Domenica 2 Giugno 2024

14.11.19 Sebastian KurzSe il Partito popolare austriaco (Övp) è dato al 37% dall’ultimo sondaggio e anche da quello di un mese fa, il merito è della nuova leadership introdotta dal suo giovanissimo segretario (e fino al mese scorso cancelliere) Sebastian Kurz (nella foto). Su questo non si discute. Il successo straordinario, che ha resuscitato in pochi mesi un partito prima in costante declino, è dovuto tuttavia a vari altri fattori, tra cui non va sottovalutato lo sforzo sul piano della comunicazione e della propaganda.

Su questo piano Kurz è un giocatore che ama “vincere facile”: alle ultime elezioni, che si sono svolte nell’autunno 2017, ha fatto spendere al suo partito 13 milioni di euro. È una somma considerevole, ove si consideri che l’Austria non è grande come la Germania o l’Italia: ha soltanto 8,7 milioni di abitanti, di cui gli elettori sono circa 6 milioni.

L’Övp di Kurz ha speso per la propaganda elettorale più di tutti gli altri partiti e quasi il doppio del limite previsto dalla legge, che è di 7 milioni. Non è il solo ad aver trasgredito. Anche l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, ha speso più del consentito: 10,7 milioni. L’Spö (Partito socialdemocratico) ha sforato di poco il limite, spendendo 7,4 milioni.

Decisamente al di sotto della soglia la Neos, con 1,8 milioni, e la lista Jetzt, con soli 300 mila euro. Non sono stati resi pubblici i conti dei Verdi, che, non avendo superato il 4% dei voti, non sono stati ammessi al Parlamento e quindi non hanno ottenuto alcun rimborso pubblico.

Quale “pena” è prevista per l’illecito compiuto da popolari e sovranisti? Nessuna. Siamo in presenza di una norma senza sanzione. In altre parole, la norma che fissa il limite di spesa a 7 milioni ha più che altro il valore di un esortazione, di cui l’Övp e l’Fpö, come abbiamo visto, non hanno tenuto alcun conto.

Ora si discute di intervenire sulla legge, per rendere più efficace il tetto di spesa, in modo da evitare non solo uno sperpero di risorse, ma anche che vi sia un confronto impari tra i partiti che possono spendere di più e quelli che dispongono di scarse risorse.

Ma la domanda che molti si sono posti, leggendo ora il rapporto della Corte dei conti, è la seguente: dove hanno trovato Övp ed Fpö tutti quei soldi? Hanno fatto un mutuo con la banca o glieli ha regalati qualcuno in cambio di qualcosa? Sono tutti soldi di provenienza lecita?

Non sono domande formulate a caso, perché dopo lo scandalo del video di Ibiza la Procura nazionale anticorruzione sta indagando sui finanziamenti incassati da Övp, Fpö ed Spö. In quel video si poteva sentire l’ex leader della destra, Heinz-Christian Strache, mentre menzionava alcuni “benefattori” che avrebbero versato dai 500 mila euro ai 2 milioni di euro all’Övp e all’Spö, triangolandoli attraverso “associazioni culturali” vicine ai due partiti, per eludere in tal modo i controlli della Corte dei conti. Strache pensava che anche la la donna, che gli era stata presentata come una russa milionaria, avrebbe potuto seguire la stessa strada per far avere tangenti all’Fpö.

Quelle tangenti poi non erano arrivate, perché la sedicente “russa milionaria” era soltanto una attrice ingaggiata per tendere una trappola a Strache. Ma le sue parole sono rimaste e sono state prese molto sul serio dagli inquirenti. Può darsi dunque che i partiti menzionati non debbano pagare alcuna sanzione per aver speso milioni in più nella campagna elettorale, ma debbano rispondere di altri reati legati alla provenienza di quei soldi.

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