Sabato 18 Maggio 2024

Mancano 9 giorni alle prime elezioni dell’anno in Austria. Sono quelle che si terranno domenica 29 gennaio in Bassa Austria, il Land indiscutibilmente più importante del Paese, per dimensione demografica, economica e geografica. Sarà un voto per la rielezione del Landtag (il consiglio regionale), ma inevitabilmente si ripercuoterà sulle elezioni politiche in programma nel 2024.

La Bassa Austria è da sempre un feudo democristiano. Qui comanda l’Övp (Partito popolare), che attualmente ha la maggioranza assoluta nel governo regionale e nel Landtag e l’ha sempre avuta in quasi tutte le legislature passate. Ma, ciò che più conta, l’Övp è capillarmente presente – si potrebbe dire infiltrato o radicato – in ogni istituzione del Land. Dalla Camera dell’economia alla banda musicale di paese, dall’associazione dei cacciatori ai teatri e ai musei non cade foglia che l’Övp non voglia. Per non parlare dei media, a cominciare dall’Orf, che a volte sono costretti a sottostare a veri e propri ordini di servizio della segreteria del partito.

Lo strapotere del Partito popolare in Bassa Austria non ha eguali in altri Länder, fatta eccezione per Vienna, dove uno strapotere simile è esercitato dall’Spö (Partito socialdemocratico), che governa la capitale da sempre e, in passato, quasi sempre con maggioranze assolute. Indubbiamente l’Spö ha fatto bene il suo lavoro: se Vienna è al primo posto per qualità della vita, tra le grandi città del mondo, lo si deve ai socialdemocratici che l’hanno bene amministrata negli ultimi settant’anni e anche dopo la Prima guerra mondiale, fino al colpo di Stato fascista. Basti soltanto pensare all’edilizia popolare della “rotes Wien”.

Lo stesso si può dire per la Bassa Austria, che gode di un’amministrazione efficiente, servizi sociali e sanitari eccellenti e una crescita economica invidiabile. Il problema, tanto in Bassa Austria che a Vienna, è semmai di un sistema che nel tempo si è cristallizzato e di un potere politico ripiegato su sé stesso, il cui obiettivo ormai e diventato quello di autoconservazione.

In Bassa Austria la situazione potrebbe cambiare già il 29 gennaio. Il voto di quella domenica, infatti, potrebbe essere fatale per l’Övp, a cui i sondaggi (ultimo quello del Market Institut di Linz, per conto del quotidiano Der Standard) attribuiscono una perdita di consensi del 10%. Resterà il primo partito, ma per governare avrà bisogno di condividere il potere con altre forze politiche. Al limite, potrebbe addirittura essere esclusa dalla stanza dei bottoni, qualora tutte le altre forze politiche decidessero di coalizzarsi e governare senza l’Övp.

L’ultima ipotesi è alquanto improbabile, ma non impossibile. Improbabile perché presupporrebbe il coinvolgimento dell’Fpö (il partito dell’estrema destra sovranista), che attualmente appare in rotta di collisione con le altre forze politiche (Spö, Verdi, Neos), tutte alla sinistra dell’Övp. Ma non impossibile, dicevamo. C’è un precedente storico importante in Carinzia, dove nel 1989 l’Övp accettò di allearsi con l’Fpö (a quel tempo guidato da Jörg Haider), pur di far fuori i socialdemocratici, che pure avevano vinto le elezioni, ma non disponevano della maggioranza assoluta.

Torniamo alla Bassa Austria e al sondaggio del Market Institut. Alle precedenti elezioni nel 2018 l’Övp aveva ottenuto uno strepitoso 49,63%. Di fatto, per i meccanismi elettorali di attribuzione dei seggi nella giunta e nel consiglio regionale, poteva disporre della maggioranza assoluta. Quello era stato un momento di grazia dovuto, in buona parte, all’effetto trascinamento del partito a livello federale, dove era guidato dall’allora trionfante Sebastian Kurz.

Ora Kurz non c’è più, anzi è meglio che se ne stia alla larga. Per giunta il Partito popolare è stato coinvolto in parecchi scandali, che ne hanno appannato l’immagine. Da ciò il crollo dei voti, che il Market Institut indica al 38%. La caduta è clamorosa, ma va letta ancora con cautela. In Bassa Austria la campagna elettorale è appena incominciata e l’Övp, proprio per il suo radicamento sul territorio, è una macchina da guerra, capace di recuperi inimmaginabili.

Degli altri partiti l’unico a registrare una crescita di rilievo è l’Fpö, che sale dal 14,8 al 24%, benché tra il voto di cinque anni fa e quello del 29 gennaio ci sia stato lo scandalo di Ibiza. Gli altri partiti, secondo il sondaggio, mantengono le posizioni: l’Spö al 23% (era al 23,9%), i Verdi al 6% (erano al 6,43%), Neos al 7% (era al 5,15%).

NELA FOTO, la governatrice in carica della Bassa Austria, Johanna Mikl-Leitner, che si ricandida per una nuova legislatura.

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