Sabato 18 Maggio 2024

21.03.24 Michael Roth e Sebastian Kurz (2016)L’Unione Europea riceverà una fornitura extra di 10 milioni di dosi da Pfizer-Biontech. Questa settimana si terrà un vertice dei capi di Stato e di Governo, per decidere come distribuirle tra gli Stati membri. Il criterio dovrebbe essere quello concordato in dicembre: a ogni Paese una quota proporzionale alla sua popolazione, in modo che tutti siano trattati allo stesso modo.

In realtà i partecipanti al vertice europeo non dovrebbero occuparsene. Dovrebbero piuttosto dedicare il loro tempo alla ricerca di una soluzione per l’approvvigionamento di vaccini, che va troppo a rilento. Insistere con il blocco delle esportazioni di AstraZeneca? Prendere in considerazione l’acquisto di vaccini Sputnik?

Invece dovranno occuparsi anche della distribuzione delle nuove dosi di Pfizer-Biontech, perché l’Austria ha avanzato la pretesa di averne in soprannumero: 400.000, anziché le 200.000 che le spetterebbero, rispettando il rapporto dosi/popolazione. Ovviamente, se l’Austria ne ricevesse di più, altri Paesi ne riceverebbero di meno.

Perché questo trattamento di favore? Perché nella precedente spartizione delle dosi l’Austria aveva rinunciato a parte della quota che le sarebbe spettata di Pfizer-Biontech, preferendo la più economica AstraZeneca. Non era obbligata a farlo, era stata una sua libera scelta. Ora però si trova in difficoltà, come molti altri, perché AstraZeneca è in ritardo nelle consegne, e vorrebbe pareggiare i conti con le nuove dosi in arrivo da Pfizer-Biontech.

Nell’avanzare questa richiesta il cancelliere Sebastian Kurz ha usato il tono insolente che gli è solito, quando si rivolge all’Europa. Ha capovolto le responsabilità di quel che è accaduto, sostenendo che nella precedente distribuzione delle dosi a Bruxelles ci sarebbe stato un “bazar”, in cui alcuni Paesi più furbi avrebbero trattato direttamente con le case farmaceutiche a danno dell’Austria. Una balla, ovviamente, perché tutto si era svolto alla luce del sole nella “Steuergruppe” (l’organismo dell’Ue che si è occupato dall’acquisizione e della ridistribuzione dei vaccini), di cui è presidente una italiana di Buia (Friuli) e vicepresidente un austriaco.

Era stato il vicepresidente austriaco a rinunciare alle dosi di Pfizer-Biontech. Lo aveva fatto di testa sua, all’insaputa del suo governo? Difficile crederlo. Ma, quand’anche fosse andata così – e il cancelliere Kurz ha sostenuto questa tesi, disponendo l’immediata rimozione del rappresentante austriaco nella “Steuergruppe” – quand’anche fosse andata così, dicevamo, il fatto dimostrerebbe che a Bruxelles non c’era stato alcun “bazar”. Eppure ora Kurz continua a fare riferimento a quel “bazar” sostenendo il diritto a un quantitativo doppio di vaccini.

Riuscirà a far valere la sua pretesa? Ieri avevamo riferito il parere di un diplomatico che al Financial Times aveva dichiarato: l’Austria non riceverà “una sola dose in più di vaccino”. La previsione perentoria era stata accolta con scetticismo da un nostro lettore, che aveva definito “una baggianata la fonte diplomatica” del principale giornale economico-finanziario della Gran Bretagna. E potrebbe aver ragione, perché un diplomatico non è l’Ue.

Un diplomatico, però, ha il polso della situazione. E la situazione in questo momento non sembra favorevole al giovane cancelliere austriaco. Lo stesso Financial Times ricordava che due giorni fa, in visita a Berlino per una cerimonia di premiazione, Kurz aveva incontrato due ministri e il presidente della Repubblica, ma la cancelliera Angela Merkel non aveva trovato il tempo per riceverlo.

Quale sia l’atteggiamento del governo tedesco, del resto, lo ha fatto sapere ufficialmente il sottosegretario per l’Europa Michael Roth, che, incontrando ieri i colleghi degli altri 26 Paesi, ha detto chiaro e tondo che la Germania è contraria alla nuova ripartizione dei vaccini chiesta da Kurz. “Posso stupirmi – ha dichiarato Roth – del solo fatto che se ne discuta”, aggiungendo poi di essere sorpreso che si voglia dare l’impressione di una scarsa solidarietà in Europa. Nella distribuzione delle dosi “abbiamo avuto un processo trasparente”, per cui “non vedo alcuna ragione per modificare ora qualcosa”.

Per l’esponente del governo tedesco, pertanto, non vi sono “Korrekturen” da fare, come vorrebbe Kurz. L’Austria aveva avuto la possibilità, come tutti gli altri Stati, di ordinare quantità di vaccini in proporzione ai suoi abitanti, ma non lo ha fatto”. Punto.

Aspre critiche sono state rivolte a Kurz anche da Peter Lise, portavoce per la Salute del Ppe (Partito popolare europeo), di cui fa parte anche l’Övp, il partito del cancelliere austriaco. “Sebastian Kurz – ha dichiarato Lise – si fa avanti in modo del tutto inaccettabile come accusatore, mentre è soltanto un postulante”. La responsabilità della diversa distribuzione dei vaccini sarebbe dovuta alle “decisioni sbagliate” di alcuni Stati, tra cui l’Austria. Kurz, ad avviso di Lise, non dovrebbe ora far credere alla popolazione tedesca “che alcuni Stati, che avevano puntato sul vaccino Pfizer-Biontech, ora debbano soffrire per le decisioni sbagliate di altri Stati, che per ragioni diverse non avevano voluto ricevere tutte le dosi di vaccino ad essi spettanti, sebbene ne avessero la possibilità”.

 

NELLA FOTO, il cancelliere Sebastian Kurz (a destra) con il sottosegretario tedesco Michael Roth, durante un vertice a Bruxelles di quattro anni fa.

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