Sabato 18 Maggio 2024

19.09.29 P. Redni-Wagner, Sebastian Kurz, Norbert HoferTrionfano i popolari di Kurz, crolla l’ultradestra ed emergono forti i Verdi. Se l’ombra sovranista rappresentava finora un rebus, ieri gli austriaci hanno fatto piazza pulita. L’Fpö, il partito dell’ex vicecancelliere Heinz-Christian Strache coinvolto nell’Ibizagate, ha perso quasi il 10%, scendendo al 16,1. I conservatori dell’Övp sono andati oltre speranze e sondaggi con il 37,1% (+5,7 rispetto al 2017) dei consensi. Una marea turchese che ha dipinto la mappa elettorale austriaca. Mancano ancora i voti spediti per posta (1 milione, saranno scrutinati tra oggi e giovedì), ma lo scenario non dovrebbe subire modifiche sostanziali.

Il successo dell’Övp è anche un successo personale del 33enne ex cancelliere Sebastian Kurz, che ora potrà condurre da una posizione di forza le trattative per formare il nuovo governo. Con chi? L’enfant prodige della politica austriaca si è guardato bene dall’anticiparlo: «Avvieremo colloqui con tutte le forze politiche presenti nel Parlamento», ha detto.
Brindano i Verdi. Alle elezioni nel 2017 non erano riusciti a entrare nel Parlamento. Questa volta, invece, hanno conquistato il 14% forti del dibattito (e non solo) sul clima: i nubifragi devastanti di ottobre, la scomparsa dei ghiacciai sui Tauri, il fattore Greta hanno avuto la loro parte. Ma al balzo in avanti ha contributo non poco il travaso di voti dei socialdemocratici dell’Spö, che ha lasciato per strada rispetto al 2017 il 5,1%, fermandosi ad appena il 21,7%, peggior risultato del dopoguerra. Ed è probabile che nei prossimi giorni cadranno alcune teste, a cominciare da quella della segretaria Pamela Rendi-Wagner.
Resa dei conti scontata nella Fpö, che si lecca le ferite e già si colloca all’opposizione. I leader dovevano riunirsi domani per espellere Strache, principale responsabile del tracollo. Ma forse non sarà lui soltanto a doversene andare.
Ora comincia il walzer delle alleanze fra cui prende corpo, almeno fra i commentatori, quella inedita a livello nazionale fra Övp-Verdi, che già funziona bene in cinque Länder. A Innsbruck c’è addirittura un sindaco verde. Ai Verdi potrebbero eventualmente aggiungersi i Neos, piccola formazione liberale-conservatrice in costante crescita (il 7,8%, +2,5).
Kurz non ha fretta. Si prenderà, come già avvenuto nel 2017, il tempo necessario. Allora si votò a metà ottobre e il governo vide la luce il 24 dicembre. A indirizzare il vento saranno le elezioni regionali nel Vorarlberg e tra otto settimane in Stiria. Solo allora kaiser Kurz scioglierà il nodo.

NELLA FOTO, i leader dei principali partiti davanti alle telecamere dell’Orf, per i primi commenti dei risultati elettorali: Pamela Rendi-Wagner, Sebastian Kurz, Norbert Hofer e Beate Neinkl-Rasinger.

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