Sabato 18 Maggio 2024

12.09.28 Werner Faymann e Josef OstermayerLa pubblicità è l’anima del commercio. E anche della politica. Una buona campagna pubblicitaria può essere determinante per il successo elettorale. Ma fino a quanto si può spendere? Werner Faymann, cancelliere federale austriaco e prima ministro per i trasporti (prima ancora assessore all’edilizia abitativa del Comune di Vienna) non ha badato a spese. Per farsi conoscere dai suoi potenziali elettori, da ministro dei trasporti, aveva investito in spazi pubblicitari sui giornali 7 milioni di euro.

 

Le spese pazze dei consiglieri del Lazio ci hanno abituato ormai a somme astronomiche, ma 7 milioni per apparire in foto sui giornali sono comunque quasi 14 miliardi di lire. Vi sembrano tanti? Nessun problema, a pagarli sono state le Öbb, ossia le Ferrovie dello Stato, società che in Austria fa capo al Ministero dei trasporti. A Faymann, insomma, quando era ministro.

 

La circostanza è venuta alla luce in questi giorni, nel corso dei lavori della commissione  parlamentare che indaga su episodi di corruzione di alcuni politici austriaci. Finora nel mirino erano finiti soprattutto esponenti del Partito popolare (Övp), che si è vendicato, tirando in ballo anche l’ex ministro socialdemocratico dei trasporti, attuale cancelliere in carica, e accusandolo di aver messo in conto alle Öbb, quindi a un’azienda pubblica, le sue campagne elettorali su alcuni quotidiani “amici”.

 

Faymann e l’allora suo portavoce (oggi sottosegretario alla cancelleria) Josef Ostermayer avevano sempre respinto quelle che definivano insinuazioni. Si sarebbe trattato di normale pubblicità istituzionale, con cui le Ferrovie dello Stato promuovevano la propria immagine e facevano conoscere i servizi offerti ai viaggiatori. Ma nell’ultima audizione della commissione parlamentare il cancelliere è stato clamorosamente smentito niente di meno che dall’ex direttore generale delle Öbb, Martin Huber, e dall’ex responsabile della comunicazione dell’azienda, Gary Pippan.

 

Questi hanno dichiarato, papale papale, che le inserzioni pubblicitarie erano sempre state decise autonomamente dal ministro, senza che le Öbb ne fossero nemmeno informate e al di fuori di qualsiasi pianificazione concordata. Quando, per esempio, sulla “Kronen Zeitung” apparve il primo redazionale di una serie intitolata “Unsere Bahn” (Le nostre ferrovie), Pippan ne fu informato da un redattore del giornale, che gli chiedeva il materiale da mettere in pagina. Dovette telefonare al gabinetto del ministro per apprendere che era stato Faymann a ordinare quell’uscita.

 

Di solito la cooperazione con la “Kronen” funzionava così: il giornale si inventava lamentele degli utenti e il ministro rispondeva spiegando come avrebbe risolto ogni problema, per assicurare un servizio migliore. Alle Öbb non sembrava molto logico pagare 7 milioni per far pubblicare su un giornale critiche alle Ferrovie, solo perché il ministro potesse apparire poi quello che risolveva i problemi. Anche la Corte dei conti aveva sollevato perplessità su inserzioni pubblicitarie che più che avere al centro le ferrovie austriache sembravano ed erano messaggi pubblicitari a favore del ministro, sempre sorridente in fotografia.

 

Nella foto, il cancelliere Werner Faymann, con a fianco il suo sottosegretario Josef Ostermayer.

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