Sabato 18 Maggio 2024

Vice Chancellor Strache of the FPOe delivers a speech next to Chancellor Kurz of the OeVP during a session of the parliament in ViennaErano bastate poche ore, nel febbraio 2000, per infliggere sanzioni internazionali all’Austria, “rea” di aver consentito un governo con l’estrema destra di Jörg Haider. Diciassette anni dopo la destra torna al potere in Austria (con cancelliere Sebastian Kurz, come allora dello stesso Partito popolare di Wolfgang Schüssel), ma le reazioni internazionali si fanno attendere. Nessun Paese al mondo si sogna di infliggere nuove sanzioni alla piccola repubblica transalpina. Lo stesso Stato di Israele, che nel 2000 aveva ritirato il suo ambasciatore, questa volta si limita ad annunciare che terrà sotto osservazione il governo di Vienna. E il presidente del consiglio dell’Ue, Donald Tusk, e quello della commissione, Jean-Claud Junker, riservano una cordiale accoglienza a Kurz, quando il giorno dopo il giuramento (e prima ancora del voto di fiducia del Parlamento) li va a trovare a Bruxelles.

La coalizione con l’estrema destra non fa più paura alle democrazie occidentali? Il partito nazional-populista (Fpö) ha perso i connotati neonazisti e antisemiti di un tempo ed è diventato un partito “normale” o quasi? Sembrerebbe di sì, ma non è così. Con dieci giorni di ritardo si sono levate le voci di protesta di alcuni illustri politici (peraltro tutti “ex”), di esponenti della cosiddetta “società civile” e persino di un premio Nobel per la pace per invitare il mondo a boicottare non il governo austriaco, ma i sei ministri di quel governo nominati dall’Fpö, che secondo loro rappresenterebbero un pericolo per l’Europa.

Il grido di allarme è stato raccolto e pubblicato dal sito web “LeMonde.fr”, dove viene rivolto un appello ai “leaders européens à la mise au ban de l’Europe de ce gouvernement autrichien”, e a impedire che ad esso sia affidata la presidenza europea nel secondo semestre del 2018. La lista dei firmatari dell’appello è aperta da Benjamin Abtan del Movimento europeo contro il razzismo (Egam), che ha sede a Parigi. Seguono, tra gli altri, i nomi dell’ex ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, di Serge e Beate Klarsfeld, noti per il loro impegno contro i crimini dei nazisti e dei loro collaboratori, del premio Nobel per la pace Jose Ramos-Horta (ex presidente di Timor Est), dell’ex primo ministro canadese Kim Campbell.

Nel documento si critica “il silenzio e l’apatia” nei confronti della partecipazione “dell’estrema destra al governo austriaco”, contro cui invece sarebbe necessaria “una risoluta presa di posizione”. I firmatari probabilmente alludono a sanzioni come quelle inflitte all’Austria nel 2000. Molti, che probabilmente appartengono al partito degli euroscettici e imputano a Bruxelles tutti i mali del mondo, ritengono ancor oggi che quelle sanzioni fossero state deliberate dall’Ue. Non è così: furono provvedimenti decisi unilateralmente da ciascuno dei Paesi dell’Ue (allora erano soltanto 15), dopo un giro di telefonate tra di loro, cui si aggiunsero la Norvegia (Paese non membro dell’Ue), la Cechia (non ancora membro), il Canada e Israele.

 

NELLA FOTO, il cancelliere Sebastian Kurz (Övp) , seduto, e il vicecancelliere Heinz-Christian Strache alla seduta del Parlamento in cui il nuovo governo ha ottenuto la fiducia.

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