Sabato 18 Maggio 2024

19.08.28 Schwurgarnituren (crocefisso e candele) in aule giudiziarie - CopiaNelle aule di giustizia italiane alle spalle dei giudici compare la scritta “La legge è uguale per tutti”. Nei tribunali e nelle corti austriache questa scritta non c’è. C’è invece un crocifisso in bella mostra sul banco del giudice o dei giudici. Se si tratta di un collegio composto da giudici popolari, accanto al crocifisso ci sono anche due candele. Dovrebbero essere accese nel momento in cui l’imputato, i testimoni, i giurati o i periti giurano “davanti a Dio onnipotente e onnisciente“ di dire la verità.

I tempi sono cambiati, ma quei simboli religiosi sono rimasti. La croce e le candele accese volevano ammonire i testimoni che, se avessero mentito, il giudice forse non se ne sarebbe accorto, ma qualcuno lassù sì. Meglio quindi dire la verità. Nell’Austria secolarizzata e “geneticamente modificata” dall’arrivo di migliaia di nuovi cittadini non cristiani la croce ha perso ormai il suo valore simbolico originale.

È questa la ragione per cui da tempo l’associazione dei giudici chiede di rimuovere il crocifisso dai tribunali e ritengono la formula del giuramento in contrasto con l’ordinamento giuridico di uno Stato laico. Ma non tutti la pensano allo stesso modo.

Non la pensa così Sebastian Kurz, leader del Partito popolare (Övp), che si accinge a rientrare alla cancelleria di Vienna. Visti i sondaggi è praticamente certo che sarà lui a guidare il futuro governo dell’Austria. Con quale alleato lo sapremo dopo il voto del 29 settembre.

Nel frattempo Kurz ha colto l’occasione di una intervista alla “Kleine Zeitung” per rispondere ai giudici: il crocifisso non si tocca. “Noi – ha spiegato – siamo per l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici. È parte della nostra cultura. Naturalmente è importante che i giudici operino in modo neutrale e senza condizionamenti religiosi”.

C’è modo e modo di esprimere la propria religiosità. Per Kurz non sarebbe ammissibile, per esempio, una giudice con il velo in testa. E così sarebbe anche inammissibile per un giudice presentarsi in aula con una t-shirt e sopra stampata una grande croce. Ma potrebbe benissimo portare una piccola croce appesa al collo. Insomma, una questione di misura.

Ma sulla presenza dei crocifissi in tutte le aule di giustizia, dai Tribunali mandamentali alla Corte suprema, non si discute. Quel simbolo religioso, corredato da due candele, ha anche un nome: “Schwurgarnitur”, parure per il giuramento. Viene utilizzato per periti, giurati, giudici popolari. Raramente nei processi civili, dove il giuramento viene fatto soltanto su richiesta di una delle parti. Ma anche in quelle udienze il crocifisso con candele c’è sempre, perché vengono usate le stesse aule dei processi penali.

La legge che regola la materia risale al 1868 ed è stata modificata solo un paio di volte, l’ultima nel 1945. All’art. 1 stabilisce la formula del giuramento, la stessa sia nei procedimenti penali, sia in quelli civili: “Giuro a Dio onnipotente e onnisciente che su tutto ciò su cui sarò interrogato dal giudice dirò solo la piena verità, niente altro che la verità. Che Dio mi aiuti!” (nel testo dell’articolo c’è anche il punto esclamativo). Deve essere pronunciata anche da chi non è cristiano o non crede in Dio.

All’articolo 4, però, si prescrive a chi è cristiano di “alzare il pollice e le due prime dita della mano destra e pronunciare il giuramento davanti a un crocifisso e a due candele accese”. Se ne deduce che chi non è cristiano pronuncerà la formula, ma sarà esonerato dal farlo davanti al crocifisso e dall’alzare le dita.

Lo stesso articolo prevede un’eccezione per gli ebrei. Presteranno giuramento con il capo coperto e porranno la mano sulla Tora. La legge indica perfino la pagina: secondo libro di Mosè, capitolo 20, versetto 7.

E per gli islamici, che in Austria sono ormai 700.000? Teoricamente sono chiamati anch’essi a pronunciare la formula del giuramento, che peraltro fa riferimento a un Dio, non al Dio dei cristiani. Tuttavia, secondo alcuni esperti di diritto da noi consultati, un musulmano potrebbe rifiutarsi di leggere la formula a causa della sua confessione religiosa e nessuno potrebbe forzarlo a prestare il giuramento, perché così sarebbe violato il principio della libertà di culto, sancito dalla Costituzione.

 

NELLA FOTO, la cosiddetta “Schwurgarnitur”, ovvero l’insieme del crocifisso e delle candele presente nelle aule di giustizia, davanti al quale si giura di dire la verità.

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