Alla fine l’annuncio è arrivato: Heinz-Christian Strache, fino a maggio leader dell’Fpö, sarà candidato capolista de “L’Alleanza per l’Austria” (la sigla in tedesco è Daö, Die Allianz für Österreich) alle elezioni di Vienna in autunno. L’Fpö è il partito dell’estrema destra sovranista, un tempo molto frequentato da ex e neo nazisti. La Daö è un duplicato creato a Vienna da fuoriusciti dell’Fpö, soltanto per dissensi con l’attuale vertice del vecchio partito e per offrire una nuova tribuna a Strache, rimasto “disoccupato” dopo lo scandalo di Ibiza.
L’annuncio Strache lo ha fatto parlando di fronte ai nuovi adepti della Daö, riuniti nel mercoledì delle Ceneri nel padiglione della “Prater Alm”, un grande ristorante al Prater di Vienna, costruito in legno come una baita alpina. Gli incontri del “mercoledì delle Ceneri” rappresentano una tradizione della destra austriaca, finora rappresentata soltanto dall’Fpö. Si tengono tradizionalmente a Ried e per 14 anni Strache ne era stato l’oratore ufficiale (compito svolto in precedenza da Jörg Haider).
Anche quest’anno nel mercoledì delle Cenere gli iscritti all’Fpö si sono ritrovati a Ried, ma il discorso lo ha tenuto Norbert Hofer, mentre negli stessi minuti Strache parlava a Vienna. Rivolgendosi ai sostenitori del nuovo partito, li ha definiti “i veri patrioti di questo Paese”. Perché mai veri patrioti? Quelli a cui si era rivolto per 14 anni non erano patrioti o non erano veri patrioti? O lo erano stati ma oggi non lo sono più, perché hanno cacciato dal partito l’uomo che a Ibiza trattava tangenti con una presunta miliardaria russa in cambio di appalti pubblici, causando così il crollo dell’Fpö a tutte le successive elezioni?
Le parole pronunciate da Strache non hanno molta logica, ma nei raduni del mercoledì delle Ceneri, annebbiati dalle tante birre versate, la logica non è richiesta. Qualsiasi battuta, anche sciocca, viene accolta con applausi, senza andar troppo per il sottile. E così il pubblico della Prater Alm applaude Strache quando definisce l’Spö (il Partito socialdemocratico) “un’anatra zoppa”, o il cancelliere Sebastian Kurz (leader dei popolari) “uno dei re magi, che però non è santo”. L’attuale governo di Popolari e Verdi gli suscita la sensazione che “la quaresima possa durare 4 anni” ed è per questo che lui, Strache, preferisce avere “una casa nel verde che un Verde in casa”. Risate e applausi.
È in questo ambiente euforico e un po’ intontito dall’alcol che Strache fa l’annuncio atteso da tutti: “Sì – dice – ci sarà questa ripartenza con me alle elezioni di Vienna e insieme scriveremo la storia”. Traduzione: accetterà di guidare la Daö, presentandosi come candidato capolista alle prossime elezioni. Nuovi applausi scroscianti, con tutto il pubblico in piedi.
L’annuncio era largamente prevedibile e ormai lo si dava per scontato da quando la Daö aveva fatto sapere che Strache sarebbe stato l’oratore ufficiale al raduno del mercoledì delle Ceneri. La scelta di non anticipare la dichiarazione era tattica: in questo modo i media ne avrebbero parlato più volte e più a lungo, facendo da cassa di risonanza a un gruppuscolo di scissionisti che in questo momento non conta quasi nulla.
Ma Strache non aveva messo in conto il Coronavirus, che gli ha rubato la scena. Il suo discorso alla Prater Alm avrebbe aperto le prime pagine di tutti i giornali e di tutti i siti web, se non ci fosse stato il morbo giunto dalla Cina a monopolizzare l’attenzione (anche in questo blog diamo la notizia in ritardo, perché ritenevamo più urgenti le informazione sul diffondersi del contagio in Austria).
Ora, comunque, lo scenario politico a Vienna alla vigilia delle elezioni appare meglio definito. Sul fianco destro vi saranno due partiti – l’Fpö e la Daö (che probabilmente cambierà nome, inserendovi quello di Strache) – in concorrenza tra loro, anziché contro i partiti di centro e di sinistra, come sarebbe più logico. I pronostici non sono incoraggianti. Strache, obnubilato da una mania di grandezza che gli ha fatto perdere il senso della realtà, contava con la sola sua presenza di suscitare un’ondata di consensi, mentre la gran parte dell’elettorato viennese lo considera per quello che è: un Personaggio pronto per denaro a vendere l’Austria a uno straniero. L’Fpö – lo ha ammesso con grande onestà intellettuale lo stesso Hofer nel “discorso del mercoledì delle Ceneri” a Ried – avrà bisogno di tempi lunghi per rimediare ai danni causati da Strache e per recuperare la fiducia degli elettori. Fpö e Daö insieme non arriveranno al 15% e non conteranno nulla nel prossimo consiglio comunale (che è equiparato a un consiglio regionale, perché Vienna, per costituzione, equivale a un Land).
L’Övp, che parte da un modesto 9,2% delle elezioni del 2015 e che proprio ieri ha eletto quasi all’unanimità (96,8%) Gernot Blümel alla segreteria di Vienna, recupererà sicuramente consensi, trascinato dal successo del cancelliere Kurz, ma è improbabile che possa scavalcare l’Spö. Blümel, che attualmente è ministro delle Finanze e che in ottobre sarà candidato capolista, parte con il proposito di conquistare il palazzo comunale, dove dal 1919 i socialdemocratici sono ininterrottamente i padroni di casa (a parte gli anni dell’annessione al Reich), ma difficilmente riuscirà nell’impresa, perché alla sua destra avrà due potenziali alleati fortemente ridimensionati e, quel che è peggio, in lite tra loro.
Le elezioni sono ancora lontane, ma fin d’ora si può prevedere che il Comune della capitale continuerà ad essere guidato dall’Spö anche nei prossimni cinque anni.
NELLA FOTO, Heinz-Christian Strache mentre brinda con il pubblico all’incontro del mercoledì delle Ceneri della Daö (L’Alleanza per l’Austria) nella Prater Alm di Vienna.
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AGGIORNAMENTO CORONAVIRUS. Il numero delle persone contagiate è salito ieri a 10 (il giorno prima erano 7). Si tratta dei due giovani italiani di Bergamo che vivono a Innsbruck, di un noto avvocato di Vienna di 72 anni, di una coppia di coniugi di Vienna e di un loro figlio (hanno anche una figlia che non risulta però contagiata), di una donna stiriana. A questi si sono aggiunti ieri una coppia di amici della Bassa Austria che avevano fatto visita ai coniugi di Vienna, prima di sapere che erano stati colpiti dal virus, e una donna di Salisburgo. Tra questi 10, l’unico anziano e quindi più a rischio è l’avvocato di Vienna.
La donna infettata a Salisburgo è una viennese di 36 anni, che nei giorni scorsi era stata a Torino. In altre parole, dei 10 contagiati in Austria, soltanto l’anziano avvocato non ha avuto contatti con l’Italia e si sta indagando per capire come abbia ricevuto il contagio. Tutti gli altri nove sono stati contagiati direttamente o indirettamente dall’Italia.
Nel frattempo sono aumentati in Austria i test sulle persone sospette, che finora erano stati fatti con il contagocce. Ma anche ora vengono fatti con parsimonia e soltanto sulle persone ricoverate. Gli austriaci che hanno richiesto un test si sono visti recapitare il conto per posta. L’importo varia da 48 a 250 euro, a seconda del laboratorio che ha effettuato l’analisi.
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