, ma anche di accoglimento, nel qual caso la ripetizione del voto diverrebbe inevitabile. In Austria chi se ne intende un po’ di meccanismi elettorali è convinto che prevarrà la seconda ipotesi. Tant’è vero che il ministro degli Interni, Wolfgang Sobotka, intervistato mercoledì sera nel telegiornale “Zeit im Bild”, ha ammesso questa eventualità e, rispondendo al giornalista, ha anche precisato che il ballottaggio bis potrebbe tenersi a fine settembre o ai primi di ottobre.

Fino ad allora, dunque, per tre mesi l’Austria potrebbe essere priva del capo dello Stato e le sue funzioni dovrebbero essere esercitate da un organo collegiale composto dai tre presidenti del Parlamento. Un dettaglio curioso: uno dei tre è proprio Norbert Hofer, che al momento di candidarsi era talmente certo di non farcela che aveva preferito non dimettersi da presidente del Parlamento, per conservare la sua poltrona.

Nel merito del ricorso, i punti critici sono sostanzialmente due. Il primo: in molte circoscrizioni lo spoglio delle schede per corrispondenza è incominciato prima dell’ora stabilita (le 9 di lunedì mattina), con il consenso peraltro di tutti gli scrutatori, compresi quelli dell’Fpö, per finire prima il lavoro e avere la giornata libera. Si è trattato di un comportamento irregolare, ma ininfluente sul voto.

Il secondo punto riguarda invece un numero limitato di circoscrizioni, dove, per ragioni che la Corte dovrà accertare, lo spoglio non è stato fatto dagli scrutatori, ma dagli stessi impiegati della circoscrizione. È probabile che questi voti siano annullati. Sono poco più di 50.000 e potrebbero essere determinanti per il risultato finale. Da ciò la necessità di ripetere la votazione, ma, essendo tecnicamente impossibile far votare soltanto questi 50.000 (sono voti giunti per posta da tutta l’Austria e anche dall’estero), ecco forse la necessità di ripartire da zero, chiamando di nuovo alle urne tutti gli austriaci.

 

NELLA FOTO, i giudici della Corte costituzionale austriaca.

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