Sabato 18 Maggio 2024

L’orco è dietro l’angolo, anche dove meno te lo aspetti. Vittime delle sue voglie sono i bambini, quelli più piccoli e perciò più vulnerabili e incapaci di difendersi. Questa volta l’orco si è fatto vivo a Lech, paradiso della neve ai piedi dell’Arlberg. Indossava le vesti di un maestro di sci e di vigilatore d’infanzia: di mattina accompagnava i piccoli sulla neve, insegnando loro a stare in equilibrio sugli sci, al pomeriggio li accudiva nel giardino d’infanzia della località turistica, istituito appositamente per consentire ai genitori di trascorrere una vacanza sulle piste di discesa, senza dover pensare ai figli. Così almeno credevano, non immaginando che proprio lì, in quel nido d’infanzia, potesse nascondersi l’orco.

La loro fiducia, a quanto sembra, è stata mal riposta. Pare che uno dei maestri di sci, poco più che ventenne, talvolta accompagnasse alla toilette uno dei bambini a lui affidati e poi chiudesse la porta alle spalle.

A intuire che cosa fosse accaduto là dentro è stato un papà. Non subito, purtroppo, ma solo dopo la fine della vacanza e dopo il ritorno a Vienna, città di residenza della famiglia. Il comportamento del figlio di 3 anni era completamente cambiato. Non più allegro e vivace, ma taciturno e rabbuiato, in uno stato di ansia perenne. Soltanto con l’aiuto di una psicoterapeuta, a cui si era rivolto, aveva potuto scoprire l’orrore vissuto dal bambino.

Il quale, alla fine, era riuscito a raccontare ciò che a quell’età è difficile da raccontare, fornendo qualche dettaglio in più: una volta – avrebbe detto – mentre il maestro di sci lo tratteneva nella toilette, era entrata un’assistente, che li aveva colti sul fatto. L’orco aveva intimato alla donna di andarsene (“geh weg!”, le parole usate), ma questa non si era lasciata intimidire. Aveva preso con sé il piccolo e lo aveva lavato.

A quanto pare, tuttavia, non aveva denunciato l’abuso sessuale del maestro di sci alla direzione dell’asilo o, se lo aveva fatto, l’asilo aveva preferito mettere tutto a tacere. Queste sono soltanto ipotesi, suggerite dal fatto che la vicenda è divenuta nota e oggetto di indagini della Procura di Stato di Feldkirch soltanto dopo la denuncia fatta dal padre al ritorno a Vienna (non subito, ma soltanto dopo aver raccolto il parere della psicoterapeuta, perché altrimenti – ha spiegato l’uomo – temeva che le parole del bambino non sarebbero state credute). Circostanze sospette sono date dal fatto che sia il maestro di sci, sia l’assistente hanno interrotto il loro rapporto di lavoro con l’asilo nido nell’ultima settimana di gennaio, mentre il loro contratto sarebbe dovuto scadere il 15 aprile.

La Procura di Stato sta indagando, per verificare se l’abuso nei confronti del bambino viennese sia isolato o se ce ne siano stati altri. Pare, infatti, che vi siano anche altri casi, per i quali tuttavia non è stata presentata ancora denuncia.

Il maestro di sci sospettato di violenza sessuale non è austriaco. Si è appreso soltanto che proviene da un altro Paese dell’Europa occidentale. Il bambino lo avrebbe identificato da alcune foto che gli sono state mostrate. “Questo è l’uomo cattivo”, avrebbe detto, indicando il viso del maestro di sci.

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