Sono quasi 310 mila gli austriaci che hanno ricevuto la prima dose del vaccino contro il Covid. Rappresentano il 3,97% della popolazione con più di 16 anni (7 milioni 758 mila persone). Quasi 200 mila hanno ricevuto anche la seconda dose. I primi a essere vaccinati sono stati gli ospiti delle case di cura e di riposo e gli ultraottantenni, che rientrano nella prima delle sette categorie indicate dal Ministero della Salute, per stabilire l’ordine delle priorità.
Chi non è nella prima categoria si è messo in lista di attesa, iscrivendosi sui portali web creati allo scopo dai Länder. Quando verrà il suo turno sarà chiamato dal servizio sanitario, che gli indicherà quando presentarsi e dove presentarsi. Qualcuno, che andava di fretta, ha saltato la fila, facendosi vaccinare prima che arrivasse il suo turno. Abbiamo dato notizia, qualche settimana fa, di sindaci, assessori comunali, mogli di sindaci e mogli di assessori comunali, che hanno approfittato della loro posizione per rubare il turno ad altri che avrebbero avuto la precedenza. Sono cose che accadono anche in un Paese ordinato come l’Austria.
Ma non tutti sono ansiosi di ricevere il vaccino. Anzi, alcuni non ne vogliono proprio sapere, perché ritengono che l’emergenza sanitaria non esista e sia stata inscenata dell’industria farmaceutica proprio per vendere vaccini e fare soldi. Alcune manifestazioni no-wax si sono viste a Vienna e a Graz, ma è in Carinzia che il partito degli “obiettori” è più numeroso. Un sondaggio dell’istituto Research Affairs ha rilevato che il 36% della popolazione carinziana è contrario alla vaccinazione. Non è che abbia dubbi, sia titubante, intenda pensarci su. No, ha le idee chiare e “non vuole per nessuna ragione essere vaccinato”.
Anche in altri Länder il numero dei contrari al vaccino è relativamente elevato, ma la Carinzia sta in testa a tutti (all’ultimo posto è Vienna, con il 24%). Questo atteggiamento di rifiuto, che si accompagna all’idea che dietro all’epidemia e al piano vaccinazioni vi sia “il grande complotto”, spiega la diffusa negligenza nell’applicare le misure di prevenzione sempre raccomandate (mascherina, distanziamento, precauzioni igieniche) e ritenute inutili, proprio perché “il Coronavirus è poco più che una normale influenza”. Il numero dei morti (8.397 decessi fino a ieri) non basta a convincere i riluttanti.
La conseguenza è che la Carinzia, che nella prima ondata era stata sostanzialmente risparmiata dall’epidemia, ora è tra i Länder più colpiti, con un mandamento, quello di Hermagor, dove il tasso di incidenza su 100.000 abitanti in 7 sette giorni è salito sopra quota 600 (contro la media nazionale di 134,1).
È di ieri una nuova notizia allarmante: la variante sudafricana del virus (molto più pericolosa di quella inglese) ha messo piede anche qui. È risultata contagiata una donna di Spittal an der Drau, che aveva avuto contatti con un tirolese (in Tirolo, come è noto, la variante sudafricana era stata portata da alcuni albergatori che erano andati in vacanza per Natale in Sudafrica e al ritorno non avevano rispettato la quarantena). La donna è stata messa in isolamento, ma troppo tardi. Il figlio è un militare in servizio nella locale caserma dell’Esercito. Gli oltre 200 soldati di stanza in quella struttura sono stati sottoposti a test (vedi foto) e tenuti in isolamento. E, per andare sul sicuro, sono sotto controllo anche i familiari dei 200 soldati.
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