Sabato 18 Maggio 2024

16-12-25-tropolach-stazione-a-valle-telecabina-millennium-express-copiaA chi serve un collegamento funiviario – se mai un giorno lo si farà – tra Pontebba e Pramollo-Nassfeld? Abbiamo già affrontato questo tema nel blog, ma oggi torniamo a parlarne, perché, dopo la notizia pubblicata ieri dell’incontro sul progetto tra i presidenti del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia, c’è chi è intervenuto nella pagina Facebook di AUSTRIA VICINA per bocciare l’investimento. “Un progetto – ha scritto un lettore – che porta solo vantaggi alla Carinzia e i soldi li mette il Friuli Venezia Giulia”.

È un’opinione condivisa da molti, che tuttavia, secondo noi, non è giustificata. Il presupposto è che i vantaggi siano connessi all’uso degli impianti di risalita (seggiovie e cabinovie) e delle piste. La telecabina viene costruita (almeno in parte) con soldi italiani, ma gli utenti andranno a sciare su piste austriache, servendosi di impianti di risalita austriaci. Ergo, ci guadagneranno soltanto gli austriaci, mentre gli oneri saranno a nostro carico.

Non è così. Per rendercene conto, basta guardare a quel che avviene negli altri poli sciistici, in Friuli, ma anche in Carinzia. I vantaggi sono dei proprietari/gestori degli impianti di risalita? Assolutamente no. Quelli friulani sono da sempre in perdita per milioni di euro ogni anno. Anche quelli carinziani sono quasi tutti in perdita e si reggono soltanto grazie alle sovvenzioni pubbliche. Fanno eccezione Pramollo-Nassfeld e Bad Kleinkirchheim.

Perché allora la Regione Friuli Venezia Giulia e il Land Carinzia continuano a bruciare denaro per far funzionare seggiovie e telecabine che non danno utili, ma solo perdite? Perché gli impianti di risalita sono un servizio offerto alle comunità montane. Se non ci fossero, gli alberghi e le pensioni non si riempirebbero, ristoranti e bar chiuderebbero e i maestri di sci dovrebbero cambiare mestiere. È quel che accade con i servizi di trasporto pubblico: i biglietti non ne coprono i costi, ma l’ente pubblico li sovvenziona proprio perché sono servizi.

È in quest’ottica che va giudicata la telecabina Pontebba-Pramollo. Non serve per arricchire le società che gestiscono gli impianti di risalita in quota, ma per far crescere le presenze turistiche a valle. Non parliamo dei pendolari, che salgono a Pramollo senza prendere neppure un caffè a Pontebba, ma dei turisti residenziali, quelli che fanno vacanze di più giorni (un tempo si chiamavano “settimane bianche”). Non sono sciatori friulani e triestini, ma sciatori di altre parti d’Italia e forse anche di altri Paesi d’Europa.

Un romano davanti a un dépliant del Dolomiti Superski e uno di Tarvisio quale meta sceglierebbe per la sua vacanza sulla neve? Ma, se nel dépliant di Tarvisio si legge che accanto alle piste locali ci sono a due passi 110 chilometri di piste austriache, credete che potrebbe cambiare idea? Un romano abituato a un’ora di autobus e metropolitana per andare al lavoro nella capitale non si spaventerebbe di certo per 20 minuti di skibus per raggiungere la stazione a valle della telecabina di Pontebba! E, tra l’alloggio a Pramollo-Nassfeld e uno in Valcanale (l’intera Valcanale, Tarvisiano compreso, non soltanto Pontebba), sceglierebbe con molta probabilità il secondo, se non altro per il problema della lingua.

Questo vale per il turista italiano in genere, ma potrebbe valere anche per un turista di lingua tedesca. Ci sono austriaci che vengono in Italia attratti dalla buona cucina, dai buoni vini, alcuni addirittura soltanto da un buon cappuccino. Anch’essi potrebbero essere i futuri ospiti del comprensorio Pontebba-Tarvisio, qualora vi fosse un aggancio con il polo sciistico di Pramollo-Nassfeld. E, naturalmente, qualora vi fossero a valle adeguate strutture ricettive e di ristorazione che attualmente ancora mancano o sono insufficienti.

Solo teoria? Niente affatto. Spesso i progetti sono costruiti sulla base di ipotesi. Nel nostro caso, invece, non abbiamo soltanto ipotesi, ma esempi concreti a cui riferirci. Sul versante carinziano del polo sciistico di Pramollo-Nassfeld è in funzione dalla stagione 1999-2000 la telecabina Millennium Express, che svolge una funzione analoga a quella che dovrebbe svolgere sul versante italiano l’impianto di Pontebba: collega il fondovalle all’area degli impianti e delle piste in quota. Da allora il numero delle strutture ricettive a valle si sono triplicate e il numero dei pernottamenti è aumentato nella stessa misura. Grazie al Millennium Express l’intera Gailtal ha registrato un risveglio economico che fin prima era impensabile. E questo, benché sul versante austriaco la strada di accesso a Pramollo-Nassfeld sia di gran lunga migliore di quella sul versante italiano.

In conclusione, l’investimento nella telecabina di Pramollo-Nassfeld è sicuramente nell’interesse del polo sciistico austriaco, ma giova soprattutto allo sviluppo economico della valle. Anzi, rappresenta probabilmente l’unica prospettiva di sviluppo per un’area destinata altrimenti al progressivo impoverimento e spopolamento.

* * *

Ci sono, a nostro avviso, due altre considerazioni da fare.

La prima riguarda gli altri poli sciistici friulani. Ne sarebbero danneggiati dalla concorrenza dell’impianto di Pontebba? La risposta è sicuramente no. Se ci riferiamo agli sciatori pendolari, la concorrenza di Pramollo esiste già oggi e il confronto avviene sulla dimensione dei diversi poli sciistici, ma anche sul diverso costo degli skipass. Chi vuole sciare su un carosello di piste di livello internazionale sceglie già oggi Pramollo, ma sa che deve pagare un prezzo sensibilmente più alto.

Il collegamento a fune Pontebba-Pramollo costituirebbe un richiamo per turisti aggiuntivi, provenienti da altre regioni, che altrimenti difficilmente sceglierebbero il Friuli per la loro vacanza invernale, preferendo piuttosto le Dolomiti o il Trentino-Alto Adige. Non sarebbero, quindi, turisti sottratti alle altre stazioni sciistiche friulane, ma ospiti in più, con beneficio per il Tarvisiano e per l’intera regione.

La seconda considerazione riguarda il momento storico in cui si colloca l’eventuale progetto Pramollo. Siamo di fronte a un cambiamento climatico che sta incidendo sensibilmente sul funzionamento delle località di turismo invernale. La neve arriva sempre più tardi e le temperature elevate rendono sempre più difficile garantire la copertura delle piste anche con gli impianti di innevamento artificiale.

Del progetto di Pontebba si parla ormai da trent’anni. Se la telecabina fosse stata costruita trent’anni fa, Pontebba e l’intera Valcanale ne avrebbero già tratto beneficio in questo lungo arco di tempo, sarebbero ora più ricche e meno spopolate. Disporrebbero, inoltre, di strutture ricettive e per il tempo libero in grado di assicurare presenze turistiche anche senza neve o con poca neve.

Sono stati sprecati trent’anni in discussioni inconcludenti e se l’impianto sarà realizzato ora sappiamo già che l’utilizzo per scopi sciistici sarà limitato nel tempo. Tra vent’anni si scierà ancora a Pramollo? Tra vent’anni o forse già tra dieci anni non si scierà più né a Pramollo e nemmeno a Tarvisio e sul Lussari. È un fenomeno che in Friuli abbiamo già conosciuto. Qualcuno ricorda ancora che un tempo era normale sciare sul Matajur? Ogni anno vi si svolgeva persino una gara classica di slalom gigante, inserita nel calendario regionale Fis? Oggi sarebbe inconcepibile. Tra poco lo scenario si ripeterà anche a Pramollo e negli altri poli della Carnia e del Tarvisiano. Forse soltanto a Sella Nevea si potrà sciare ancora per un po’.

Ecco, se c’è un punto di domanda sul progetto di Pramollo, grande come una casa, esso riguarda l’aspetto climatico. La vera domanda, allora, non è se l’investimento di 80 milioni serva all’Austria o all’Italia, ma se possa servire per gli anni che ancora ci restano di inverni nevosi e per quelli che verranno, quando anche a Natale cammineremo su prati verdeggianti.

 

NELLA FOTO, la stazione a valle della telecabina Millennium Express, che svolge sul versante carinziano la stessa funzione che dovrebbe svolgere la telecabina di Pontebba. Alle spalle, l’abitato di Tröpolach, che ha conosciuto un insperato rilancio economico dopo la creazione dell’impianto.

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