Sabato 18 Maggio 2024

IMG_0328Costruire un tunnel lungo 27 chilometri comporta grandi difficoltà di ordine ingegneristico, geologico e finanziario, ma non sono nulla a confronto degli ostacoli politici che un’opera del genere può dover affrontare. Il tunnel di base del Semmering – nodo principale del corridoio ferroviario Baltico-Adriatico – è lungo 27,3 chilometri e la sua costruzione richiederà una dozzina d’anni, ma prima che fosse dato inizio ai lavori ce n’erano voluti oltre trenta per superare i veti posti dal Land Bassa Austria, che avevano coinvolto il Consiglio di Stato e addirittura la Corte costituzionale (era stata tirata in ballo la legittimità di un Land a opporsi a un’opera di livello nazionale in uno Stato federale).

La perforazione del tunnel aveva avuto inizio l’11 aprile del 2012, dal portale nord, quello di Gloggnitz, in Bassa Austria, con solenne cerimonia di avvio dei lavori, discorsi di autorità e concerti bandistici. Poi tutto si era bloccato, per il ricorso contro l’opera presentato dall’associazione ambientalista “Alliance for nature”, che aveva sollevato obiezioni relative all’inquinamento delle acque di falda e ai danni naturalistici. La vicenda aveva seguito il suo corso davanti alla giustizia amministrativa e due giorni fa è giunta a conclusione, con una sentenza del Tribunale amministrativo federale di Vienna, che ha respinto l’istanza di “Alliance for nature”. Naturalmente l’associazione potrà appellarsi al Consiglio di Stato o alla Corte costituzionale, ma ciò non impedirà che i lavori nel cantiere di Gloggnitz, attualmente desolatamente deserto, possano riprendere.

La sentenza del Tar federale è stata accolta con favore dall’Öbb, le Ferrovie austriache, e dagli amministratori dei Länder Stiria e Carinzia. Il tunnel di base del Semmering, infatti, è un’opera essenziale del previsto collegamento ad alta capacità tra Danzica e Ravenna. Attualmente, infatti, la linea ferroviaria supera quell’area montuosa con un ardito tracciato su viadotti ad arcate fino a 1000 metri di quota, costruito oltre 150 anni fa, che comporta velocità inferiori ai 50 chilometri orari e non consente il trasporto di container di normali dimensioni, data la luce limitata dei tunnel.

L’altro nodo del tracciato austriaco del corridoio Baltico-Adriatico è il tunnel di base della Koralm, tra Stiria e Carinzia, i cui lavori sono ormai a buon punto. Per quelli del Semmering, tra Bassa Austria e Stiria, era stata prevista la conclusione nel 2024, già considerando il ritardo dovuto al ricorso di “Alliance for nature”. Il costo dell’opera viene indicato in 3,3 miliardi, ma probabilmente sarà superiore, perché è lo stesso importo indicato tre anni fa, all’avvio dei lavori poi interrotti.

Diversa la valutazione della sentenza da parte dell’associazione ambientalista. Il rigetto del ricorso da parte del Tar federale e soprattutto il rigetto della sospensiva dei lavori sono stati definiti da Christian Schuhböck “una sconfitta per la natura e per la verità”. La sentenza tuttavia non ha sorpreso Schuhböck, che se l’aspettava, perché i giudici gli avrebbero fatto capire verbalmente qual era il loro orientamento, “perché – a suo dire – c’era stata una forte pressione politica” a cui i giudici non sarebbero stati in grado di sottrarsi. Evidentemente quando il Tar federale e il Consiglio di Stato bocciano un elettrodotto tra Carinzia e Carnia meritano le lodi degli ambientalisti, mentre quando bocciano un loro ricorso significa che i magistrati sono stati condizionati.

 

NELLA FOTO, il nuovo ponte ferroviario sul fiume Schwarza, a Gloggnitz, c’è già, ma non porta ancora da nessuna parte. Proprio in questo punto del corridoio Baltico-Adriatico la linea dovrebbe entrare nel tunnel di base del Semmering, il cui scavo finora era stato bloccato dal ricorso dell’associazione ambientalista.

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