Sabato 18 Maggio 2024

19.07.21 Via ferrata GrossglocknerIl Grossglockner non è una montagna da prendere alla leggera. Il grande libro custodito nella chiesa di Heiligenblut, con i nomi delle vittime incisi sulle sue pagine di metallo, fa capire che qui ogni errore può rivelarsi fatale. Le insidie non sono rappresentate soltanto dall’alta quota (il Grossglockner, con i sui 3798 metri, è il monte più alto dell’Austria), dalla pendenza dei ghiacciai, dai crepacci. Alle volte può mettersi di mezzo anche il maltempo, come è accaduto sabato a quattro alpinisti polacchi, quando ormai avevano superato tutte le difficoltà e si trovavano sulla via del ritorno, a una quota relativamente bassa, lungo un tratto di via ferrata che facilita la discesa al di sotto del rifugio Erzherzog Johann.

Chi conosce il Grossglockner sa che il rifugio si trova a quota 3.454 metri, sull’ampio spallone dell’Adlersruhe sul versante meridionale del monte. Da qui vi sono molte vie di discesa, sia sul versante carinziano che su quello tirolese. I quattro polacchi – tre uomini e una donna, tra i 32 e i 38 anni) avevano scelto un percorso su roccia non difficile e protetto da un cavo metallico.

È qui che è accaduto l’incidente verso le 21.30.

Il gruppo stava scendendo lungo il cavo, mentre si stava scatenando un temporale. I quattro si trovavano a un centinaio di metri sotto il rifugio, quando sono stati sfiorati da un fulmine. Riferiranno poi che la scarica avrebbe colpito il cavo di acciaio a una quindicina di metri sotto di loro, ma in quelle condizioni è difficile fare valutazioni precise delle distanze.

In ogni caso, il fulmine ha stordito i quattro, che sono precipitati per una decina di metri sulle rocce sotto la ferrata. Due di essi sono rimasti privi di conoscenza. Gli altri, pur intontiti dal boato e dalla luce, hanno cercato di ancorarsi alla meglio e di ancorare i compagni rimasti privi di coscienza, dando l’allarme con il cellulare.

I soccorritori, che si trovavano già al rifugio Erherzog Johann, hanno dovuto attendere una tregua del maltempo per calarsi fino al luogo in cui si trovavano i polacchi. Hanno prestato loro i primi soccorsi e li hanno accompagnati al rifugio, dove hanno trascorso la notte. Alle prime luci dell’alba di ieri un elicottero si è levato in volo e ha trasportato i due feriti all’ospedale di Lienz.

Anche gli altri due alpinisti sono stati poi accompagnati all’ospedale, per lievi ferite e contusioni. Nessuno di essi ha riportato gravi lesioni. Un vero miracolo, date le circostanze.

* * *

Ben diversa la sorte toccata nove anni fa, sempre sul Grossglockner, ad altri tre alpinisti anch’essi polacchi, padre e figlio e un amico del figlio. Vittime di un incidente mentre scendevano dalla vetta, avevano telefonato alla madre in Polonia, che aveva potuto sentire la voce dei suoi cari nei loro ultimi momenti di vita, prima di morire assiderati. Avevamo raccontato la loro tragica vicenda il 7 novembre 2010. I loro nomi erano stati incisi poi nel grande libro della chiesa di Heiligenblut. Ai loro quattro connazionali, sfiorati sabato sera dal fulmine, questa sorte è stata risparmiata.

NELLA FOTO, un tratto della ferrata che scende dal rifugio Erherzog Johann.

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