Sabato 18 Maggio 2024

20.01.23 Hans-Peter DoskozilIl Burgenland è il Land più piccolo dell’Austria e il meno ricco. Un tempo il destino segnato per i suoi abitanti maschi, di sana e robusta costituzione, era l’emigrazione, con rotta verso l’America. Dopo l’adesione dell’Austria all’Unione Europea la situazione è un po’ migliorata, ma quattro lavoratori su cinque sono pendolari quotidiani verso la più ricca Bassa Austria, se non addirittura verso Vienna, che è a meno di un’ora di viaggio in auto.

Domenica qui si vota per il rinnovo del Landtag, il consiglio regionale. Elezioni minori, verrebbe da pensare, ma non è così. I risultati che si conosceranno domenica sera potrebbero avere ripercussioni anche a livello nazionale, perché – come scriveva ieri sulla “Kleine Zeitung” Michael Jungwirth, citando Friedrich Hebbel – il Burgenland è “il piccolo mondo, nel quale il grande fa le sue prove”.

Insomma, il Burgenland come laboratorio politico, per sperimentare formule inusuali, che potrebbero tornare buone anche altrove. In questa consultazione in particolare per l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, e soprattutto per l’Spö, il Partito socialdemocratico, che qui è da sempre maggioritario.

Già in passato in questo Land si erano imboccate vie nuove, inconcepibili altrove. La giunta uscente è una coalizione tra Spö e Fpö, sinistra ed estrema destra. Così aveva voluto il leader socialdemocratico di allora Hans Niessl, dopo aver vinto le elezioni con il 41,92%. L’Fpö era il terzo partito, con il 15,04%, ma Niessl lo aveva preferito all’Övp (al 29,08%), resistendo alle pressioni di Vienna, contraria a permettere l’ingresso in giunta agli esponenti dell’estrema destra.

Nel corso della legislatura c’è stato un cambio di cavallo. A Niessl è subentrato alla guida dell’Spö (e come governatore del Land), Hans-Peter Doskozil (nella foto), che anche noi in Italia ben conosciamo, perché era stato ministro della Difesa nell’ultimo governo a guida socialdemocratica. Era stato lui a voler schierare gli autoblindo al Brennero, per impedire che i migranti attraversassero il confine. Il provvedimento poi non era stato attuato per le reazioni da parte italiana, ma quel gesto solo minacciato e altri interventi contro l’immigrazione lo avevano qualificato come “il duro” dell’Spö, contrario alla politica dell’accoglienza seguita invece dalla maggioranza del suo partito.

Nei tempi in cui viviamo essere contro i migranti è una garanzia di successo. Lo è anche nel Burgenland, benché i suoi abitanti abbiano vissuto in famiglia lunghe storie di emigrazione. E pur tuttavia un politico che chiude i confini piace e riesce a guadagnare voti, ancorché socialdemocratico.

L’Spö, come abbiamo riferito in questo blog, ha perso clamorosamente in tutte le ultime elezioni, con la sola eccezione in Carinzia. Aveva perso oltre 6 punti percentuali anche alle precedenti elezioni qui in casa, nel 2015. Domenica, invece, rischia di vincere: i sondaggi lo danno al 43%, con un aumento di oltre un punto percentuale. Non è molto, ma significa un’importante inversione di tendenza.

Per un partito in crisi, il caso Burgenland può rappresentare un modello da seguire. E non deve stupire se molti vorrebbero Doskozil alla guida nazionale del partito, al posto di Pamela Rendi-Wagner. Doskozil e la sua linea del pugno di ferro contro i profughi, ovviamente. L’interessato ha già risposto di no, anche se in politica non si può mai dire mai. Per il momento sembra interessato esclusivamente al voto nel suo Land e alla formazione del prossimo governo.

Con quasi il 50% dei voti potrà allearsi con chi vuole. Molto probabilmente lo farà di nuovo con l’Fpö, con cui c’è stata un’ottima collaborazione in questi cinque anni. L’Fpö risentirà anche qui dell’effetto Ibiza (i sondaggi lo danno al 10%, con una perdita di 5 punti), ma avrebbe comunque i numeri per fare la maggioranza con l’Spö. L’alternativa sarebbe un’alleanza con l’Övp, dato dai sondaggi al 32% (l’effetto Kurz c’è, ma solo in misura modesta: +3%), la vecchia, cara “grosse Koalition”. Una terza ipotesi da tenere in seria considerazione è un’alleanza con i Verdi, anche qui in probabile crescita al 9%.

Il Landtag del Burgenland ha 36 seggi. Prendendo per buono il sondaggio più recente, svolto dall’istituto Karmasin Research cinque giorni fa, verrebbero così ripartiti: Spö 17, Övp 12, Fpö 4, Verdi 3.

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