Sabato 18 Maggio 2024

13_01_24-Incontro-Hypo-Comune-Lorenzo-Snaidero-Daniele-Metus-sindaco-Mario-PezzettaI rappresentanti sindacali di Hypo Bank sono stati convocati a sorpresa, ieri mattina, dall’amministratore delegato Lorenzo Snaidero, che ha anticipato loro la bozza di bilancio 2012, approvata il giorno prima dalla controllante a Klagenfurt e che prossimamente sarà sottoposto al voto dell’assemblea. Non sono trapelate notizie di dettaglio sul documento. Si è appreso soltanto che per la prima volta Hypo Italia chiuderà i conti in rosso, che la perdita è stata definita “significativa” e che è dovuta esclusivamente alla vicenda dei contratti leasing indicizzati, su cui la banca aveva lucrato in passato incassi superiori al dovuto per decine di migliaia di euro. Il caso, come si ricorderà, portato alla luce da “Striscia la notizia”, era costato la poltrona al direttore generale Lorenzo Di Tommaso.

 

Ai sindacati Snaidero ha annunciato il ripianamento della perdita da parte della casa madre e ha confermato la continuità operativa della banca. Anzi, nel breve comunicato diffuso dalle organizzazioni sindacali, si legge anche che “le argomentazioni a sostegno della volontà della controllante di proseguire nell’operatività sul territorio italiano verranno tempestivamente presentate alla vigilanza”.

 

Un segnale che l’Austria non intende “chiudere” Hypo Italia? Difficile affermarlo. Non solo Snaidero, ma neppure i vertici di Hypo Group sanno esattamente che cosa accadrà nei prossimi giorni, quando il governo austriaco presenterà all’Unione Europea il piano di ristrutturazione della holding. Un piano articolato in più punti, uno dei quali, come abbiamo riferito in questo blog, prevede la cessazione dell’attività bancaria in Italia. Il commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia aveva posto il termine del 31 maggio, cioè domani. Se anche verrà rispettato dal Ministero delle finanze austriaco, non è detto – anzi, è piuttosto improbabile – che Almunia lo approvi immediatamente.

 

L’Austria ha tutto l’interesse a temporeggiare. In particolare ne ha interesse la ministra delle finanze Maria Fekter e il Partito popolare (Övp) da lei rappresentato, per i quali lo scandalo Hypo Bank rappresenta un incubo proprio alla vigilia delle elezioni politiche in calendario il 29 settembre. C’è il rischio che il “Titanic-Hypo” trascini nel suo affondamento anche il partito della ministra, che pure è solo indirettamente responsabile di un disastro che risale ai tempi in cui la banca carinziana era teleguidata da Jörg Haider. Il quotidiano Die Presse ha stimato che Hypo Bank sia costata finora a ciascun cittadino austriaco – dai neonati ai nonni inclusi – 1.083 euro.

 

Se il piano di ristrutturazione predisposto per Almunia venisse approvato, tutti i rapporti in sofferenza del gruppo (stimati in 11 miliardi) verrebbero trasferiti in una “bad bank”, che in quanto tale inciderebbe direttamente sul bilancio dello Stato (azionista unico di Hypo Group), facendo salire di colpo di quattro o cinque punti percentuali il rapporto tra debito pubblico e Pil. Un’ipotesi, questa, che la ministra Fekter non intende neppure prendere in considerazione.

 

Per questa serie di considerazioni è improbabile che lo scenario possa essere già sufficientemente chiaro sabato, quando il vertice aziendale e i sindacati incontreranno la presidente della Regione Debora Serracchiani, preoccupata per la sorte della banca e dei suoi quasi 400 dipendenti. Preoccupazione di cui si sono resi interpreti ieri anche i senatori del Pd Lodovico Sonego e Carlo Pegorer, in un’interrogazione al ministro dell’economia. «Hypo Bank – spiegano Pegorer e Sonego – opera da anni nel nostro Paese con una rete di sportelli diffusa in Friuli e in altre regioni del Nord. A causa della cattiva gestione è stato di fatto nazionalizzato dal governo di Vienna, anche se in questo processo nella filiale italiana si sono già persi una novantina di posti di lavoro. Ora, soprattutto per evitare una serie di adempimenti imposti dalla Ue, gli attuali amministratori pensano di fare fronte alla crisi tagliando la parte italiana. È un inammissibile modo di procedere che il governo italiano – concludono – non può accettare come se nulla fosse».

 

Capita molto spesso che deputati e senatori presentino interrogazioni al governo su questioni di livello squisitamente locale, pretendendo da ministri o sottosegretari risposte che dovrebbero venire, invece, da sindaci o semplici assessori comunali. In questo caso, invece, i due senatori del Pd si sono rivolti all’interlocutore giusto, perché il rebus Hypo Bank non è risolvibile a livello locale e neppure a livello di Euroregione. Sono in gioco aspetti finanziari e giuridici che coinvolgono l’Austria nel suo insieme e l’Unione Europea, su cui può dire una parola soltanto il governo italiano.

 

In questa prospettiva l’iniziativa della Serracchiani di convocare le parti “per un confronto sulla reale situazione di questo istituto di credito e sui riflessi economici-occupazionali per la nostra regione” è lodevole per la sua tempestività, ma può servire a ben poco. La questione non può essere affrontata nel rapporto tra la presidente Serracchiani e il suo omologo carinziano, il Landeshauptmann Peter Kaiser. Debora Serracchiani ha l’esperienza maturata nell’europarlamento, per sapere come ci si muove nell’ambito dell’Ue, e ha i necessari contatti ai massimi livelli politici per chiedere al governo Letta di fare la sua parte.

 

Nella foto, l’amministratore delegato di Hypo Bank Lorenzo Snaidero (primo a sinistra), con il direttore Daniele Metus e il sindaco di Tavagnacco Mario Pezzetta.

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