Sabato 18 Maggio 2024

17.07.24 Hubert Patterer, direttore Kleine ZeitungI piani del giovane ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, e quelli del suo collega degli Interni, Wolfgang Sobotka, hanno suscitato critiche indignate nel mondo politico e nella stampa in Italia. Voler trasformare Lampedusa in un campo di concentramento per decine di migliaia di profughi o schierare autoblindo al Brennero sono stati respinti come propositi inaccettabili. Che lo scrivano osservatori italiani è abbastanza scontato. Meno scontato è che le reazioni indignate dell’Italia siano condivise anche da molti osservatori austriaci.

Uno di questi, il direttore della “Kleine Zeitung” Hubert Patterer, ha pubblicato ieri un fondo nel suo giornale dal titolo “I litigiosi” (ma il vocabolo tedesco si potrebbe tradurre anche con “gli scorbutici”). Il riferimento è ai due ministri austriaci menzionati. “Prima la Turchia, ora l’Italia – si legge nel sommario – Per apparire temerari e audaci nella campagna elettorale , l’Austria barcolla nel conflitto aperto con il resto del mondo. Sarebbe necessaria moderazione”.

Patterer critica la battaglia intrapresa da Kurz per chiudere la porta dell’Unione Europea alla Turchia di Erdogan, non tanto per la richiesta in sé, che potrebbe essere giustificata da ciò che sta accadendo ad Ankara, quanto perché il ministro avrebbe dovuto far sentire la sua voce all’interno degli organismi dell’Ue, di cui fa parte, e non agire autonomamente, esibendosi in dichiarazioni pubbliche che sembrano motivate più dalla ricerca di consenso elettorale in casa che non dalle reali esigenze dell’Unione.

“Lo stesso – scrive il direttore della “Kleine Zeitung” – vale anche per il conflitto colposamente acceso con l’Italia. Raffreddarlo e riportarlo alla moderazione sarebbe compito del governo. L’Italia è stata lasciata sola a gestire il flusso dei migranti con il suo confine esterno, che non si può chiudere e bloccare come si fa con il passo del Loibl (piccolo valico di frontiera tra Carinzia e Slovenia, ndt) o con quello del Brennero. I nostri vicini in una situazione di emergenza fanno fronte a una sfida umanitaria e amministrativa in modo irreprensibile e apprezzabile, anche se lo Stato e la società civile sono sempre più vicini ai limiti delle loro possibilità”.

“In questo frangente – prosegue Patterer – doversi confrontare con minacce bellicose (autoblindo!), ammonizioni a buon mercato e raccomandazioni violente farebbe probabilmente saltare i nervi a chiunque, anche a chi li ha più saldi. Questo non giustifica le parole e il confronto immemore della storia del sindaco di Lampedusa all’indirizzo del ministro degli Esteri austriaco (il sindaco dell’isola, Totò Martello, aveva paragonato Kurz a un naziskin, nda). Ma si può comprendere l’esasperazione di chi è lasciato solo nei confronti del Paese confinante a nord, lontano e compiaciuto del proprio auto-infervoramento”.

“L’Austria – conclude il giornalista austriaco – non può fare di nuovo l’esperienza traumatica di vedere i propri confini perdere la propria consistenza nel vortice degli eventi, sotto gli occhi dei cittadini e della polizia impotente (il riferimento è all’arrivo in massa di migliaia di profughi nel 2015, che avevano travolto il confine austriaco a Spielfeld, nda). A tale scopo serve un controllo precauzionale dei confini e un aiuto solidale a livello europeo ai vicini del Sud, per sostenere l’Italia nell’assistenza, nello svolgimento delle procedure e nei respingimenti. Qui l’Austria dovrebbe farsi avanti. E non agendo come un agitatore su una tribuna elettorale”.

 

NELLA FOTO, il direttore della “Kleine Zeitung” Hubert Patterer.

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