Sabato 18 Maggio 2024

12.12.28 molestie-sessuali-hp-manager-dimissioni“Il sedere non è un organo sessuale, pertanto la fattispecie (la mano dell’uomo che palpeggia il sedere di una donna, nda) non configura il reato di molestie sessuali”. La frase tra virgolette si legge nella motivazione del decreto con cui la Procura della Repubblica di Graz ha disposto l’archiviazione di un procedimento penale a carico di A.Y., nativo dell’Afghanistan, denunciato da Eva Maria H.

 

L’episodio che aveva portato i due davanti alla magistratura risale ai mesi scorsi e si è concluso ora nel modo che si è detto: l’archiviazione. Eva Maria H. stava pedalando in bicicletta per una via nel centro di Graz, quando è stata raggiunta da un altro ciclista, l’A.Y., che l’ha costretta a fermarsi. L’uomo le ha rivolto pesanti apprezzamenti per il suo “sedere sodo” e le ha chiesto se glielo poteva toccare. “Naturalmente no!”, ha reagito la donna. Ma l’afghano ha finto di non sentire e ha allungato lo stesso le mani, ricevendo in risposta uno schiaffone. La reazione dell’uomo è stata violenta. Ha insultato la ciclista, definendola una puttana, e le ha sferrato un pugno alla testa, fortunatamente senza farle male, perché la donna indossava il casco.

 

Questa la “fattispecie” cui si fa riferimento nel decreto della Procura. Segue la denuncia per molestie sessuali, con conseguente apertura di un fascicolo e avvio di indagini. La conclusione è quella che abbiamo menzionato all’inizio, perché secondo il magistrato di Graz il sedere non rientrerebbe nell’elenco degli organi sessuali tipici per poter parlare di molestie a sfondo sessuale.

 

Un duro colpo per Eva Maria H., ma uno choc anche per l’opinione pubblica austriaca, che si è scatenata nei commenti sulla stampa e sui siti on line dei giornali. Elfriede Hammerl, opinionista del settimanale Profil, si è chiesta, per esempio, quali siano le ragioni per cui il ciclista afghano abbia voluto allungare le mani sul sedere della donna. Lo ha fatto per un interesse di natura scientifica o, invece, come appare evidente, per eccitarsi sessualmente? E un lettore del quotidiano Die Presse ha lasciato il suo commento in calce alla cronaca giudiziaria: “Anche la bocca – ha scritto – non è un organo sessuale. Dunque è possibile infilare la propria lingua nella bocca di qualcuno, per esempio in quella di un procuratore della Repubblica, senza con ciò essere sospettati di molestie sessuali?” La domanda è ancora in attesa di risposta.

 

Da tutti i commenti appare evidente che nessuno, tranne il magistrato di Graz, dubita che la violenza subita da Eva Maria H. possa considerarsi di natura sessuale. Anzi, si sottolinea la sofferenza che deve aver provato la donna molestata per portare davanti al giudice il suo caso, anziché tacere. Quasi sempre, infatti, chi subisce comportamenti del genere non se la sente di renderli pubblici o di chiedere aiuto.

 

Secondo la Camera del lavoro, l’80 per cento delle persone in Austria, nel corso della loro vita lavorativa, risultano vittime di “attenzioni” sessuali di varia gravità: allusioni nei discorsi, e-mail equivoche inviate da colleghi o superiori, esibizione di immagini pornografiche, carezze e abbracci non desiderati e non richiesti, fino a vere e proprie violenze. In 99 casi su 100 le vittime sono donne. 750 di queste nel 2010 e nel 2011 si sono rivolte all’Avvocatura per le pari opportunità, per chiedere assistenza. La maggior parte ha preferito tacere, per non subire anche la beffa dopo il danno, come è accaduto alla ciclista di Graz.

Lascia un commento