Sabato 18 Maggio 2024

13.10.26 Pius Leitner, leader partito liberalnazionale sud tirolo“Io sono convinto che se i sudtirolesi oggi fossero chiamati a un referendum, esprimerebbero un chiaro sì per il ritorno alla loro patria, l’Austria”. Lo ha dichiarato Heinz-Christian Strache, leader del Partito liberalnazionale austriaco (Fpö), in un’intervista al Tiroler Tageszeitung, quotidiano di Innsbruck, che è il capoluogo del Tirolo storico, quello cioè da cui alla fine della prima guerra mondiale fu strappato il Tirolo del Sud, annesso all’Italia, che da allora lo chiamò Alto Adige.

 

In Alto Adige si vota domani per il rinnovo del consiglio provinciale, che, come si sa, non è un consiglio provinciale qualsiasi, ma quello di una Provincia che gode di una straordinaria autonomia e quindi anche di privilegi finanziari che nessun’altra Provincia d’Italia conosce. E proprio in vista dell’appuntamento di domani il quotidiano tirolese ha voluto sentire il parere di Strache. Anche nel Sud Tirolo italiano, infatti, esiste un Partito liberalnazionale “cugino” di quello austriaco, così come esiste un Partito popolare, la Südtiroler Volkspartei (Svp) “cugina” del Partito popolare austriaco (Övp).

 

Alla domanda di rito sul futuro del Sud Tirolo e sul principio dell’autodeterminazione Heinz-Christian Strache ha risposto come ha sempre risposto in passato e come era logico attendersi che rispondesse anche questa volta: i “fratelli separati” della provincia di Bolzano sognano la redenzione nella madrepatria austriaca e l’Fpö non può che essere solidale con loro. Come dargli torto del resto? Se pensiamo che in nome della redenzione noi italiani abbiamo fatto tre guerre risorgimentali e una guerra mondiale, come non capire l’anelito sudtirolese?

 

Il fatto è che ciò che per Strache sembra scontato non è affatto scontato. Come si intuisce anche dall’intervista del Tiroler Tageszeitung, il leader della destra austriaca sembra non aver avuto molto tempo per seguire i “cugini” sudtirolesi e la loro campagna elettorale. Non ha mai messo piede in provincia di Bolzano, per sostenerli nei loro comizi, e ha ammesso che non si farà vedere nemmeno domani, per festeggiare i risultati elettorali (mentre al contrario avevamo notato a Vienna una delegazione dei liberalnazionali altoatesini nel tendone dell’Fpö nella domenica delle elezioni politiche austriache, per partecipare ai loro festeggiamenti postelettorali).

 

In altre parole, Strache non è molto informato sui contenuti e sulla linea politica seguita dal partito gemello italiano. Ci illumina lo stesso Tiroler Zeitung che in altra pagina dello stesso giornale pubblica un servizio sulle elezioni in Italia scritto dall’inviato Benedikt Sauer. Questi fa una panoramica dell’intero scenario politico nella provincia altoatesina, menzionando tutti i partiti. Quando arriva ai liberalnazionali, che indica come la più importante forza di opposizione nel consiglio provinciale, si pone, com’è naturale, il problema della collocazione nazionale: con l’Austria? con l’Italia? Sauer cita il leader dei liberalnazionali sudtirolesi, Pius Leitner, secondo il quale “la questione dei confini di Stato è urgente, ma ora l’obiettivo è quello di uno Stato libero del Sudtirolo, perché un ritorno all’Austria non appare realistico. “Noi abbiamo bisogno di un progetto – ha dichiarato Leitner – nel quale devono essere coinvolti anche gli italiani”.

 

Insomma, viva l’Austria, ma viva anche il pragmatismo. Anche per un patriota sudtirolese è difficile immaginarsi un futuro in seno alla madrepatria Austria, dove le condizioni finanziarie e fiscali sarebbero le stesse degli altri Länder austriaci, dovendo rinunciare ai privilegi concessi oggi dal pacchetto per l’Alto Adige, che fanno di questa provincia una delle più ricche d’Europa.

 

“È più probabile che tirolesi del nord – ci disse un giorno un collega di Innsbruck – chiedano con un referendum l’annessione all’Italia, che il contrario”. Scherzava, ma non troppo.

 

Nella foto, Pius Leitner, leader dei liberalnazionali della provincia di Bolzano.

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