Sabato 18 Maggio 2024

17.03.28 Peter ObersteinerDa 6 anni – da quando cioè è in pensione – Peter Obersteiner, 64 anni, carinziano, si è posto un obiettivo nella sua vita: ripulire il “sentiero del pellegrino” che da Camporosso (Tarvisio) sale al santuario mariano sulla vetta del monte Lussari. Un percorso che sfiora i mille metri di dislivello e lungo il quale i pellegrini del terzo millennio – pellegrini per devozione genuina alla Madonna, ma anche “pellegrini” motivati da ragioni prevalentemente sportive – lasciano tracce evidenti del loro passaggio: fazzoletti di carta, pacchetti vuoti di sigarette, lattine, bottiglie di plastica.

Obersteiner non abita ai piedi del Lussari. Vive a Kerschdorf presso Nötsch, un piccolo comune all’inizio della valle del Gail. Ma due o tre volte alla settimana sale in auto, attraversa il confine e raggiunge la località della Valcanale, a ridosso della telecabina del Lussari, da dove ha inizio lo storico “sentiero del pellegrino”. Arriva armato di una o due borse di plastica e in quelle raccoglie tutto ciò che trova mentre cammina verso il santuario. C’è chi sale sul Lussari recitando il rosario. Lui sale invece scrutando con meticolosa ossessione il terreno: nulla deve sfuggire al suo occhio attento.

Se il “sentiero del pellegrino” è così pulito lo si deve soltanto a lui. In 6 anni ha ripetuto la salita del monte centinaia di volte, raccogliendo quintali di rifiuti. D’inverno il “bottino” è piuttosto contenuto, ma è d’estate che i viandanti abbandonano lungo il percorso mercanzie di ogni genere. Obersteiner stima di aver riempito ogni anno 25 sacchi da 80 litri.

La “missione ecologica” di Peter Obersteiner ha una spiegazione. Fino a 6 anni fa, il carinziano era un dipendente delle Ferrovie austriache, in servizio nella zona confinaria di Tarvisio. Soffriva di ipertensione e riteneva che ciò fosse dovuto allo stress del lavoro. Una volta in pensione – pensava – la pressione sarebbe tornata su valori normali. Si sbagliava: era rimasto un iperteso anche da pensionato e a nulla erano valse le diete a cui si era sottoposto e l’attività fisica fatta di escursioni e corse.

Finché non aveva scoperto il Monte Santo del Lussari. “Io ho subito notato – ha spiegato a un cronista della “Kleine Zeitung” – che questo itinerario di preghiera possiede una forza spirituale e mi dà energia, perché quando io ero giunto alla meta non provavo più alcuna stanchezza, mentre le mie batterie erano di nuovo cariche. Dopo un anno non ho avuto più problemi di salute”.

Da ciò la decisione di tornare spesso sul Lussari. E, come capita quando si ripete più volte lo stesso itinerario, sono balzate ai suoi occhi cose che al primo passaggio non aveva notato: tutti quei rifiuti sparsi a destra e a sinistra del sentiero. Una vista insopportabile, che ha indotto l’ex ferroviere in pensione a porvi rimedio, trasformandosi in un “operatore ecologico” volontario.

In 6 anni di saliscendi e di pulizia del sentiero Peter Obersteiner è diventato un personaggio noto nel villaggio in cima al Lussari e la sua dedizione alla cura del sentiero non è passata inosservata. Al punto che ai primi di dicembre dello scorso anno gli operatori del Lussari hanno voluto riservargli una sorpresa. Al suo arrivo in vetta lo hanno festeggiato con la presenza del sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, che ha voluto premiarlo, conferendogli il titolo di “Guardia ecologica del monte Lussari”.

L’evento non ha avuto molta risonanza in Italia e nessuna in Carinzia, finché ieri la “Kleine Zeitung”, il quotidiano più diffuso nel Land confinante, non gli ha dedicato una pagina, per raccontare la sua storia sotto il titolo “Il carinziano del giorno”. Oggi anche in Carinzia tutti sanno chi è Peter Obersteiner e che cosa sta facendo per il santuario del Lussari, che è situato sì in Italia, ma da secoli è meta di pellegrinaggi anche dalla Carinzia e dalla Slovenia (come avevamo scritto in questo blog il 21 marzo dello scorso anno).

“Ho incominciato a raccogliere i rifiuti – spiega Obersteiner – per sentirmi bene e ora non ne posso più fare a meno”. Non riesce a capacitarsi come altri possano lordare una via di salita che per lui ha assunto ormai un valore mistico. “Proprio le persone che vanno in montagna – osserva – dovrebbero essere più consapevoli del rispetto della natura”. C’è da augurarsi peraltro che restino “inconsapevoli”, perché altrimenti il ferroviere in pensione di Kerschdorf, “guardia ecologica del monte Lussari”, non avrebbe più una missione da compiere.

 

NELLA FOTO, Peter Obersteiner, carinziano in pensione, “guardia ecologica del monte Lussari”.

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