Sabato 18 Maggio 2024

16.06.27 Norbert HoferNorbert Hofer, vicesegretario nazionale dell’Fpö (il Partito nazional-liberale austriaco) e candidato alla presidenza della Repubblica, vuole che anche agli austriaci sia data la possibilità di esprimersi con un referendum sulla permanenza nell’Unione Europea. È la prima volta che un leader della destra populista austriaca prefigura la possibilità immediata di una ”Öxit” (la “Brexit” dell’Austria).

A differenza di Salvini, Le Pen e di altri leader nazionalisti europei, infatti, il segretario dell’Fpö Heinz-Christian Strache, anche dopo la vittoria in Gran Bretagna dei sostenitori dell’uscita, non aveva proposto un’ analoga consultazione popolare per il proprio Paese. Strache si era congratulato con i cittadini britannici per “la sovranità riacquistata”, pronosticando anche la fine dell’Ue, se non sarà subito avviato “un ampio e profondo processo di rinnovamento”, ma tutto era finito lì. E questa era – e, a rigore di logica, dovrebbe essere ancora – la linea ufficiale del partito. Nessun referendum, per il momento, a meno che nei prossimi anni l’Ue non riesca a riformarsi dall’interno, ridimensionando le proprie istituzioni e restituendo agli Stati nazionali le competenze loro sottratte.

L’uscita di Hofer di ieri – apparsa in un’intervista pubblicata dal quotidiano viennese “Österreich” – conferma questa linea, ma ne anticipa i tempi, fissando la scadenza entro un anno. Che è come dire che il referendum sicuramente si farà, perché è politicamente e tecnicamente impossibile che in soli 12 mesi l’Ue riesca a fare la marcia indietro richiesta da Hofer.

“Se l’Unione Europea continua svilupparsi in maniera distorta – ha dichiarato il candidato dell’Fpö al giornale – allora per me sarebbe giunto il momento di dire: ora si deve dare la parola ai cittadini austriaci”. Ma che cosa vede di distorto Hofer nell’Ue? Il fatto che ”si sviluppi nella forma di una Unione centralizzatrice, anziché ritornare ai suoi valori fondamentali”. Una riforma in questa direzione, a suo avviso, non richiederebbe molto tempo: “L’Ue deve reagire molto rapidamente. Se non vengono poste entro un anno le necessarie misure, allora l’intero progetto è fortemente compromesso”.

Ed ecco la singolare interpretazione dei suoi principi originari: “I padri fondatori vollero allacciare una stretta cooperazione economica, poiché gli Stati che collaborano tra di loro sul piano economico non si fanno la guerra. Tutto questo ha funzionato bene, finché non è stata fondata l’Unione Europea”. A parte il fatto che i padri fondatori – da Adenauer a De Gasperi, da Schumann a Spaak – sognavano proprio un’unione politica e non soltanto un mercato comune, la tesi sostenuta da Hofer è del tutto controcorrente, dato che le difficoltà in cui si dibatte oggi l’Europa, a parere unanime, sono dovute proprio al suo deficit politico.

Se questo “sviluppo distorto” dell’Ue continuerà, Hofer minaccia una “Öxit”, ossia l’uscita dell’Austria (“Ö” è la lettera iniziale di “Österreich”). Il cambiamento di indirizzo dovrà avvenire entro un anno, “altrimenti noi dovremmo chiedere agli austriaci se intendano ancora esserne membri”.

L’accelerazione impressa da Hofer è così improvvisa, da apparire sospetta. L’Fpö, pur sempre critico nei confronti di Bruxelles fin dai tempi di Haider, non ha mai caldeggiato un’uscita dell’Austria dall’Ue. Basti ricordare che, in occasione della consultazione popolare promossa un anno fa da un comitato di privati cittadini con questo obiettivo, l’Fpö non aveva offerto il suo appoggio e si era ben guardato dall’esserne in qualche modo coinvolto. Tale atteggiamento era stato confermato soltanto due giorni fa in una nota pubblicata nel sito web del partito.

L’uscita di Hofer, quindi, ha una sola spiegazione: utilizzare il grimaldello del referendum, se, come lui spera, la Corte costituzionale accoglierà il ricorso contro le elezioni presidenziali (vinte per soli 30.863 voti dall’avversario Alexander Van der Bellen) e si dovrà tornare al voto. Il tema dell’antieuropeismo, accanto a quello dei profughi, dovrebbe essergli utile per battere l’altro candidato. Le elezioni presidenziali, se dovranno essere ripetute, si terranno in autunno. Superata quella scadenza, il minacciato referendum sarà rimesso nel cassetto, perché anche i vertici dell’Fpö sono consapevoli che l’Ue, con tutti i suoi difetti, offre all’Austria più vantaggi che svantaggi.

 

NELLA FOTO, il candidato alla presidenza della Repubblica, Norbert Hofer.

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