Sabato 18 Maggio 2024

Si è finalmente concluso l’”esilio” dei deputati austriaci. Cinque anni fa avevano dovuto traslocare in una sede di fortuna, ricavata in alcune sale della Neue Hofburg e in container trasformati in uffici, perché il Parlamento, vecchio di quasi 140 anni, aveva necessità assoluta di essere restaurato. Ora i lavori sono finiti. Sono costati un occhio della testa (oltre 400 milioni di euro, più circa 60 milioni spesi per l’allestimento della sede provvisoria), ma i risultati si vedono.

Il palazzo sulla Ringstrasse, progettato nel 1874 in stile neoclassico da Theophil von Hansen e inaugurato nel 1883, dove ai tempi della monarchia asburgica si erano riuniti i deputati di tutte le terre dell’impero (anche Alcide De Gasperi, eletto in trentino, ma su di lui avremo modo di ritornare domani), questo palazzo – dicevamo – è ritornato al suo originario splendore. Non solo non ci piove più dentro, come accadeva ormai frequentemente negli ultimi anni, ma tutte le sue strutture sono state consolidate, sono state adottate le tecnologie più avanzate per il risparmio energetico, la sicurezza, l’accesso anche a persone con difficoltà motorie.

Domani e domenica tutti gli austriaci – ma anche chiunque si trovi a passare per Vienna – potranno visitare il palazzo, nella cosiddetta “giornata delle porte aperte”. Ma potranno farlo anche in seguito, in un qualsiasi giorno della settimana, perché la ristrutturazione dell’edificio è stata concepita in modo da favorire il più possibile l’accesso ai visitatori. A cui, in particolare, è stato dedicato un ampio spazio denominato “Demokratikum”, che in 27 “stazioni” offre informazioni, in forma interattiva, sulla democrazia e sul parlamentarismo, ricostruendone la storia dal periodo dell’impero alla prima repubblica, all’austrofascismo e all’Anschluss alla Germania nazista, fino alla seconda repubblica e all’adesione all’Unione Europea.

Già lunedì il Parlamento riprenderà a funzionare, con la riunione di una commissione parlamentare, mentre la prima seduta plenaria dell’assemblea legislativa è in calendario il 31 gennaio.

Ieri, intanto, si è tenuta la solenne cerimonia di inaugurazione, nella sala della Bundesversammlung, ovvero nella sala storica in cui al tempo della monarchia asburgica sedevano 512 deputati, dalla Bucovina alla Dalmazia, da Trento a Trieste. Il Parlamento austriaco attuale ha soltanto 183 deputati, che si riuniscono in un’altra sala meno imponente. Quella della Bundesversammlung viene utilizzata soltanto per il giuramento dei neoeletti presidenti della Repubblica e per altri eventi solenni, in cui i deputati del Nationalrat si riuniscono congiuntamente con quelli del Bundesrat, la seconda Camera rappresentativa dei Länder.

Quello di ieri era appunto un “evento solenne”, cui partecipavano non soltanto i membri del Parlamento, ma anche il Capo dello Stato, il governo al completo, rappresentanti di tutti i Länder e rappresentanti di altri Parlamenti europei (abbiamo notato quelli di Germania, Cechia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Svizzera e Italia), ex cancellieri ed ex ministri, rappresentanti delle comunità religiose, tra cui il cardinale Christoph Schönborn.

Per il discorso celebrativo della circostanza era stato invitato l’ex presidente del Bundestag tedesco ed ex ministro Wolfgang Schäuble. Prima di lui hanno parlato i tre presidenti del Parlamento austriaco. Successivamente è stata data la parola anche ai capigruppo dei partiti attualmente rappresentanti in Parlamento (a noi italiani sorprende sapere che sono soltanto cinque: popolari, socialdemocratici, liberalnazionali, verdi e un movimento liberale di centro che si chiama Neos).

Tra un discorso e l’altro hanno suonato i Wiener Philharmoniker (non l’orchestra al completo, naturalmente, solo alcuni elementi) e hanno cantato i Wiener Sängerknaben, accompagnati anche questa volta dalle voci bianche delle Wiener Chormädchen, che peraltro cantavano fin dal 2004, ma non in pubblico. Soltanto nell’ultimo Concerto di Capodanno è stato consentito loro di far sapere al mondo della loro esistenza.

Tra i brani eseguiti, segnaliamo una melodia popolare, nella quale per la prima volta abbiamo visto un Philharmoniker suonare una fisarmonica, e due pezzi di Joseph Horovitz, compositore britannico deceduto meno di un anno fa, che in realtà non era britannico di nascita, ma austriaco, anzi viennese, costretto a fuggire con la famiglia per sottrarsi alle persecuzioni naziste. A conclusione della cerimonia i Wiener hanno suonato “An der schönen blauen Donau”, considerato da tutti l’inno ufficioso austriaco, seguito dall’inno nazionale e da quello europeo.

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Qualche dato sui lavori di risanamento del palazzo del Parlamento, per capire dove sono andati a finire i 400 e passa milioni di euro. È stata rinnovata una superficie di 55.000 metri quadrati, sostituite 740 finestre e 600 porte storiche, nonché 500 lampadari storici di varia dimensione.

L’intervento più importante è complesso ha riguardato la cupola sopra la sala delle sedute del Parlamento, che è stata sostituita con una copertura in vetro del diametro di 28 metri e 550 metri quadrati di superficie.

Nel seminterrato e nel sottotetto sono stati recuperati spazi in passato non utilizzati. 800 metri quadrati sono stati riservati a un ristorante intitolato al grande costituzionalista austriaco Hans Kelsen, 400 metri sono serviti per realizzare quattro terrazze su cui potranno salire anche i visitatori, per godersi lo spettacolo di Vienna dall’alto. All’esecuzione dei lavori hanno contribuito oltre 100 aziende di tutta l’Austria.

A proposito di ristorazione, oltre al già citato ristorante Kelsen, saranno in funzione nel sotto tetto anche una mensa e un bistro e al piano terra un bar, tutti accessibili anche ai visitatori esterni.

La sede provvisoria utilizzata nei cinque anni di cantiere sarà completamente smontata e rimossa a partire dal 20 febbraio. Questi lavori dovranno durare non più di un mese.

NELLA FOTO, il maestoso salone d’ingresso del Parlamento di Vienna.

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