Sabato 18 Maggio 2024

13.12.24 Zagabria, Sebastian Kurz incontra presidente croato Ivo Josipovi?Tutta la stampa internazionale ha riferito con stupore l’incarico di ministro degli esteri dell’Austria affidato al giovanissimo Sebastian Kurz. Il ragazzo è in gamba, ha già dato prova di saperci fare nel ruolo di sottosegretario all’integrazione, riuscendo a risolvere problemi con gli immigrati che altri prima di lui non erano stati capaci di risolvere, ma ha solo 27 anni, nessun titolo accademico e nessuna esperienza diplomatica. Non c’è da meravigliarsi, dunque, che alcuni commentatori abbiamo usato giudizi pesanti e perfino di scherno nei confronti dell’”enfant prodige”. Abbiamo citato in questo blog la pagina del “Sun” inglese, che aveva titolato “It’s a boy”, “È un ragazzo”.

 

Nulla da ridire, se le espressioni di sarcasmo e le battute a volte pesanti vengono dalla stampa, dalla satira politica, dagli interventi nei social network di privati cittadini.  Siamo nel campo della libertà di espressione.

 

Quel che è consentito ai cittadini normali, tuttavia, non è consentito a chi riveste funzioni pubbliche e ha responsabilità politiche. A queste persone il giovane Sebastian potrà sembrare un bamboccione, ma è pur sempre il ministro degli esteri di uno Stato sovrano, che ha avuto la fiducia degli elettori e delle forze politiche, che gli hanno affidato quell’incarico. Sebastian Kurz va considerato in questa veste e una mancanza di rispetto nei suoi confronti significherebbe mancare di rispetto all’Austria e agli austriaci.

 

Per questo ha fatto scalpore in Serbia un “twitt” del segretario generale del Partito Democratico (ex partito di governo), Aleksandar Sapic, di cui in Italia non abbiamo neppure sentito parlare. Questi ha usato un’espressione volgare nei confronti del ministro austriaco, giocando sul suo cognome Kurz, che nella lingua serba è una delle varianti per definire il membro maschile. Le reazioni sono state immediate, tanto che dopo poche ore il “twitt” era già stato cancellato. Ma il tentativo di correre ai ripari, evidentemente, non è bastato e nella stessa giornata Sapic ha dovuto rassegnare le dimissioni.

 

Impossibile tentare paragoni con casi analoghi accaduti in Italia, dove si sono sentiti apprezzamenti poco rispettosi, per non dire volgari o razzisti, nei confronti di capi di stato di colore, cancelliere forti di fianchi o prime ministre nordiche piacenti. Qui nessuno si è dimesso e, al contrario, la “stampa amica” gli ha espresso apprezzamento, come “persona di spirito”. Non così all’estero, dove invece alcune di queste improvvide uscite hanno rischiato di creare incidenti diplomatici, con convocazione di ambasciatori e richiesta di scuse. Con le dimissioni immediate di Sapic la Serbia si è risparmiata almeno sgradevoli danni collaterali.

 

Nella foto, l’incontro tra il giovane ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz e il presidente croato Ivo Josipovi?, in occasione di un incontro a Zagabria di qualche giorno fa.

 

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