Domenica 2 Giugno 2024

18.12.13 Castello Bockfliess, famiglia Goes-Enzenberg - CopiaUn’esecuzione in piena regola. In preda a un raptus dopo l’ennesima, estenuante lite in famiglia, il conte Tono Goess, 54 anni, ha imbracciato il fucile a pallettoni e ha scaricato cinque colpi contro il padre Ulrich Goess, 92 anni, il fratello minore Ernst, 52 anni, e la matrigna, la contessa Margherita Cassis Faraone, 87 anni, nobildonna viennese, ma da oltre trent’anni con residenza di campagna a Terzo di Aquileia, nella Bassa friulana, dove trascorreva molta parte dell’anno.

Il triplice omicidio si è consumato giovedì, attorno alle 14, al piano nobile della dimora di famiglia dei conti Goess, a Bockfliess, piccolo centro di 1.300 abitanti, nel Mühlviertel, la regione a nord-est di Vienna, che confina con la Cechia e la Slovacchia. Arrestato dalla polizia, Tono ha subito confessato, senza opporre resistenza.

18.12.13 Margherita Faraone CassisGli agenti hanno trovato due fogli in formato A4, in cui l’omicida esprime tutta la sua frustrazione per il proprio stato di salute e per i rapporti con i componenti della famiglia, deteriorati anche a causa di frizioni legate alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia, seguita dai due fratelli, dopo che una terza sorella, convertitasi alla religione islamica, aveva lasciato l’Austria.

Tono soffriva da tempo di problemi di salute, costretto a fare i conti con un tumore al cervello. L’anno scorso era stato ricoverato d’urgenza a Vienna, colpito da un aneurisma cerebrale: da allora, come riferito ai media austriaci da alcuni conoscenti, il conte soffriva di forti dolori alla testa, che lo avevano in più circostanze portato anche a improvvisi scatti d’ira. Appena una settimana fa la famiglia si era radunata nella dimora di Bockfliess per festeggiare il novantaduesimo compleanno del capostipite Ulrich. E anche in quella circostanza non erano mancati i momenti di tensione.

18.12.13 Tono Goess-Enzenberg - CopiaLa mattanza è avvenuta nel pomeriggio di giovedì, poco dopo le 14, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che indagano sul caso. Al culmine dell’ennesima lite, Tono ha puntato un fucile caricato a pallettoni contro i familiari, esplodendo più colpi: i vicini di casa, che hanno per primi allertato la polizia, raccontano di aver udito distintamente cinque esplosioni. Che non hanno dato scampo a Ulrich, Margherita ed Ernst, colpiti a torace e capo.

Posata l’arma da fuoco, il conte ha sceso le scale e si è rifugiato al piano terra del castello, dove ha incrociato una delle domestiche in servizio nell’antica dimora. È crollato piangendo tra le sue braccia e l’ha pregata di chiamare l’ambulanza, «perché è successa una cosa orribile».

I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dei due anziani e del cinquantaduenne Ernst. Tono è stato subito arrestato e a lungo interrogato dagli inquirenti, alla presenza del suo legale, l’avvocato Peter Philipp, principe del foro viennese, con uno studio nel Graben, il “salotto buono” nel cuore di Vienna, a due passi dal duomo di Santo Stefano. Sulla scena del crimine sono arrivate parecchie decine di poliziotti, anche della Tatortgruppe, l’equivalente della nostra polizia scientifica. «Non ricordo come sono arrivato a premere il grilletto – ha detto il conte agli investigatori –e non riesco neppure a ricordare la successione dei colpi, a chi ho sparato prima».

Nella lettera ritrovata dalla polizia, Tono racconta di essere stato costretto per anni «a vivere sotto la pressione di un padre-padrone» e di aver per questo «maturato un profondo sentimento di odio» nei suoi confronti. Una rabbia che evidentemente covava da tempo e che non ha risparmiato neppure la contessa Margherita, che il conte Ulrich aveva sposato in seconde nozze.

A coordinare l’inchiesta è la Procura di Korneuburg, che ha già disposto nei confronti di Tono tre perizie: una tossicologica, una psichiatrica e una di medicina legale. All’inizio della prossima settimana sarà inoltre effettuata l’autopsia sui corpi delle tre vittime, con l’obiettivo di ricostruire in maniera precisa la dinamica e la tempistica con le quali si è consumato l’assassinio. Il killer intanto si trova in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

La vicenda ha destato impressione in Austria, anche per l’ambiente in cui è maturata. I Goess sono apprezzati produttori di vino e tra le famiglie nobili più in vista del Mühlviertel. L’anziano conte era assiduo frequentatore e benefattore della chiesa locale e la contessa Faraone-Cassis era stata presidente dell’Associazione delle famiglie cattoliche della diocesi di Vienna. La defunta nobildonna era la discendente diretta di Antonio Faraone Cassis, siriano di fede cristiana, “gran doganiere” del bey d’Egitto, che nel 1786 scelse di vivere a Trieste, porto dell’impero austriaco, ottenendo da Francesco II i titoli di conte del Sacro romano impero della nazione tedesca, nobile di Gorizia, conte di Precenicco, signore di Monastero (Aquileia), patrizio triestino.

[Testo scritto in collaborazione con Christian Seu]

 

NELLE FOTO, dall’alto in basso, il castello di Bockfliess, nel Mühlviertel, a 30 chilometri da Vienna;  la contessa Margherita Faraone Cassis, sposata in seconde nozze; il figlio Tono Goess, che ha imbracciato il fucile uccidendo padre, matrigna e fratello.

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