Sabato 18 Maggio 2024

14.08.22 irak210814_726apaL’Austria si scopre improvvisamente terreno di coltura per terroristi islamici. O, per essere più precisi, lo scoprono i cittadini austriaci, mentre i servizi di sicurezza del Paese (il riferimento è all’Ufficio federale per la tutela della Costituzione e per la lotta al terrorismo) erano da tempo in allarme. Che vi fossero motivi di preoccupazione lo hanno dimostrato i recenti arresti di presunti jihaditi: dieci mercoledì scorso (uno dei quali poi rilasciato a piede libero), fermati a Nickelsdorf, al confine tra Austria e Ungheria; altri cinque ieri in Carinzia, a due passi da casa nostra.

Il primo gruppo è composto da 9 ceceni regolarmente residenti in Austria con la qualifica di rifugiati politici e da un austriaco. Sono sospettati di far parte di un movimento terroristico che si preparava a partecipare alla lotta armata in Siria. Sono stati arrestati al confine, mentre si accingevano a lasciare l’Austria per raggiungere il Paese mediorientale. Per quattro di essi il Tribunale di Vienna ha confermato l’arresto, mentre per gli altri sei la decisione dovrebbe essere presa oggi. L’unico rimesso in libertà è un ceceno di 17 anni. Se ne deduce quindi – anche se la notizia non è stata confermata dalla Procura della Repubblica – che sia rimasto in stato di arresto l’austriaco, che dovrebbe essere l’organizzatore del viaggio dall’Austria alla Siria.

È di ieri la notizia degli altri cinque arresti in Carinzia. La portavoce del Tribunale penale di Vienna, Christina Salzborn, ha accennato all’imputazione di “partecipazione ad associazione terroristica”. Per ragioni logistiche sono stati provvisoriamente rinchiusi nel carcere giudiziario di Klagenfurt, dove saranno sentiti in videoconferenza dal giudice competente di Vienna per la convalida dell’arresto. In seguito saranno trasferiti anch’essi a Vienna, ma richiusi in istituti di pena diversi, per esigenze di sicurezza. Anche le persone arrestate in Carinzia sono in gran parte rifugiati ceceni.

In base alle ricostruzioni dei servizi di sicurezza, le 14 persone attualmente in carcere non sono le prime ad essersi accinte a partire per la Siria. Vi sarebbero dalle 60 alle 100 persone provenienti dall’Austria e già impegnate in combattimenti in quel Paese. Il fenomeno del reclutamento di cittadini austriaci o di rifugiati stranieri in Austria per la partecipazione attiva ad azioni armate della jihad sarebbe in forte crescita dopo la cosiddetta “primavera araba” e avrebbe raggiunto un’allarmante intensità nel 2013.

Il reclutamento punta prevalentemente su uomini provenienti dalle regioni caucasiche, ma con regolare permesso di soggiorno in Austria. Ma la jihad guarda anche a cittadini austriaci di famiglie provenienti dal Sud-Est Europa e dai Balcani occidentali. Per chi decide di partire per la lotta armata in Siria e in altre regioni medio-orientali, la Bosnia-Erzegovina sarebbe una stazione intermedia, dove le reclute verrebbero sottoposte all’indottrinamento ideologico da parte di imam più radicali.

NELLA FOTO, una carovana di combattenti dell’Isis, di cui farebbero parte ormai un centinaio di jihaditi provenienti dall’Austria.

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