Il Partito socialdemocratico (Spö) e la Neos (“Neues Österreich”) hanno davanti a sé le porte spalancate per andare al governo di Vienna nei prossimi 5 anni. Il poderoso programma elaborato in tre settimane di trattative (212 pagine) è stato approvato ieri con il 95,15% dall’assemblea della Neos, i cui iscritti hanno potuto esprimersi on line. Gli organi dell’Spö avevano dato la loro approvazione, a larga maggioranza, già lunedì. Tutto previsto. Non resta che attendere la data del 24 novembre, giorno della seduta di insediamento del neoeletto consiglio comunale, che subito dopo provvederà a eleggere sindaco e assessori.
Poiché Vienna è la capitale dell’Austria, vale la pena dedicare una maggiore attenzione al funzionamento dei suoi organi istituzionali. La prima considerazione da fare è che qui siamo in presenza di un Comune che al tempo stesso è anche un Land. Funziona come un comune, ma ha le prerogative legislative e l’autonomia di un Land. Questo spiega molte delle scelte che Vienna ha potuto fare in passato – e di cui abbiamo dato notizia in questo blog – contrapponendosi al governo federale.
La seconda considerazione è che nelle recenti elezioni dell’11 ottobre non c’è stata l’elezione diretta del sindaco – come molti avevano immaginato che fosse – ma dei partiti che andranno a comporre il consiglio comunale. È vero, l’Spö aveva in tutti i manifesti elettorali la faccia del suo candidato alla carica di sindaco, Michael Ludwig, che era già sindaco nel consiglio uscente. Lo slogan elettorale diceva: “La nostra Vienna in buone mani – l’11 ottobre eleggiamo sindaco il dottor Michael Ludwig” (gli austriaci vanno matti per i titoli accademici, li mettono persino davanti ai nomi dei vescovi, come il “Doktor Egon Kappellari”, anziché “monsignor Egon Kappellari”, e quindi non potevano non metterlo davanti a quello di Ludwig). Ma in realtà sulla scheda di voto non compariva il suo nome e, in teoria, il nuovo consiglio comunale potrebbe scegliere un altro candidato.
Non sarà così, naturalmente, ma non perché lo preveda la Costituzione del Comune-Land, bensì per una ragione politica. Il 24 novembre, nella loro prima riunione, i 100 consiglieri neoeletti dovranno eleggere il sindaco e i consiglieri dell’Spö (46) e quelli della Neos (8) sono d’accordo di votare il nome di Ludwig.
Poi sarà il momento di eleggere la giunta comunale (che è al tempo stesso anche governo del Land) e anche qui è necessaria una premessa. Nel Comune-Land di Vienna vige ancora un relitto costituzionale del secolo scorso: il “Proporzregierung” (detto anche “Konzentrationsregierung”). Significa che nella giunta comunale non entrano soltanto esponenti dei due partiti che hanno raggiunto l’accordo di governo e possono contare su una maggioranza in consiglio (in questo caso Spö e Neos), ma esponenti di tutti i partiti, in proporzione ai voti ottenuti alle elezioni dell’11 ottobre.
Per stabilire quante poltrone di giunta spettino a ciascun partito si applica il metodo matematico d’Hondt (il cosiddetto “d’Hondtsches System”), che qualcuno in Italia conosce, se ha dato una mano nelle elezioni dei consigli comunali. Nella giunta di Vienna che attualmente è composta da 12 assessori, più il sindaco, 6 seggi andranno all’Spö, 2 seggi all’Övp, 2 seggi ai Verdi, 1 seggio all’Fpö, 1 seggio alla Neos. Spö e Neos governeranno, potendo contare in giunta su 8 voti (7 assessori più il sindaco). In altre parole, la giunta della capitale sarà composta da assessori di governo e da assessori di opposizione.
Un sistema di “Proporzregierung” esiste anche in Bassa e Alta Austria. In tutti gli altri Länder i governi sono composti soltanto da esponenti dei partiti di maggioranza (come nelle Regioni italiane). L’ultimo Land a transitare da un “Proporzregierung” a un “Koalitionsregierung” è stata la Carinzia, tre anni fa.
Nei “Proporzregierungen” a tutti gli assessori vengono assegnate deleghe, anche a quelli di “opposizione” (in questo caso le deleghe che contano di meno). In questo Vienna si distingue, perché nel suo governo soltanto gli assessori di maggioranza hanno un “portafoglio”, mentre quelli di opposizione restano a mani vuote. Sono “nichtamtsführende Stadträte”. Sono invitati alle sedute di giunta, partecipano al voto, ma per il resto fanno la belle statuine.
Abbiamo scritto che attualmente gli assessori sono 12. È il numero a suo tempo deliberato dal consiglio comunale, ma potrebbe essere cambiato, perché la Costituzione del Comune-Land Vienna consente giunte da un minimo di 8 a un massimo di 15 membri. È probabile, tuttavia che il numero di 12 sia confermato o, quantomeno, non si è mai sentito parlare finora di un suo cambiamento.
NELLA FOTO, l’aula del consiglio comunale di Vienna, nel palazzo neogotico sul Ring. Un “piccolo parlamento”, con cento seggi, non molto più piccolo del vero Parlamento nazionale, che di seggi ne ha 183.
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