Sabato 18 Maggio 2024

10.09.30 Klinikum Klagenfurt kabeg_726_apaI recenti casi di malasanità in alcuni ospedali italiani (ieri l’episodio segnalato a Bergamo) hanno suscitato allarme e indignazione. Non è una consolazione, ma il fenomeno non riguarda soltanto il nostro Paese. Riguarda anche l’Austria, per esempio. Riguarda anche la Carinzia, come emerge da quanto ha riferito Thomas Koperna a un recente simposio sulla sicurezza organizzato dalla Camera dei medici del Land.

Koperna è il manager che dirige la Krankenhaus Beteiligungsgesellschaft (Kabeg), società del Land Carinzia „proprietaria“ di tutti gli ospedali della regione, dal nuovissimo „Klinikum“ di Klagenfurt, alle strutture più periferiche come quella di Hermagor, nella valle del Gail. “La ragione principale dei casi di morte sono le infezioni”, ha spiegato Koperna. Molti pazienti arrivano in ospedale con infezioni e i nuovi germi si aggiungono a quelli che già ci sono e si rafforzano. E poiché in molti ricoverati le difese immunitarie sono indebolite, il rischio di malattia aumenta.

“Altre cause di decesso – sono sempre parole di Thomas Koperna – sono dovute a errori nella somministrazione dei farmaci, se non addirittura nel loro scambio. Oppure a istruzioni verbali o telefoniche non chiare, che possono portare a qui pro quo”. Talvolta accade che vi siano degli scambi nei pazienti o nelle parti del corpo da operare.

Il relatore ha dipinto questo quadro abbastanza sconvolgente della situazione non per spaventare l’uditorio, ma per illustrare le contromisure adottate, a cominciare dall’”operazione mani pulite” (“Aktion saubere Hände”), avviata per ottenere almeno la corretta disinfezione delle mani in chi opera in un ospedale. Resta il fatto che, in base ai dati letti da Thomas Koperna al simposio medico, ogni anno negli ospedali carinziani si registrano 100 decessi che si sarebbero potuti evitare.

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