Sabato 18 Maggio 2024

14.08.29 Melinda EstarhazyAll’età di 95 anni è morta l’altra notte, nel suo palazzo di Eisenstadt, Melinda Estherhazy, vedova del dodicesimo e ultimo principe Paul V Estherhazy. Ultimo, perché la coppia non aveva figli e con la dipartita di Melinda si estingue, dunque, un casato nobiliare magiaro, tra i più antichi, cui l’imperatore d’Austria secoli fa aveva conferito il titolo principesco, per la fedeltà dimostrata agli Absburgo e il ruolo svolto nella difesa dalle insidie turche.

Melinda, il cui cognome da nubile era Ottrubay, proveniva da una famiglia borghese, ma il suo incontro con il principe non assomiglia a quello di una Cenerentola. Paul Estherhazy la conobbe quando era ballerina dell’Opera di Stato di Budapest. Non una ballerina di fila, ma la “prima ballerina assoluta”, dove l’espressione appare in italiano anche nel testo originale ungherese e sta a dimostrare le qualità straordinarie di Melinda nella danza, che aveva appreso fin da bambina.

Il primo incontro tra i due avviene in occasione di una serata nel palazzo Burgberg di Budapest, ospiti dell’arciduchessa Augusta. L’Estherhazy se ne invaghisce subito, ma quelli sono tempi di corteggiamenti lunghi. Quello del principe Paul dura alcuni anni, mentre è in corso la seconda guerra mondiale. Soltanto nell’agosto 1946 i due possono sposarsi e da quel momento Melinda si trova a essere non soltanto principessa, ma anche comproprietaria di un immenso patrimonio, fatto di migliaia di ettari di campagne, vigneti, foreste (44.000 ettari soltanto in Austria), palazzi e castelli.

Ma ai novelli sposi non resta molto tempo per goderne. Nell’Ungheria diventata comunista il marito viene processato e condannato a 15 anni di reclusione per detenzione di valuta straniera e tutti i suoi beni gli vengono confiscati. Per 10 anni Melinda può far visita al marito in prigione una sola volta al mese. Nel 1956, con la rivolta di Budapest, i condannati politici possono lasciare il carcere. Tra questi anche Paul Estherhazy, che con Melinda lascia precipitosamente l’Ungheria e si rifugia prima a Vienna e poi a Zurigo.

Sono rifugiati politici, ma non hanno i problemi economici di quasi tutti i loro connazionali espatriati. Il governo comunista ungherese ha confiscato i loro beni in patria, ma non quelli posseduti in Austria, dove gli immobili degli Estherhazy costituivano allora e costituiscono ancor oggi la più grande proprietà terriera privata. I beni sono concentrati soprattutto nel Burgenland, il Land più orientale dell’Austria, di cui costituiscono un sesto dell’intero territorio.

Nel 1989, alla vigilia della caduta della cortina di ferro, il principe Paul muore e la vedova Melinda è l’erede unica del suo patrimonio, che comprende anche molti edifici di interesse storico e culturale. Tra questi figurano il castello di Forchtenstein e il palazzo di Eisenstadt, dove gli Estherhazy ebbero per molti anni musicista di corte Franz Joseph Haydn (lo stesso che qualche anno più tardi, trasferitosi a Vienna, avrebbe composto il celebre Kaiserquartett, l’inno imperiale, intonato anche dai sudditi di lingua italiana con le parole “Serbi Dio l’austriaco regno”).

Dal 2002 Melinda non compariva più in pubblico. Il suo immenso patrimonio era gestito (soprattutto per eludere il fisco) da una fondazione e lei si era ritirata nella sua residenza di Eisenstadt, dove l’altra notte – come ha comunicato la fondazione – “si è serenamente addormentata circondata dai suoi familiari”.

NELLA FOTO, un’immagine recente di Melinda Estherhazy.

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