Domenica 2 Giugno 2024

LH Dörfler eröffnete höchstgelegene E-Tankstelle Österreichs inLe ultime notizie dal fronte dell’estrema destra carinziana parlavano di una “disintegrazione” dell’Fpk. Il partito un tempo di Haider, trionfatore alle elezioni del 2009 (44,9% di voti) e sconfitto in quelle del 3 marzo scorso (16,9%), aveva rischiato di scomparire dal consiglio regionale della Carinzia, almeno come gruppo.

 

Ricordiamo come sono andati i fatti. Dal voto di un mese fa l’Fpk aveva visto eletti 6 soli consiglieri (contro i precedenti 17). La nuova segreteria regionale, retta dall’assessore uscente Christian Ragger, aveva chiesto a quattro degli eletti indagati dalla magistratura di farsi da parte, rinunciando il mandato, perché considerati i maggiori responsabili del tracollo elettorale. Sostituendoli con i primi dei non eletti, il partito avrebbe dimostrato volontà rinnovamento e avrebbe riacquistato credibilità negli elettori.

 

Il segretario uscente Kurt Scheuch si era subito fatto da parte. Non così invece il governatore uscente Gerhard Dörfler, l’ex assessore alle finanze Harald Dobernig e un terzo personaggio, meno noto al pubblico italiano. Piuttosto che lasciare la poltrona (e la relativa indennità di carica), sarebbero usciti dal partito, fondandone un nuovo.

 

Una simile prospettiva sarebbe stata tragica per l’Fpk, sul piano finanziario, più che su quello politico. Le ragioni sono facili da spiegare. Il regolamento del consiglio regionale prevede finanziamenti ai gruppi consiliari in proporzione al loro peso elettorale (chi è stato votato di più riceve più soldi), ma i gruppi devono essere composti da più di tre consiglieri. Se l’Fpk si fosse spaccato in due frammenti di tre consiglieri ciascuno, nessuno dei due avrebbe incassato un euro. Per l’Fpk ciò avrebbe significato la perdita di circa 2 milioni, necessari in questo momento come l’aria che si respira, perché il partito è indebitato fino al collo. Inoltre, se i suoi rappresentanti nel consiglio regionale non avessero raggiunto il numero sufficiente per formare il gruppo, non avrebbero avuto a disposizione nemmeno la sede con i relativi servizi (personale di segreteria, telefoni, fax, internet ecc.).

 

Per giorni i dirigenti dell’Fpk si sono tormentati nella ricerca di una soluzione, mentre Dörfler & C. erano letteralmente scomparsi dalla circolazione. Alla fine la soluzione è stata trovata, con l’aiuto del vertice nazionale dell’Fpö (il partito liberalnazionale austriaco, a cui è associato il gruppo autonomo carinziano), che hanno convocato a Vienna sia Dörfler che Dobernig.

 

Al primo è stato rinnovato l’invito a dimettersi dal consiglio regionale della Carinzia. In cambio avrebbe avuto un seggio nel Bundesrat, che è la seconda Camera del Parlamento austriaco. Una sinecura ben pagata, che lo avrebbe comunque risarcito dalla dolorosa rinuncia al seggio di Klagenfurt.

 

A Dobernig, invece, è stato offerto un contratto di consulenza, compensato con 200.000 euro. Consulenza per che cosa? Non si è ben capito. Soprattutto non si è capito quale bisogno di pagare consulenti esterni avesse un partito che naviga nei debiti. Ma la spiegazione è facile da intuire. Se Dörfler, Dobernig e il terzo compare si fossero fatti da parte, lasciando subentrare al loro posto volti nuovi, il gruppo dell’Fpk avrebbe potuto contare su 6 elementi e quindi beneficiare del finanziamento di 2 milioni di euro. Duecentomila se ne sarebbero subito andati per “consolare” Dobernig, ma sarebbero rimasti comunque in cassa i restanti 1.800.000.

 

Le cose sono andate così. Forse l’Fpk non ha saputo amministrare bene la Carinzia, lasciando in eredità un debito di 2,6 miliardi, ma sa amministrare almeno il partito.

 

Nella foto, l’ex governatore Gerhard Dörfler consolato con il seggio al Bundesrat.

Lascia un commento