Sabato 18 Maggio 2024

22.02.28 Olesya Kurylyak, primo violino Wiener Philharmoniker, UcrainaOggi è una data storica per i Wiener Philharmoniker. Il 28 febbraio di 25 anni fa l’orchestra viennese – una delle più celebri al mondo, non solo per il Concerto di Capodanno – ammise nelle proprie file le donne. Fu aperta così una breccia in uno delle ultime roccaforti dei maschi, la cui egemonia durava da oltre 150 anni.

Non fu un cambiamento facile e, per quel che ci risulta, non fu visto di buon occhio dai Philharmoniker, che avrebbero preferito un’orchestra composta soltanto da uomini in frac e farfallina nera. I Berliner Philharmoniker avevano accettato la grande svolta già 15 anni prima. I Wiener, invece, tennero duro, ma alla fine furono costretti a cedere anch’essi alle pressioni dell’opinione pubblica e della politica.

L’allora sindaco di Vienna, Michael Häupl, parlò di “anacronismo”, la capogruppo al Parlamento dei Verdi, Madeleine Petrovic, accusò il “club maschile” dei Philharmoniker di vedere nelle donne pericolose concorrenti, il cancelliere Viktor Klima si appellò “alla saggezza e al senso di responsabilità” degli orchestrali, affinché scoprissero che “anche nell’altra metà dell’umanità vi è un potenziale creativo”. Frattanto arrivavano pressioni dall’altra sponda dell’Oceano. La Carnegie Hall di New York minacciò di non ospitare più i Wiener, mentre l’Internationale Alliance for Women in Music di Washington annunciò proteste pubbliche ovunque l’orchestra viennese avesse tenuto concerti sul suolo americano.

Alla fine i Philharmoniker cedettero, ma anche per ragioni di soldi. Ammainarono la bandiera del maschilismo impegnandosi formalmente ad aprire la porta alle donne in un contratto stipulato con lo Stato il 28 febbraio 1997, appunto oggi 25 anni fa. A che serviva un contratto? Serviva perché l’orchestra è considerata un’ambasciatrice della cultura e della tradizione musicale austriaca nel mondo e pertanto gode giustamente di un sostegno pubblico (non ne conosciamo l’ammontare attuale, ma dalla risposta a un’interrogazione parlamentare sappiamo che 15 anni fa era di 2,2 milioni di euro all’anno). In cambio dell’aiuto pubblico i Philharmoniker si impegnavano ad assolvere determinati compiti di rappresentanza dello Stato e, questa la grande novità, accettava di aprire le sue porte alle donne (il contratto dice testualmente: “garantire l’assoluta parità di opportunità per uomini e donne”).

Il risultato fu che poco dopo sul palco del Musikverein, sede dei Philharmoniker (è il palazzo dove si tiene il Concerto di Capodanno), si intravidero in seconda o terza fila le gonne di Anna Lelkes, maestra d’arpa di Budapest, divenuta cittadina austriaca nel 1974. Fu la prima donna a cui fu concesso il privilegio di suonare con i Philharmoniker e per molti anni rimase anche l’unica.

Per dieci anni Lelkes si trovò isolata in un serraglio di soli maschi, tanto che nel 2006 se ne discusse persino in Parlamento. Il deputato Wolfgang Zinggl (Verdi), che aveva sollevato il caso in un’interpellanza, definì la situazione “inakzeptabel”. Sarà un caso, ma poco dopo il dibattito in Parlamento (e sulla stampa) all’arpista venuta dall’Ungheria si aggiunse un’altra musicista e poi un’altra ancora, ma sempre in numero estremamente limitato, da contare sulle dita di una mano.

Attualmente le donne che suonano nell’orchestra viennese sono 23, su un organico di 147 orchestrali, il che corrisponde a una quota del 15,6%. Ma per arrivare a questo rapporto, peraltro più che modesto, il cammino è stato lungo: nel 2012 (15 anni dopo il famoso “contratto”) le donne erano solo il 6%, nel 2014 erano scese al 5,4%, per risalire nel 2016 al 7,43%.

La componente femminile rispecchia il carattere internazionale dell’orchestra, nella quale i veri “Wiener” (viennesi) si contano sulle dita di una mano. Le attuali “Wienerinnen” (viennesi al femminile) vengono dal Belgio, dalla Bulgaria, dalla Francia, dalla Germania, dalla Romania, dalla Slovenia, dalla Russia, dall’Uzbekistan e naturalmente dall’Austria. C’è anche una musicista venuta dall’Ucraina. Non sono tutte arpiste, come Anna Lelkes, che oggi ha 82 anni ed è da tempo in pensione. Suonano il violini, il violoncello, la viola, il flauto, il fagotto.

I loro volti, i loro nomi, lo strumento suonato li potete trovare in questa pagina del sito web dei Wiener Philharmoniker, dedicata agli “Orchestermitglieder” (ai membri dell’orchestra).

 

NELLA FOTO, la violinista ucraina Olesya Kurylyak. Viene da Leopoli. Dal 2008 suona nell’orchestra della Saatsoper di Vienna e nel 2011 è entrata a far parte dei Philharmoniker, con il ruolo di primo violino.

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