Sabato 18 Maggio 2024

20.02.29 Coronavirus, esami di laboratorioIn Austria in questi giorni stanno accadendo molte cose – a livello politico, ma anche giudizario ed economico – e pur tuttavia anche oggi continuiamo a occuparci di Coronavirus. Non è una fissazione, ma la convinzione che sia necessario un aggiornamento continuo, perché solo in questo modo si può comprendere che il fenomeno non è solo italiano, così come fino a poche settimane fa non era soltanto cinese. È vero, in questo momento il nostro Paese appare il più colpito in Europa, ma è solo questione di tempo. Il virus è una maledizione che non si lascia disciplinare e che non conosce confini. Se anche i nostri fossero stati chiusi, come proponeva Salvini, ne saremmo stati contagiati comunque, perché gli “untori” nei casi che conosciamo sono stati sempre e solo connazionali. Nessun cinese della popolosa comunità di Prato, nessuno dei profughi arrivati con i barconi.

Lo stesso sta avvenendo in Austria, dove Herbert Kickl, il “Salvini austriaco”, sta sollecitando a gran voce la chiusura della frontiera con l’Italia e finora è rimasto inascoltato dal governo. I confini sono rimasti aperti e si può andare e venire dall’Austria quanto si vuole. È vero, governo e amministratori locali hanno consigliato ai loro cittadini di rimandare i viaggi in Italia e la Carinzia ha interrotto gli scambi di alunni con le scuole del Friuli Venezia Giulia, ma il Ministero degli Esteri ha dichiarato “a rischio” soltanto i 10 comuni della Lombardia e quello del Veneto che l’Italia aveva posto in isolamento. Non uno di più.

Quanto sia inutile la chiusura dei confini appare evidente dai casi di contagio registrati finora in Austria. I primi due sono della coppia di giovani di Bergamo che vive e lavora a Innsbruck. Fossero stati chiusi i confini non sarebbero potuti rientrare? Niente affatto, perché hanno la residenza in Tirolo e perché erano attesi per riprendere il lavoro. Gli altri contagiati sono due viennesi, marito e moglie. Inizialmente era stato riferito che entrambi erano stati in vacanza in Lombardia, assieme ai loro due figli, mentre ieri si è appreso che solo l’uomo aveva fatto il viaggio, forse non per vacanza, ma per lavoro. Al ritorno a casa avrebbe contagiato la moglie. Anche per loro la chiusura dei confini sarebbe stata inutile. L’unico risultato di un simile provvedimento sarebbe stato un superlavoro per le forze di polizia e un danno enorme agli scambi commerciali, con camion incolonnati alla frontiera in attesa dell’autorizzazione a proseguire.

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Abbiamo fatto cenno alla coppia di genitori contagiata dal virus e ricoverati entrambi all’ospedale “Kaiser Franz Josef” di Vienna. Con essi per precauzione sono stati ricoverati anche i due figli (un ragazzo e una ragazza, non ne è stata resa nota l’età). Dal test effettuato ieri anche il ragazzo è risultato positivo, mentre la sorella sembrerebbe per ora essere immune.

Poiché il ragazzo frequenta una scuola privata il Bassa Austria (il ginnasio arcivescovile di Hollabrunn) anche i suoi 23 compagni di classe e i loro quattro insegnanti sono stati posti in quarantena. È stato chiesto loro di restare a casa fino all’11 marzo e di evitare contatti con altre persone. Qualora dovessero avvertire sintomi sospetti, dovranno avvertire immediatamente le autorità sanitarie.

Nello stesso ospedale di Vienna è ricoverato anche il 72enne, che già da dieci giorni manifestava sintomi febbrili, per cui inizialmente era stato ricoverato al Rudolfinum, dove a nessuno era venuto in mente che potesse aver contratto il Coronavirus. Le sue condizioni sono stabili. Ieri si è appreso che si tratta di un noto avvocato, per cui sono stati effettuati controlli anche sui collaboratori del suo studio. Sembra che nessuno di essi sia stato contagiato.

Ieri sera, dopo le 22, è arrivata la notizia di un caso di contagio anche in Stiria. Si tratta di una donna che era in vacanza nel Nord Italia. Ieri aveva manifestato alcuni dei sintomi del Coronavirus, per cui era stata sottoposta a controlli in un ospedale di Graz. Il test ha dato risposta positiva.

Fino a questo momento, dunque, gli austriaci colpiti dal virus sono cinque, cui si aggiungono i due italiani di Innsbruck. In tutto fanno sette.

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Dopo aver centellinato per giorni i testi sul Coronavirus, ora il Land Tirolo ha istituito una equipe mobile, che li effettua a domicilio, in modo da evitare che siano i presunti contagiati a recarsi all’ospedale. Il servizio viene svolto sull’intero territorio regionale. Il personale sanitario si presenta alle abitazioni dei richiedenti completamente bardato con tute, maschere e caschi per evitare il contagio. Finora sono stati effettuati 40 tamponi, tutti con esito negativo.

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A differenza della Svizzera, il “comitato di crisi” istituito dal Comune di Vienna ha deciso, per il momento, di non vietare lo svolgimento di congressi, assemblee, manifestazioni sportive, spettacoli ed eventi analoghi. È stata soltanto rivolta una raccomandazione alle persone che risiedono nelle zone a rischio o che vi si siano recate nelle ultime due settimane, di astenersi dal partecipare. Come vada interpretata questa raccomandazione per gli italiani non è chiaro. Per il Ministero degli Esteri le zone a rischio sono gli 11 comuni italiani di Lombardia e Veneto posti in isolamento. La raccomandazione vale soltanto per questi ambiti territoriali?

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