Sabato 18 Maggio 2024

12.05.25 Tribunale Klagenfurt, Processo Hypo Bank III, Günter Striedinger, Wolfgang Kulterer, Hermann Gabriel, Gerhard KucherSi è concluso ieri con quattro condanne il terzo processo a carico di ex dirigenti e consulenti di Hypo Group, la holding bancaria carinziana presente anche nel nostro Paese (Hypo Bank Italia ha la sua direzione generale a Tavagnacco). Nonostante la complessità delle accuse, il processo è durato meno di due mesi. Fin dal primo giorno era stato fissato un calendario di 13 udienze, che è stato puntualmente rispettato.

 

Ieri si è tenuta l’ultima, per la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe dei difensori, e già nel primo pomeriggio è stata pronunciata la sentenza: 3 anni e mezzo di reclusione per Wolfgang Kulterer, direttore generale di Hypo Group fino al 2006; 4 anni a Günter Striedinger, allora vice di Kulterer; 4 anni e mezzo al consulente fiscale Hermann Gabriel e altri 4 anni all’avvocato Gerhard Kucher, consulente legale. La sentenza è stata pronunciata da una corte composta da giudici popolari e presieduta dalla giudice togata Sabine Roßmann, che non ha concesso agli imputati la sospensione condizionale della pena. Ciò significa che, se la sentenza diventerà esecutiva (per il momento non lo è, avendo tutti presentato ricorso in appello), dovrà essere scontata in carcere.

 

Il reato imputato ai quattro è di infedeltà patrimoniale, concretizzatasi nel 2004 in un carosello di denaro (55 milioni di euro) fatto viaggiare da Hypo Group tra l’Austria e il Liechtenstein, per aumentare alla svelta il proprio patrimonio. Erano gli anni delle vacche grasse e la holding carinziana stava crescendo in fretta, troppo in fretta, soprattutto nei Balcani. La legge prescrive un capitale pari almeno all’8% dei crediti a rischio e il capitale di Hypo Group non ce la faceva più a reggere il passo dell’espansione dei suoi affari. Occorreva subito altro denaro fresco.

 

Con l’aiuto dei consulenti Gabriel e Kucher si esplora una nuova via: quella dell’acquisto di prodotti propri strutturati. Già la definizione dovrebbe insospettire. Il punto di partenza è la società di leasing del gruppo bancario. Ad essa viene chiesto di erogare un prestito di 55,5 milioni a 11 fondazioni con sede nel Liechtenstein. Queste, a loro volta, presteranno il denaro a un’altra società, la BC Holding, che lo userà per acquistare azioni privilegiate di Hypo Group. In questo modo il denaro della banca uscirà da una porta (quella di Hypo Leasing) e rientrerà da un’altra in forma di aumento di capitale per 55,5 milioni, senza che nulla cambi, perché la BC Holding, con le sue azioni privilegiate, avrà diritto a un dividendo, ma non al voto negli organi deliberativi.

 

In questa macchinosa operazione, l’accusa ha visto una violazione delle leggi bancarie e un danno per Hypo Group di 5,490 milioni. I legali degli imputati, invece, hanno sostenuto nel corso di tutto il processo e anche ieri la conformità alla legge dell’operazione, ancorché macchinosa. La holding, inoltre, non avrebbe subito alcun danno, perché i costi del marchingegno sarebbero stati ampiamente ripagati dall’espansione dell’attività bancaria resa possibile dall’aumento del capitale. Una tesi che, evidentemente, non ha convinto i giudici.

 

Quello di ieri era un processo in sede penale. Ma la sentenza avrà ripercussioni anche sul parallelo processo civile, in corso a Vienna (prossima udienza il 3 luglio), con cui Hypo Group spera di riscuotere dai vecchi amministratori 48 milioni di euro.

 

Nella foto, gli imputati del processo Hypo Bank III ascoltano in piedi la sentenza di condanna del Tribunale di Klagenfurt; da sinistra, Günter Striedinger, Wolfgang Kulterer, Hermann Gabriel, Gerhard Kucher.

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